Esclusa nel 1919 da "Poesie (1905-1915)", ricomparve nel 1949 in una raccolta antologica di Moretti che portava il medesimo titolo di quella in cui apparve inizialmente.
Presente è anche in "Tutte le poesie" (Mondadori, Milano 1966) con alcune varianti.
In simil forma fu ripresentata in una nuova antologia avente ancora una volta il titolo: "Poesie scritte col lapis", uscita nel 1970 presso la Mondadori.
Il tema è quello delle illusioni: il poeta esorta fraternamente il lettore ad abbandonare ogni illusione ed a prendere atto della realtà delle cose, pur se questa si presenti in modo crudo e doloroso (dalla rete).
Non t'illudere
Non t'illudere, fratello,
se il cielo è tutto di rosa
e l'anima riposa
sotto il suo triste fardello:
sappilo, non ti rimane
che un pezzo di pane.
Non t'illudere per via
se in ora crepuscolare
tutto qui sembra affrettare
l'ansia dell'avemaria:
sappilo, non ti rimane
che un suon di campane.
Non t'illudere: hai finito
di pretendere qualcosa:
colta hai l'ultima tua rosa,
l'hai sciupata in un convito:
è molto se ti rimane
fedele il tuo cane.
Marino Moretti
da "Tutte le poesie"
illusioni comprimono il mio mondo,
ora che sai, ora che sono torvo;
nel senso del tempo ritrovo spesso
arditi pensieri e tenere parole...