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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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giovedì 28 febbraio 2008

LA GIACCA



Bisogna andare, fino in fondo, in fondo a tutto in fondo a noi,
in fondo agli argini del mondo, alla paura che mi fai.
Fino in fondo alle tue cosce, ai miei timori alle tue angosce.
Fino in fondo alla pianura, all'orizzonte della città.
In fondo dove non troveremo nemmeno un'ombra per riposarci,
in fondo dove sarà fatica, sarà sudore l'esser sincero,
in fondo dove tutto è coperto sotto lo stesso mantello nero.

E se domani la mia giacca sarà la giacca di un disgraziato,
non sarò mai così fregato come tuo padre.

Bisogna andare sempre avanti, anche se noi non siamo in tanti,
anzi davvero siam solo in due, le mani mie, le mani tue,
devono stare sempre vicine, devono avere gli stessi guanti
e non paura là sul confine di fare l'ultimo passo in avanti.
Bisogna andare incontro a tutti quelli che oggi come noi,
voglion rischiare d'esser distrutti piuttosto di ritrovarsi poi,
in una famiglia senza persone, come tra i muri di una prigione.

E se domani la mia giacca sarà la giacca di un disgraziato,
non sarò mai così fregato come tuo padre.

Bisogna vincere la morte, quella che non si fa vedere,
che viene senza far rumore, che non si fa aprir le porte,
che non fa mai vestir di nero tutti i parenti all'ospedale,
che non ha mai camere ardenti, nè cerimonie, nè funerali.
Quella nascosta nella tua noia, nella mia noia, nelle parole
che ci diciamo senza capire nemmeno quel che vogliamo dire,
quella che come un regista esperto ci mette in scena nel suo deserto.

E se domani la mia giacca sarà, la giacca di un disgraziato,
non sarò mai così fregato come tuo padre.

Claudio Lolli








mercoledì 27 febbraio 2008

CRISALIDE

Chiudere gli occhi e volare sconvolto dal buon profumo dei fiori, ma io sento che c'è, è nell'aria frizzante e nei miei cambi repentini di umore.
E' nel dispiacermi ogni volta che guardo e scrollo la testa...è nella mia infanzia fatta di campane squillanti delle tiepide Pasque dei giorni passati.
E' nel mio essere fanciullo cresciuto, nella musicalità e nei grevi silenzi fatti di sguardi sbarrati nel buio notturno di quando non dormo e fisso il soffitto.
E' qui, sta arrivando coi primi tepori fatti di sudori improvvisi che gelano e ricordano l' Inverno che siamo.
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...C'era una volta un Re...
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Ci sarà ancora qualcosa a frenare le ansie dei respiri corti, a ridare orizzonti?
Si, ricordo, "sono un animale di affetti" anche se il tempo è passato ed impietosamente sofferma le rughe di fronti in perenne corruccio.
Ma è nell'aria, si sente ed il mio olfatto percepisce ed appaga.
La morsa dolorosa ancora ricorda il presente e le palpebre reclamano requie, riposo.
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In particolare, nelle specie che trascorrono il periodo di ninfosi all’aperto il rivestimento cuticolare può contenere diversi pigmenti e apparire colorato di grigio, verde, marrone, bianco screziato in modo da rendere la pupa criptica nell’ambiente circostante.

sabato 23 febbraio 2008

Quadri nella mia Vita

- JOHN CONSTABLE -
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DEDHAM LOCK AND MILL 1820 CIRCA


ancora lui.
Si tratta di uno dei più importanti artisti inglesi del secolo XIX, sicuramente è il più importante paesaggista del primo Ottocento, insieme con il connazionale Turner e pochi altri fuori dall'Inghilterra.

L'opera di John Constable ha esercitato una notevole influenza su tutta la pittura di paesaggio successiva, non solo in patria.
Le sue opere si trovano in alcuni tra i più importanti musei del mondo e trasmettono sempre la stessa sensazione di pace e tranquillità.
Non sono mai quadri violenti, nemmeno quando la natura è tempesta o temporale.
Anche tra le nubi più nere si riesce infatti ad intravedere un raggio di tiepido e rassicurante sole.
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GILLINGHAM MILL 1824 ------------------------------------ A VIEW ON THE STOUR 1810



venerdì 22 febbraio 2008

Il lato oscuro




"Sono un animale di affetti"


(Op.cit.)



Se guardi il lato oscuro,
vedi la luce.

domenica 17 febbraio 2008

>>> Avviso del Blogmaster <<<

Si avvisano i gentili lettori che tutti i commenti non pertinenti (come ad esempio - cosa accaduta oggi - link pubblicitari che fanno apparire finestre indesiderate) non sono graditi e saranno immediatamente rimossi.

Grazie.

Il Blogmaster

Across the Universe

Words are flying out like
endless rain into a paper cup
They slither while they pass
They slip away across the universe
Pools of sorrow waves of joy
are drifting thorough my open mind
Possessing and caressing me

Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world

Images of broken light which
dance before me like a million eyes
That call me on and on across the universe
Thoughts meander like a
restless wind inside a letter box
they tumble blindly as
they make their way across the universe

Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world

Sounds of laughter shades of life
are ringing through my open ears
exciting and inviting me
Limitless undying love which
shines around me like a million suns
It calls me on and on across the universe

Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Jai guru deva
Jai guru deva




"LET IT BE, 8 Maggio, 1970"

Across the universe: canzone dei Beatles nello spazio

Lunedì 4 febbraio la Nasa ha irradiato "Across the universe" in direzione della stella polare. Il brano dei Beatles è la prima canzone ad essere ufficialmente "sparata" nello spazio. "Across the universe" raggiungerà la meta fra 431 anni. Paul McCartney, sentito da un'agenzia internazionale, ha detto: "Incredibile! Bella mossa, Nasa. Dite agli alieni che gli voglio bene". L'ente aerospaziale USA ha indirizzato "Across the universe" verso la stella polare attraverso la grande antenna che possiede, all'interno del "Deep Space Network", a Goldstone, California.

venerdì 15 febbraio 2008

Dal più profondo buio della notte
due occhi vuoti sfuggono le stelle
la fabbricante d'Angeli è già scesa
ma incespica coi ferri arrugginiti
sul ventre già fiorito di una ingenua ragazzina
la luna si ferisce passando i vetri rotti.

e d'improvviso l'aria si raffredda
sui tetti scuri argenta la rugiada
più non respira il seno ormai di pietra
che un dolce inverno un giorno aveva sciolto
stanca è ormai la vecchia che si perde nella nebbia
mentre le campane annunciano la festa.

"La Fabbricante d' Angeli"
Le Orme, Contrappunti, 1974

Le Farfalle del Gelo

I lepidotteri del freddo appaiono solo per pochi istanti, quando la nebbia si dirada e la galaverna è potente e soffocante. Non cercano fiori comuni, si posano e suggono solo da ghiaccioli cristallini e puri e questo ci spiega come mai ormai siano così rare e vedersi specie nelle nostre città inquinate e corrose dallo smog. Il gelo è la loro linfa e quindi si possono trovare solo in condizioni di freddo particolarmente intenso.
Non hanno ali di colori squillanti come le sorelle primaverili ma come loro sorvolano le case e le cose alla ricerca di un posto tranquillo dove riposare il loro instancabile volo.
Non amano la luce troppo intensa ma neppure il buio, si muovono con attimi di crepuscolo ed è raro vederle in pieno giorno. L'esemplare della foto è in atteggiamento atipico, è stato probabilmente sorpreso dal cambio repentino di bagliore ed è quindi rimasto in attesa di un calo di intensità della luce per riprendere il suo volo. Il fortunato fotografo merita una segnalazione (vuole rimanere nell' anonimato quindi non è un problema accontentarlo) ed è per me un piacere pubblicare questa esperienza più unica che rara in questo nostro spazio.

lunedì 11 febbraio 2008

Quadri nella mia Vita




Che dire,
bello e triste come quasi tutte le opere del periodo. Questa sala del museo d' Orsay mi ha sempre colpito ed ogni volta che la rivedo sento una stretta al cuore ed il mio sociale sembra voler gridare la sua disperazione o la gioia che passa dal mondo contadino tra il susseguirsi delle stagioni ed il ritmato ripetersi del lavoro dei campi.
Tutti gli autori di questo spicchio di museo sembrano aver preso coscienza della durezza della vita quotidiana estrinsecandola nel tentativo di fermarla a colpi di pennello e colori. Amo queste situazioni nelle quali le proiezioni ai affievoliscono fino quasi ad annullarsi nell'obbiettivo di dare importanza anche ai particolari apparentemente più insignificanti.
La pittura spesso tende ad eludere, a sfocare le tematiche lenendo coi toni caldi del colore i dolori e le incertezze per configurare un richiamo di speranza, molto spesso mistificato da rimandi culturali a carattere religioso.
Le stagioni al centro di tutto, nel roteare vorticoso dellè città in fermento ci si può esitare in un attimo di pensiero alla terra, come un ritorno ad una fanciullezza in attesa di nuove primavere.



R. BOHNER: Labourage nivernais
C.F. DAUBIGNY : La neige

sabato 9 febbraio 2008

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...minimali attimi colorati
celano gelidi fiati
cristalline voci argentine.
...maschere impazzano strade
sberleffano inverni e contrade
posandosi al suolo stremati dal volo
...

(anonimo del XXI° secolo)

sabato 2 febbraio 2008

One song of the Beatles


Strawberry Fields Forever

Let me take you down, ’cause I’m going to strawberry fields.
Nothing is real and nothing to get hung about.
Strawberry fields forever.
Living is easy with eyes closed, misunderstanding all you see.
It’s getting hard to be someone but it all works out, it doesn’t matter much to me.
Let me take you down, ’cause I’m going to strawberry fields.
Nothing is real and nothing to get hungabout.
Strawberry fields forever.
No one I think is in my tree, I mean it must be high or low.
That is you can’t you know tune in but it’s all right, that is I think it’s not too bad.
Let me take you down, ’cause I’m going to strawberry fields.
Nothing is real and nothing to get hungabout.
Strawberry fields forever.
Always, no sometimes, think it’s me, but you know I know when it’s a dream.
I think I know I mean a ’yes’ but it’s all wrong, that is I think I disagree.
Let me take you down, ’cause I’m going to strawberry fields.
Nothing is real and nothing to get hungabout.
Strawberry fields forever.
Strawberry fields forever.


Magical Mystery Tour, 1967