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James Wiens
“Lavender Villa” |
Villa chiusa
ne la campagna romana
So d'una villa chiusa e abbandonata
da tempo immemorabile, secreta
e chiusa come il cuore d' un poeta
che viva in solitudine forzata.
La circonda una siepe aggrovigliata
di bosso, ed una magica pineta
la cui ombra non più rende inquieta
la garrula fontana disseccata.
Tanta è la pace in questa intisichita
villa, che pare quasi che ogni cosa
sia veduta a traverso d' una lente.
Solo una ventarola arrugginita,
in alto, su la torre silenziosa,
che gira, gira interminatamente.
Corrado Govoni
da “Le fiale”, Lumachi, 1903
Corrado Govoni
(Tàmara, 29 ottobre 1884 – Lido dei Pini, 20 ottobre 1965)
in questa bella poesia tratta da "Le fiale" Govoni mostra appieno quel suo tipico e disinvolto uso dell’analogia, quel rifiuto delle canoniche sublimazioni poetiche è solo accennato.
Vi possiamo intravedere e leggere anche qualcosa di Aldo Palazzeschi, con la sua fontana malata, con i suoi palazzi misteriosi (visioni tipiche della poetica di Palazzeschi).
Quello che più salta agli occhi e risalta è la scelta di un posto, di un luogo per simboleggiare uno scenario che sfiorisce, di decomposizione, di appassimento: e Govoni mette a frutto tutta la sua abilità stilistica nel ricreare l’atmosfera, giocando con una serie di aggettivi (chiusa, abbandonata, segreta, disseccata, intisichita, arrugginita).
Questa poesia appare immobile come un quadro, un dipinto, movimenta la scena solo quella vecchia banderuola che gira senza fine (dalla rete).
anche la mia casa è chiusa, sola,
montagne intorno le parlano
il fiume le scorre di fianco, lento,
mai non riesco a tornare...