...........................................................................................................................................

L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


...........................................................................................................................................

lunedì 30 settembre 2019

A piedi...

Non ho misurato coi piedi le vie di Londra,
Non ho visto il Reno né il profondo Tamigi,
Non sono stato a Mosca, dove la terra sotto i piedi
È più sacra del cielo nella lontana Parigi.

Ma ho visto i semplici orecchini della betulla,
E ho visto la doratura delle querce secolari,
E nel libro dell'erba, sotto la copertina verde,
Ho trovato le formiche intente a un duro lavoro.
 
Ivan Volosjuk
da "Leggi Omero sul filobus"
traduzione di Paolo Galvagni
 
 Sempre più persone
scelgono di affrontare un viaggio a piedi,
un’esperienza estremamente emozionante,
che consente di mettersi alla prova e scoprire luoghi unici.
Dall’Italia all’Europa,
fino ai più bei cammini del mondo,
passare qualche giornata camminando tra splendide vallate,
borghi storici e meravigliose zone costiere
è un’occasione per riscoprire se stessi.
Esistono diversi itinerari particolarmente suggestivi,
dai cammini religiosi ai sentieri naturalistici,
mete ideali per vivere qualche giornata all’insegna dell’avventura. 

il mondo ci aspetta ancora,
malgrado noi, malgrado tutto;
scopriremo cose finché si potrà,
andremo insieme da ora, per molto...
 
L’Italia è sicuramente il luogo ideale per un viaggio a piedi, un territorio in grado di offrire alcuni degli itinerari più suggestivi del mondo. Per trovare il percorso più adatto basta andare sul sito ufficiale del MIBAC, la Direzione Generale del Turismo, dove è possibile consultare l’elenco completo dei Cammini d’Italia 2018/2019. Si tratta di una lista che comprende 42 rotte, che rispettano i criteri selezionati per entrare a far parte dell’Atlante dei Cammini, per viaggiare a piedi alla scoperta del Belpaese (dalla rete).
 

domenica 29 settembre 2019

Haiku e bordo

 
Haiku n°23
 
Ristretto sul bordo modifico
comportamenti evasivi e contengo
le brame, quelle infinite del sogno.
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku
 

 
Bordo
sostantivo maschile - pl. -i
- Garzanti-

 1.- parte terminale, margine, orlo: il bordo della vasca, della poltrona; il bordo di una strada
2.- filettatura o guarnizione con cui si orla un capo di abbigliamento, di biancheria, di arredamento; bordino: lenzuolo con bordo ricamato, applicato
3.- lo spazio, l’ambiente interno di una nave, di un’imbarcazione o, anche, di un altro mezzo di trasporto: vita, disciplina di bordo; documento, libro di bordo; salire a bordo, imbarcarsi; essere a bordo, essere imbarcato; salire, essere a bordo di un’automobile, di un aereo, entrarvi, esserci dentro
4.- ciascuno dei fianchi di una nave o di qualsiasi imbarcazione; la parte del fianco emergente dall’acqua
5.- (mar.) lo spazio che si percorre bordeggiando, tra una virata e l’altra; la virata stessa
 
Etimologia: ← dal francone *bord ‘bordo della nave’, attrav. il fr.
 

sabato 28 settembre 2019

Settembrino

Per fieno si intende dell’ erba essiccata in modo particolare, raccolta e immagazzinata ai fini di alimentare determinati animali erbivori, in particolare bovini, equini, caprini, ovini e lagomorfi.
Il fieno viene usato infatti negli allevamenti come alimento principale quando o dove non ci sono abbastanza pascoli a disposizione e questo può accadere a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli (come durante l’inverno) oppure dove non ci sono pascoli disponibili in quanto il terreno viene impiegato per l’agricoltura.

Siedo scomposto su un mucchio di fieno
Scrivo haiku
E bevo vino.

Jack Kerouac
Il libro degli haiku
 
Il fieno viene tagliato e raccolto più volte nel corso dell’anno.
A seconda del periodo in cui avviene questa operazione, prende nomi diversi: 
fieno di primo taglio: detto Maggengo, perché viene raccolto in maggio
(ma anche in giugno), ed è considerato il fieno migliore;
fieno di secondo taglio: detto Agostano;
fieno di terzo taglio: detto Settembrino o grumereccio o terzuolo
è quello con qualità nutritive inferiori.
fieno di quarto taglio (raro): detto Quartirolo ("quartiroeu")
eseguito a Ottobre ancora più magro.

la bellezza di alcuni haiku è strana,
colpisce anima e mente insieme;
i miei sono rimasugli di infanzia
solitari come gli amori pensati...
 
Il taglio del fieno cominciava quando l’erba era matura, in pratica quando la maggioranza delle erbe era in fiore. Al mattino molto presto, anche prima delle quattro, a sole non ancora sorto, il contadino con la sua falce in spalla, si recava sul campo per falciare (dalla rete).
 

venerdì 27 settembre 2019

Poesia e riflesso

Epilogo
 
E proprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina,
si riuniscono i cardinali -
una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno.
Giunge proprio qui.
E Michelangelo li avvolge, tuttora, della sua visione.
"In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo... "
Chi è Lui?
Ecco, la mano creatrice dell'Onnipotente Vecchio, diretta verso Adamo...
Al principio Dio ha creato...
Costui che vede tutto...
La policromia sistina allora propagherà la Parola del Signore:
Tu es Petrus - udì Simone, il figlio di Giona.
"A te consegnerò le chiavi del Regno".
La stirpe, a cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi,
si riunisce qui, lasciandosi circondare dalla policromia sistina,
da questa visione che Michelangelo ci ha lasciato -
Era così nell'agosto e poi nell'ottobre, del memorabile anno dei due conclavi,
e così sarà ancora, quando se ne presenterà l'esigenza dopo la mia morte.
All'uopo, bisogna che a loro parli la visione di Michelangelo.
"Conclave": una compartecipata premura del lascito delle chiavi, delle chiavi del Regno.
Ecco, si vedono tra il Principio e la Fine,
tra il Giorno della Creazione e il Giorno del Giudizio.
È dato all'uomo di morire una volta sola e poi il Giudizio!
Una finale trasparenza e luce.
La trasparenza degli eventi -
La trasparenza delle coscienze -
Bisogna che, in occasione del conclave, Michelangelo insegni al popolo -
Non dimenticate: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius.
Tu che penetri tutto - indica!
Lui additerà...
 
Karol Wojtyla
 
 
riusciremo davvero a credere?
sapremo fare gli ultimi passi io credo,
vedremo la luce od il buio davanti;
per ora si è morsi da dubbi profondi...

giovedì 26 settembre 2019

Contadini e carro da fieno


John Constable
Il carro da fieno (The Hay Wain)
National Gallery di Londra

Il dipinto è ambientato nella campagna inglese del Suffolk, nelle immediate vicinanze del fiume Stour, dove era collocato il mulino di Flatford, proprietà del padre di Constable, Golding. In primo piano due contadini guadano il basso corso d'acqua conducendo un carro da fieno vuoto trainato da cavalli: il carro è forse fermo nei flutti per far raffreddare i cerchioni metallici delle ruote, o magari per far riposare e abbeverare il cavallo. A lato del ruscello si scorge un cane, indeciso se raggiungere il padrone tuffandosi in acqua o rimanere prudentemente sulla sponda del fiume. In lontananza si vedono i lavoratori nei campi, piccoli come puntini, che stanno mietendo il fieno: il carro fa probabilmente la spola tra i campi e la fattoria per depositare quanto raccolto. Tra le altre figure visibili vi sono una donna che attinge acqua per una casa nelle vicinanze e un ragazzo che sta lanciando una lenza.
Nella scena ritratta in questo dipinto vi è un sereno equilibrio tra gli elementi naturali e quelli artificiali: la casa, che si erge in una delle anse del ruscello, sembra infatti quasi confondersi con la cortina di alberi circostante. La parte superiore del quadro è invece occupata da un cielo solcato da nuvole violente e procellose, che in questa tela assurgono a elemento scenografico maggiore: Constable non si sofferma solo sulla loro forma evanescente, bensì ne indaga anche le qualità luministiche e i tonalismi atmosferici, così da caricare l'intero paesaggio di una notevole intensità lirica.
Dal punto di vista tecnico, il colore qui è steso con pennellate sporche e filamentose, a causa delle quali l'occhio non riesce a cogliere una simulazione spaziale precisa a una visione ravvicinata: è solo guardando l'opera da una certa distanza che essa acquisisce maggior suggestione e senso di verità. Impiegando questa tecnica Constable rese le immagini del quadro particolarmente vive e dinamiche, facendo sì che lo spettatore possa sentirsi emotivamente trascinato nella scena bucolica effigiata.
Notevoli, infine, le qualità luministiche del dipinto, ottenute impiegando la tecnica appena descritta. L'intera scena, infatti, è valorizzata dalla luce che sembra vibrare autonomamente, accarezzando i prati, penetrando nelle frondose chiome degli alberi e riflettendosi sul velo d'acqua del ruscello.
Fu lo stesso Charles Nodier che notò questa particolare tecnica d'esecuzione osservando il dipinto alla Royal Academy:
«Stando vicini al dipinto, vediamo larghi impasti di colore male stesi, che offendono il tatto come la vista per la loro grossolana diseguaglianza. Scostandoci di qualche passo, è una campagna pittoresca, una casa rustica, un basso corso d’acqua le cui tenui increspature sbiancano sui ciottoli, un carro di contadini che attraversa un guado. È acqua, è aria, è cielo, è Ruysdael, Wouvermans, o Constable» (da Wikipedia) 
 

Manifesto: 
 Il Fronte di liberazione del contadino pazzo

Amate il guadagno facile, l’aumento annuale di stipendio,
le ferie pagate. Desiderate sempre più
cose confezionate. Abbiate paura
di conoscere i vostri vicini, e di morire.
E avrete una finestra nel pensiero.
Nemmeno il vostro futuro sarà più un mistero,
la vostra mente sarà perforata in una scheda
e messa via in un cassetto.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno. Quando vi vorranno
far morire per il profitto ve lo faranno sapere.
Ma voi amici, ogni giorno, fate qualcosa
che non possa entrare nei calcoli. Amate il Signore.
Amate la terra. Lavorate gratuitamente.
Prendete tutti i vostri averi e siate poveri,
amate qualcuno che non lo merita.
Denunciate il governo, e abbracciate
la bandiera. Sperate di vivere
in quella repubblica libera che essa rappresenta.
Approvate tutto ciò che non capite
e lodate quest’ignoranza, perché ciò che l’uomo
non ha incontrato non ha distrutto.
Fate domande che non hanno risposta.
Investite nel millennio. Piantate sequoie.
Dite che il vostro raccolto principale è la foresta
che non avete piantato
e che non vivrete per raccogliere.
Dite che le foglie si raccolgono
quando marciscono nella terra.
Chiamate questo profitto. Profetizzate questo di ricavo.
Ponete la vostra fiducia nei cinque centimetri di humus
che si formeranno sotto gli alberi
ogni mille anni.
Ascoltate le carogne: accostatevi l’orecchio
vicino per sentire il fievole chiacchiericcio
delle canzoni a venire.
Aspettatevi la fine del mondo. Ridete.
Il riso è incalcolabile, siate gioiosi
pur considerando ogni questione.
Finché le donne non si svenderanno per il potere,
sostenete le donne più che gli uomini.
Domandatevi: questo potrà dar gioia
alla donna che è contenta di aspettare un bambino?
Disturberà il sonno della donna
che sta per partorire?
Andate col vostro amore nei campi.
Stendetevi tranquilli all’ombra. Posate la testa
sul suo grembo. Giurate fedeltà
alle cose più prossime ai vostri pensieri.
Non appena i generali e i politicanti
sapranno prevedere i movimenti della vostra mente,
abbandonateli. Lasciateli come segnali
per indicare la falsa traccia, la via
che non avete preso. Siate come la volpe,
che lascia più tracce del necessario,
alcune nella direzione sbagliata.
Praticate la resurrezione.

 
 Wendell Berry
da " L'ordine della natura"
traduzione di Paolo Severini

 
 contadini, una volta era sofferenza,
la terra, un pugno di terra a mani callose;
ricordo ancora, ero ragazzo su un carro,
mi inebriavo al profumo del fieno... 

mercoledì 25 settembre 2019

Virtù teologali

Questione di fede
 
Com’era la luce dell’alba
quando Abramo, uomo di fede incrollabile,
salì sul monte Moriah
tenendo per mano il suo unigenito Isacco?
 
Doveva essere una luce di un azzurro profondo
come quella di questa mattina: in quell’azzurro
Abramo immaginava
il sangue vibrante di suo figlio sul coltello.
 
Vibra di più il sangue nell’azzurro.
Lo so perché la mia pelle, ora così sola,
secerne sangue sul palmo della mia mano:
il primo miracolo del mio giorno, o castigo,
por aver voluto salire la china della montagna
con una ragazza (più figlia che sposa). 
Lei, al primo sole, scappò spaventata,
mi negò
il suo giovane corpo per il sacrificio
e io non ho potuto dimostrarle
la mia fede nevrotica in Dio.
 
José Watanabe
da “La piedra alada”, 2005
 
 Le virtù teologali (dal greco θεός, «Dio» e λόγος, «parola») nella dottrina cristiana sono: la fede, la speranza e la carità.
Per la teologia cristiana le virtù teologali sono quelle virtù che riguardano Dio, rendono l'uomo capace di vivere in relazione con la Trinità e fondano ed animano l'agire morale cristiano, vivificando le virtù cardinali.
Nella dottrina della Chiesa cattolica queste virtù, a differenza delle virtù cardinali, non possono essere ottenute con il solo sforzo umano, ma sono infuse nell'uomo dalla grazia divina.
A livello simbolico, fede speranza e carità vengono rappresentate da una croce, un’ancora ed un cuore.
Ciò non è casuale, in quanto la fede, rappresentata dalla croce, sta appunto a significare il credere fortemente del cristiano in un Dio, una forza sovrannaturale che protegge qualunque cosa accada.
La speranza, rappresentata dall’ancora, viene intesa come fermezza, poiché è in questa la salvezza.
Infine la carità, ovviamente, è rappresentata dal cuore, poiché tutto parte da lì: il cuore è la linfa vitale, in grado di rendere realizzabile la fede e la speranza.”
(Rossella Tirimacco Emozioni, tra Musica e Parole” capitolo - La Speranza)
 
bisognerebbe averla, e tanta,
la fede aiuta nei momenti bui;
allenta tensioni indicibili, la fede,
ci lascia smarriti ma meno insicuri...

martedì 24 settembre 2019

Il circo

Il circo è un dipinto a olio su tela (185,5x152,5 cm) realizzato (ma lasciato incompiuto) nel 1891 dal pittore Georges Seurat.
È conservato nel museo d'Orsay di Parigi.

George Seraut
"Il circo"
L'opera fu esposta benché non fosse terminata al settimo Salon des Indépendants, durante il periodo dell'esposizione Seurat morì.
Seurat raffigura il circo con il tendone a strisce e l'atmosfera festosa.
Si tratta dell'ultima opera del pittore, rimasta incompiuta per la sua morte.
 
 
Come quando al circo
il rullo del tamburo
sommuove i cuori e annuncia

l’arrivo dell’acrobata
e tutti sono pronti
a sospirare e io

ti conoscevo ti aspettavo
e si è fatto avanti un vecchio
decrepito cadente

fin nel centro del cerchio
a dire che tu

non c’eri.

Donata Berra
da "A memoria di mare"
 
 
Il quadro sarà acquistato da Paul Signac che poi rivenduto al collezionista americano John Quinn, dietro promessa di un suo lascito al museo del Louvre.
Oltre allo studio del colore, Seurat attua i primi principi di forma applicata alla psicologia, sfruttando il rapporto tra segno e linea del quadro con i sentimenti e lo stato emotivo di chi lo osserva; vi è infatti una esaltazione di linee che si estendono da sinistra a destra in quanto la mente le associa ad un'apertura gioiosa. (da Wikipedia)
I colori del dipinto rappresentano gioiosità e allegria, che è ciò che il pittore stesso vuole esprimere con questa opera d'arte.
.

Il circo (da Wikipedia)
è uno spettacolo dal vivo articolato in varie esibizioni di abilità fisica, detti numeri, svolto generalmente in una pista circolare, ma anche diffusamente, nel corso dei secoli come nel panorama attuale, su una scena frontale.
Gli spettacoli del circo hanno luogo sotto il tendone, in appositi edifici (circhi stabili), così come all'aperto o in sale teatrali regolari o anche in sale abbastanza grandi.
Le esibizioni rispondono a categorie di base (peraltro flessibili e combinabili) quali numeri aerei, acrobazia ed equilibrismo al suolo, giocoleria, comicità eccentrica e arte del clown, addestramento di animali e arte equestre, esibizioni di rischio tipo il monociclo (bicicletta con una ruota).
Nella sua forma tradizionale novecentesca, il circo, definito nella lingua italiana anche circo equestre, si distingue per la caratteristica di comunità itinerante e per l'appartenenza dinastica dei propri componenti. Alla fine del Novecento, con la definizione di nuovo circo si è legittimato il proliferare di numerose compagnie e spettacoli di provenienza e stile non tradizionali, tra i quali il Cirque du Soleil. 

mi piaceva il circo, mondo strano,
circoscritto e rotondo teneva animali;
il mistico senso delle cose ha costretto
cavalli invecchiati e stanchi elefanti...

lunedì 23 settembre 2019

Luoghi spezzini

Da
Bocca di Magra
e da
Fiumaretta di Ameglia 
partono, ogni 20 minuti circa, barche per raggiungere Punta Corvo (10 minuti), spiaggia vergine e con un mare dai fondali bellissimi!
 

Nostalgia del mare
 
Qualcosa di rimosso rimbomba nelle orecchie a questa casa,
Fa pendere le tende senza vento, tramortisce gli specchi
Finché i riflessi perdono sostanza.
 
Un certo suono pari al digrignare di mulini a vento
Si è fermato di colpo;
Un’assenza assordante, una mazzata.
 
Accerchia questa valle, pesa su questo monte,
Estrania il gesto, spinge questo lapis
Attraverso un fitto nulla, ora,
 
Carica di silenzio le dispense, piega il bucato acido
Come i panni dei morti, lasciati esattamente
Dai congiunti come usavano i morti,
 
Increduli, aspettando occupazione.
 
Derek Walcott 
da "Mappa del Mondo Nuovo", Adelphi, 1996 
Traduzione di Gilberto Forti
 

il mare, calma distesa che sa essere furia,
anche a me manca, nel cuore, nei sensi;
un posto che piano piano è entrato in me,
non avrei mai pensato, mai creduto...  
 

Punta Corvo
è detta così per la sua sabbia nera.
A Punta Corvo ci si arriva solo a piedi, per un ripido sentiero che scende da Montemarcello, oppure in battello.
Il mare è bellissimo, fondali e scogli a livello della Sardegna!
I ragazzi amano Punta Corvo soprattutto per le alte scogliere da cui sfidarsi in adrenaliniche gare di tuffi.
 
Punta Bianca
è un posto per chi ama gli scogli e preferisce la quiete dei luoghi raggiungibili solo a piedi, raggiungibile con un breve sentiero pedonale che si diparte a metà della strada che collega Bocca di Magra a Montemarcello.
(dalla rete) 
 

domenica 22 settembre 2019

Avvento


Avvento
 
Troppo abbiamo provato e potuto, amore –
per larga cruna non passa stupore.
Ma qui nella stanza buia dell’Avvento
dove il pane nero e il tè amaro
della penitenza evocheranno il lusso
dell’infanzia, renderemo al Giudizio
il sapere di cui fummo ladri, non maestri.

E la novità che in ogni vecchia cosa
vedevamo bambini: la meraviglia
folgorante in una nera collina dell’Ulster
o lo stupore profetico nel discorso tedioso
di un vecchio stolto si risveglieranno per noi e porteranno
te e me al cancello del cortile a guardare i ginestroni
e i pantani, le strade, le vecchie stalle dove incomincia il Tempo.

Oh dopo Natale non ci sarà bisogno che cerchiamo
la differenza che fa bruciare una vecchia parola -
la sentiremo nelle sospirate ragioni di un movimento
o nelle vie dove sbandano i ragazzi del paese.
 
E la sentiremo anche nella dignità degli uomini
che scaricano lo sterco sotto gli alberi del giardino,
ovunque la vita sia normalmente abbondante.
Non saremo ricchi, amore mio, e volendo
Dio non chiederemo il pagamento della ragione,
il perché dell’estraneità struggente delle siepi piegate
né analizzeremo il respiro di Dio in un’affermazione normale.
Abbiamo gettato nella spazzatura le monete di fango
che ripagavano il piacere la conoscenza e il sentimento –
E Cristo viene con un fiore di gennaio.

Patrick Kavanagh

da "Il mito dell'Irlanda"
traduzione dii Nicola Gardini 


 avvento
/av·vèn·to/
sostantivo maschile
dal latino adventus ‘arrivo’
- dalla rete - 

1.- Arrivo, venuta (con un accento enfatico, come di predestinazione). "io annunzio l'avvento di un'arte novella"L'ultimo avvento, quello del Cristo trionfante alla fine dei tempi. Ascesa al trono, oggi quasi soltanto del papa. "l'a. al soglio di s. Pietro"
  2.-   Nella liturgia cristiana si riferisce al periodo di quattro settimane destinato al raccoglimento e alla meditazione prima della futura venuta del Signore (Natale di Gesù).
 
 

avvento, si aspetta, si attende trepidi,
qualcosa sta per accadere, tra noi;
il mito di un'attesa si carica di tensione,
eppure, dentro di noi, il silenzio.... 

sabato 21 settembre 2019

Haiku

 
 
 
Haiku n°22
 
attimi, soli, presenti,
distacca dal tempo frazione
riporta nel cuore momenti
 
Anonimo
del XX° Secolo
"Haiku"

venerdì 20 settembre 2019

Orizzonte e mano

Un orizzonte: una mano

 
Di tepore in tepore
la famiglia affonda
si rompe al di là di se stessa
al di là del no e degli alberi
cumulo dopo cumulo
di cartografie macchie foglie
la babele di un gomitolo torreggiante
risulta sogno polvere di ansie
di permanenza impossibile solo spigoli
segreto dopo segreto (nella bocca)
con strappi tensione piroette
sorge improvviso un orizzonte (freddo) una
mano (pesce) che entra oscena qui
dove dice proibito volare (disperdere) le cime
di parole (iceberg, cieli, campi di grano; iceberg) che attraversi
notte dopo notte (infelice)
lei circola (regina) (sporca) zoppa
tra rottura e nuoto


Nota: Chi parla qui? Nemmeno l’autrice lo sa.
 
Emma Villazón Richter
 
 
 L'orizzonte è la linea apparente che separa la terra dal cielo, la linea che divide tutte le direzioni visibili in due categorie: quelle che intersecano la superficie terrestre, e quelle che non la intersecano.
In molte località, l'orizzonte vero è oscurato da alberi, edifici, montagne, ecc. e l'intersezione risultante tra terra e cielo si chiama orizzonte visibile.
La parola orizzonte deriva dal greco horizōn (kyklos), "(cerchio) che delimita".
(da Wikipedia)
 
la mano, strumento indiscutibile,
può fare innumerevoli cose;
cogliere attimi preziosi è unico,
come un orizzonte lontano...