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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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martedì 30 aprile 2024

Differenza

La differenza
 
Penso e ripenso: – Che mai pensa l'oca
gracidante alla riva del canale?
Pare felice! Al vespero invernale
protende il collo, giubilando roca.
Salta starnazza si rituffa gioca:
né certo sogna d'essere mortale
né certo sogna il prossimo Natale
né l'armi corruscanti della cuoca.
– O pàpera, mia candida sorella,
tu insegni che la Morte non esiste:
solo si muore da che s'è pensato.
Ma tu non pensi. La tua sorte è bella!
Ché l'esser cucinato non è triste,
triste è il pensare d'esser cucinato.

Guido Gozzano 

Differenza 

è un sostantivo femminile che indica la qualità o condizione di una o più cose o persone che sono diverse da quelle che si trovano in rapporto con altre (dalla rete).

Quando è giorno il sole
si sente più caldo al cuore;
nell'immenso che siamo sono
un emozione da nulla, ora...

lunedì 29 aprile 2024

Treno

In treno

Un mandorlo fiorito in un giardino,
tra due nere statue mutilate
che guardavan laggiù il mare in burrasca,
mi accompagnò, durante tutto il viaggio,
con la sua gioia bianca ed odorosa,
traverso le pianure, i monti e le città,
come fosse incollato al finestrino.
Fino alla piccola stazione di campagna,
sussultante di campanelli:
dove affinò i suoi rami
in un grigiore di capelli,
sfiorì rapidamente,
si raccolse e sorrise mestamente
nel volto pallido di mia madre,
che mi attendeva sola
e mi diede sul cuore un bacio santo
che sapeva di cenere e di pianto.

Corrado Govoni 

Nel trasporto ferroviario,
un treno
è una serie di carrozze ferroviarie collegate
che corrono lungo un binario ferroviario e trasportano persone o merci, tipicamente trainate o spinte
da una o più locomotive.
(da wikipedia)

In viaggio ancora verso i ricordi
quelli di un treno, quello col fumo;
amorevoli attenzioni, la luna,
mia madre e carezze lontane...

domenica 28 aprile 2024

Spiriti ostili

L’eclettico e prolifico scienziato e maestro di pensiero esoterico-spirituale Rudolf Steiner (1861-1925) descrisse come esistano esseri spirituali ostili che si nutrono della nostre paura ed ansia (dalla rete).
 
 Spirito ostile

Io vi parlai con l'orgogliosa asprezza
che quasi svela una nemica fiera.
Pur s'appagava un desiderio, ed era
pur quello un lungo sogno di dolcezza

L'ora più grave certo non s'apprezza;
non s'annunzia quest'ora, passeggiera
del bene, oppur del male messaggera;
sorprende l'urto che non s'ode e spezza.

Nè mentiva il mio accento di disdegno.
Spirito ostile, cruda ragione
io in voi conobbi a qualche occulto segno.

L'anima si slanciò con ali pronte
sospinta da sua mala illusione:
ma urtò nel marmo d'una chiusa fronte.

Amalia Guglielminetti 

Distratto dai rumori e dal freddo
aggiungo incubi ai sogni sparsi;
ostili rappresaglie inchiodano
sospetti lontani e vicini, ora...

Relativamente  ad ansia e depressione, Steiner parlò di esseri ostili nel mondo spirituale che influenzano e si nutrono della emozione umana. Si tratta di un concetto ampiamente rifiutato dalla maggioranza delle persone oggi. Tuttavia questa analisi viene considerata vera dagli sciamani ed altri che hanno accesso alle dimensioni spirituali, per poter alleviare la sofferenza umana dei loro pazienti.

sabato 27 aprile 2024

Protocollo cittadino #120 (Run)


Run
Sempre correndo, oggi
comne ieri sere di vento,
sussurri e stridori acuti
nel cuore, senza fine...

Gujil

venerdì 26 aprile 2024

Catullo e la Frigia

 35

Al poeta d'amore Cecilio, mio compagno,
papiro, questo devi dire:
venga a Verona
e lasci le mura nuove di Como, le rive del Lario:
voglio che ascolti certe fantasie
di un amico suo e mio.
Se ragiona, divorerà la strada
anche se mille volte, quando parte,
la sua dolce innamorata lo richiama
e con le braccia intorno al collo lo scongiura di restare,
vero, come dicono,
che muore per lui d'amore disperato.
Da quando poi ha letto i primi versi
per la signora di Díndimo,
un fuoco consuma quella poveretta in fondo al cuore.
Capisco: tu conosci troppo bene, ragazza,
la poesia di Saffo e questa di Cecilio a Cibele
ha un inizio splendido.

Publio Valerio Catullo

Erotismi di fattura pregevole
strizzano occhi distratti;
il tempo di flebili amori è finito
rimane un retrogusto agrodolce...
 
Il monte Dindimo è stat una montagna sacra  a Cibele.
Situata nell'est della Frigia il monte venne poi chiamato monte Agdistis.

giovedì 25 aprile 2024

Il mese di Aprile (zio Gino, il partigiano Noemo)

Noemo nel nome di battaglia,
lo zio partigiano mi aspetta
per quell'abbraccio annuale 
Noemi nel suo giovane cuore...
 

Nel 1975 gli Stormy Six includono il brano
La sepoltura dei morti,
ispirato all'omonimo passaggio di Thomas Stearns Eliot
nel loro disco Un biglietto del tram.


mercoledì 24 aprile 2024

Spiegazione, poesia e riflesso (uccelli tetri)

Secondo Jung, gli uccelli sono legati al mondo delle idee: rappresentano i pensieri, l’immaginazione, la fantasia
In quanto rappresentazione della nostra parte più intangibile e incorporea, alludono alla necessità di elevarsi rispetto agli aspetti più materiali dell’esistenza, per rivolgersi verso la propria essenza più spirituale, verso la propria anima.
Vedere uccelli in sogno è un’indicazione rispetto ad una precisa volontà di perseguire una meta ideale, che consenta di sublimare le pulsioni del corpo ed i moti dell’animo più bassi ed innalzare l’anima verso stati superiori dell’essere, alla ricerca degli aspetti più profondi dell’animo.
Sognare uccelli neri, colore dell’inconscio e di ciò che non è integrato alla coscienza, può indicare la presenza di pensieri inconsci temibili, disturbanti e paurosi (dalla rete).
 

Uccelli tetri

Empie la cupola de’ cieli un greve
Vapor cinereo;
Copre gl’intermini campi un funereo
Lenzuol di neve.

Per l’aria gelida, sui bianchi e morbidi
Deserti immensi,
Trasvolan nugoli profondi e densi
D’uccelli torbidi.

Vulturi ed aquile, nibbii e sparvieri
Sinistri e torvi;
Innumerabili turbe di corvi
Lugubri e neri.

I vicendevoli odii si scordano
Volando forte,
E di fameliche strida di morte
Lo spazio assordano.

Con ali volano sicure e pronte,
Qual da presaga
Forza travolti verso una plaga
Dell’orizzonte.

— O lupi aerei, epe affamate,
Gole stridenti,
Per l’aria gelida, sfidando i venti,
Ove ne andate? —

— Noi lupi aerei, ventri affamati,
Stridenti gole,
Verso la plaga voliam del sole,
Dove su lati

Campi altri lupi che la natura
Perfezionarono,
Che han nome d’uomini, ci prepararono
Larga pastura.

Arturo Graf

Come nubi foriere
di piogge, scure, cieli
velati di ogni infranti;
si vive legati al destino...

martedì 23 aprile 2024

Goccia

La goccia

Che piccola cosa, una vita!
La mia, come tutte, è una goccia.
Voglio si perda in un mare d'amore,
perché è l'unica via, altrimenti
è una goccia sprecata:
troppo piccola
per essere felice da sola,
e troppo grande
per accontentarsi del nulla".

Anonimo

Densi sentimenti imperlano
angoli di occhi invecchiati;
il sapore di sale mescola
gioie e dolori insieme...


lunedì 22 aprile 2024

Gesti

Dammi la tua mano…
Vedi?
Adesso tutto pesa la metà…

Leo Delibes 

Dare la mano è un gesto di saluto o di accordo che si fa stringendo la mano di un'altra persona. È un modo comune per mostrare rispetto, cortesia, fiducia o accordo reciproco (dalla rete).

 Mano nella mano andiamo
dove ci porta il cuore spesso
siamo preda di assurdi ostacoli
e rimaniamo fermi, inmmobili....

domenica 21 aprile 2024

Protocollo cittadino #119 (Sempre)


Sempre

Sempre un inciso assegna
 dolorosi ricordi, rimpianti
persi nell'esistere insieme;
solitudine come risposta...

Gujil

sabato 20 aprile 2024

Azalee

L'azalea è una bellissima pianta molto apprezzata da chi ama il giardinaggio perché, anche coltivandola in vaso, regala grandi soddisfazioni. Basta trovare la giusta esposizione, in modo che abbia tutta la luce del sole necessaria, scegliere la tipologia di terra più adatta a lei e non dimenticarsi di innaffiarla con acqua. L'azalea produce dei fiori colorati molto scenografici.
(dalla rete)

Azalee nella pioggia

Maturità scoppiante dei colori,
fu vostra la grazia dell’aria
nel lume di primavera. Ora si turba
lo splendido fervore.
Ma se il lago riaccenna al sereno
tra i canti d’una gita
sul mondo scampato ai temporali
le più bianche s’illudono d’eterno.

Vittorio Sereni

L'azalea è il nome generale di una pianta a cui fanno capo diverse varietà, fra cui anche i rododendri, infatti il nome della famiglia vegetale per entrambi è quello del Rhododendron
Si tratta di una specie originaria dell’Asia e del Nord America che vanta più di 500 piante diverse; il nome Rhododendron significa "albero rosa" in greco, e probabilmente deriva dal fatto che il colore più comune dell'azalea è proprio il rosa.
Questa pianta si trova in natura sotto forma di un arbusto di piccole dimensioni, dalle piccole foglie ovali e dai fiori riuniti in piccoli mazzi estremamente decorativi.
 
Acqua sui fiori, sui prati
sentiero infangati precludono
percorsi virtuosi e ameni;
rimango col senso di poi... 
 
Una volta capito quanta acqua somministrare e qual è il luogo per una perfetta esposizione, l'azalea saprà ricompensare con i suoi splendidi fiori colorati
Questi, che possono essere bianchi, rosa, rossi o viola, contribuiscono a rendere il balcone o la terrazza della nostra casa un'esplosione di allegria. Sia che venga coltivata in vaso, sia che sia stata piantata in pieno campo, l’azalea richiede molta acqua. Il terreno (che deve essere acido) deve però rimanere sempre ben drenato in modo che non si creino dei pericolosi ristagni d'acqua. In generale, si può bagnare il terreno quando esso risulta arido, inoltre, per mantenere costante il tasso di umidità, può risultare utile effettuare una pacciamatura alla base del vaso usando della corteccia o delle foglie.

venerdì 19 aprile 2024

Davanti...

Davanti a San Guido

I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardâr.

Mi riconobbero, e – Ben torni omai –
Bisbigliaron vèr’ me co ’l capo chino –
Perché non scendi? Perché non ristai?
Fresca è la sera e a te noto il cammino.

Oh sièditi a le nostre ombre odorate
Ove soffia dal mare il maestrale:
Ira non ti serbiam de le sassate
Tue d’una volta: oh, non facean già male!

Nidi portiamo ancor di rusignoli:
Deh perché fuggi rapido cosí?
Le passere la sera intreccian voli
A noi d’intorno ancora. Oh resta qui! –

– Bei cipressetti, cipressetti miei,
Fedeli amici d’un tempo migliore,
Oh di che cuor con voi mi resterei –
Guardando io rispondeva – oh di che cuore!

Ma, cipressetti miei, lasciatem’ ire:
Or non è piú quel tempo e quell’età.
Se voi sapeste!… via, non fo per dire,
Ma oggi sono una celebrità.

E so legger di greco e di latino,
E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtú:
Non son piú, cipressetti, un birichino,
E sassi in specie non ne tiro piú.

E massime a le piante. – Un mormorio
Pe’ dubitanti vertici ondeggiò,
E il dí cadente con un ghigno pio
Tra i verdi cupi roseo brillò.

Intesi allora che i cipressi e il sole
Una gentil pietade avean di me,
E presto il mormorio si fe’ parole:
– Ben lo sappiamo: un pover uom tu se’.

Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse
Che rapisce de gli uomini i sospir,
Come dentro al tuo petto eterne risse
Ardon che tu né sai né puoi lenir.

A le querce ed a noi qui puoi contare
L’umana tua tristezza e il vostro duol.
Vedi come pacato e azzurro è il mare,
Come ridente a lui discende il sol!

E come questo occaso è pien di voli,
Com’è allegro de’ passeri il garrire!
A notte canteranno i rusignoli:
Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire;

I rei fantasmi che da’ fondi neri
De i cuor vostri battuti dal pensier
Guizzan come da i vostri cimiteri
Putride fiamme innanzi al passegger.

Rimanti; e noi, dimani, a mezzo il giorno,
Che de le grandi querce a l’ombra stan
Ammusando i cavalli e intorno intorno
Tutto è silenzio ne l’ardente pian,

Ti canteremo noi cipressi i cori
Che vanno eterni fra la terra e il cielo:
Da quegli olmi le ninfe usciran fuori
Te ventilando co ’l lor bianco velo;

E Pan l’eterno che su l’erme alture
A quell’ora e ne i pian solingo va
Il dissidio, o mortal, de le tue cure
Ne la diva armonia sommergerà. –

Ed io – Lontano, oltre Apennin, m’aspetta
La Titti – rispondea – ; lasciatem’ ire.
È la Titti come una passeretta,
Ma non ha penne per il suo vestire.

E mangia altro che bacche di cipresso;
Né io sono per anche un manzoniano
Che tiri quattro paghe per il lesso.
Addio cipressi! addio, dolce mio piano! –

– Che vuoi che diciam dunque al cimitero
Dove la nonna tua sepolta sta? –
E fuggíano, e pareano un corteo nero
Che brontolando in fretta in fretta va.

Di cima al poggio allor, dal cimitero,
Giú de’ cipressi per la verde via,
Alta, solenne, vestita di nero
Parvemi riveder nonna Lucia;

La signora Lucia, da la cui bocca,
Tra l’ondeggiar de i candidi capelli,
La favella toscana, ch’è sí sciocca
Nel manzonismo de gli stenterelli,

Canora discendea, co ’l mesto accento
De la Versilia che nel cuor mi sta,
Come da un sirventese del trecento,
Pieno di forza e di soavità.

O nonna, o nonna! deh com’era bella
Quand’ero bimbo! ditemela ancor,
Ditela a quest’uom savio la novella
Di lei che cerca il suo perduto amor!

– Sette paia di scarpe ho consumate
Di tutto ferro per te ritrovare:
Sette verghe di ferro ho logorate
Per appoggiarmi nel fatale andare:

Sette fiasche di lacrime ho colmate,
Sette lunghi anni, di lacrime amare:
Tu dormi a le mie grida disperate,
E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare. –

Deh come bella, o nonna, e come vera
È la novella ancor! Proprio cosí.
E quello che cercai mattina e sera
Tanti e tanti anni in vano, è forse qui,

Sotto questi cipressi, ove non spero
Ove non penso di posarmi piú:
Forse, nonna, è nel vostro cimitero
Tra quegli altri cipressi ermo là su.

Ansimando fuggía la vaporiera
Mentr’io cosí piangeva entro il mio cuore;
E di polledri una leggiadra schiera
Annitrendo correa lieta al rumore.

Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo
Rosso e turchino, non si scomodò:
Tutto quel chiasso ei non degnò d’un guardo
E a brucar serio e lento seguitò.

Giosuè Carducci

Alberi alti che seguono vite
di uomini che vivono attimi;
il vento accarezza quei volti
che ancora sanno soffrire...

giovedì 18 aprile 2024

Fiori sempre graditi?

Il tulipano è il fiore maschile per eccellenza sempre nei toni forti già  indicati. 
E’ simbolo di vita e di amore perfetto. 
 
Eternità
Tra un fiore colto e l’altro donato
l’inesprimibile nulla.

Giuseppe Ungaretti

Fiori nel senso esatto
dell'essere conseguenti?
"Ti regalerei dei fiori ma..."
poi ci si scorda delle date... 
 
La prima regola da rispettare per la scelta dei fiori da regalare ad un uomo è quella di evitare i fiori troppo fragili dai toni troppo tenui perché richiamerebbero ad un significato troppo romantico. 
Pensiamo, invece, ad un bel rosso, a un bel arancione ad un giallo intenso. 
Anche la corolla della avere un’aspetto deciso per cui si consiglia di regalare ad un uomo un mazzo di tulipani, di sterlizie o di anthurium che, ovviamente, deve essere confezionato senza fiocchetti o merletti di sorta. Meglio una fettuccia colorata e opaca su tono del colore scelto. I fiori hanno un significato che va comunque ricordato: le rose sono una scelta sia per le donne che per gli uomini. Ad ogni colore di rosa corrisponde un significato diverso (dalla rete).

mercoledì 17 aprile 2024

Protocollo cittadino #118 (Sul ciglio)

Sul ciglio
 
Equilibrando sul ciglio mi pongo
quesiti irrisolti e vaghi;
il senso? la via? la vita?
Soppeso iniziali disturbi e vago
sentieri nuovi, indecisi.
Sarò breve nel mio disfare...

Gujil
 
Per ciglio si intende l'orlo, il margine esterno 
(il ciglio della strada, il ciglio di un burrone).

martedì 16 aprile 2024

Argine

L'argine è un'opera di difesa passiva del territorio atta ad impedire lo straripamento dei corsi d'acqua. Esso è generalmente costituito da un rilevato impermeabile in terra simile ad una diga che può raggiungere altezze anche considerevoli (in Italia sia il fiume Po sia il fiume Adige hanno argini che superano i 10 metri di altezza)
Secondo la convenzione della destra e sinistra orografica, ponendosi rivolti nella direzione del corso dell'acqua, le spalle alla sorgente, si dice argine destro quello posto a destra, argine sinistro l'altro (da wikipedia).
 
Dall'argine

Posa il meriggio su la prateria.
Non ala orma ombra nell’azzurro e verde,
un fumo al sole biancica: via via
fila e si perde.
Ho nell’orecchio un turbinio di squilli,
forse campani di lontana mandra:
e, tra l’azzurro penduli, gli strilli
della calandra.

Giovanni Pascoli

Fiori e colori nei prati
di primavere che sommano
anni percorsi di polverose
strade e argini sfiorati...

lunedì 15 aprile 2024

Diana e Catullo

Diana 
 
Diana è una dea italica, latina e romana, signora delle selve, protettrice degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti, protettrice delle donne, cui assicurava parti non dolorosi, e dispensatrice della sovranità. 
Spesso questa dea romana si fa corrispondere alla dea Artemide della mitologia greca, ma secondo alcuni studiosi la fusione fra le due figure avvenne solo in un secondo momento. Artemide-Diana, dea della caccia, della verginità, del tiro con l'arco, dei boschi e della Luna, durante il sincretismo religioso dell'età imperiale venne ulteriormente identificata con altre divinità femminili orientali.
 
34

Affidàti al nome di Diana
fanciulle e giovani innocenti,
il nome di Diana cantiamo,
fanciulle e giovani innocenti.
O figlia di Latona, sangue
grande del grandissimo Giove,
sotto quell'ulivo di Delo
certo ti partorí tua madre
perché signora di montagne,
di boschi verdi diventassi
e delle macchie misteriose,
dei fiumi percorsi di suoni.
Ti chiamano Giuno Lucina
le donne nel loro travaglio,
ti chiamano Luna di luce
riflessa, Trivia onnipotente.
Tu che l'anno in cicli mensili
dividi lungo il suo cammino,
col buon raccolto della terra
riempi le case ai contadini.
Qualunque nome tu assuma,
noi t'invocheremo, ma tu
col tuo aiuto, come un tempo,
proteggi il popolo di Roma.

Publio Valerio Catullo

Secondo la leggenda, Diana - giovane vergine abile nella caccia, irascibile quanto vendicativa - era amante della solitudine e nemica dei banchetti; era solita aggirarsi in luoghi isolati. 
In nome di Amore aveva fatto voto di castità e per questo motivo si mostrava affabile, se non addirittura protettiva, solo verso chi - come Ippolito e le ninfe che promettevano di mantenere la verginità - si affidava a lei.
Diana è gemella di Apollo (o Febo) ed è figlia di Giove e Latona.
(da wikipedia)

Pregare fa parte dell'essere
che noi crediamo di essere, soli
affidiamo agli Dei le nostre colpe
indifesi cerchiamo riparo ai fortunali...

domenica 14 aprile 2024

Poesia, video e riflesso

 
 
 Invece, a volte si va via,
senza rumore, come gelo
che varca porta e cuore;
via, senza più ritornare...
 
Rimani

Rimani!
Riposati accanto a me.
Non te ne andare.
Io ti veglierò.
Io ti proteggerò.
Ti pentirai di tutto fuorché d’essere venuta a me,
liberamente, fieramente.
Ti amo.
Non ho nessun pensiero che non sia tuo;
non ho nel sangue nessun desiderio che non sia per te.
Lo sai.
Non vedo nella mia vita altra compagna,
non vedo altra gioia.
Rimani.
Riposati.
Non temere di nulla.

Dormi stanotte sul mio cuore…

Gabriele D'Annunzio


sabato 13 aprile 2024

Veccia e papavero nel campo di grano

Bellezza

Il campo di frumento è così bello
solo perchè ci sono dentro
i fiori di papavero e di veccia ;
ed il tuo volto pallido,
perchè è tirato un poco indietro
dal peso della lunga treccia.

Corrado Govoni

Veccia

Nome volgare attribuito a parecchie leguminose selvatiche dei generi Lathyrus, Lotus e Vicia (famiglia Fabacee), e particolarmente alle specie coltivate.
Comunissima anche allo stato spontaneo e rappresentata da molte varietà è Vicia sativa , che ha fusti angolosi, foglie paripennate terminanti con un viticcio, fiori porporini, legumi compressi e semi bruni; è volgarmente chiamata veccia comune o veccia nera.
-TRECCANI-

Il rosso papavero invece è un fiore che conosciamo tutti.
 
 
 
Che ne sai tu? di un
campo di grano... poesia
un canzone di significato
qualche anno è passato...
 

venerdì 12 aprile 2024

Male (bene)

In tutti i tempi e presso tutte le culture, il problema del male (e conseguentemente quello di ciò che è ritenuto il suo opposto, il bene) è stato un tema di riflessione da parte di filosofi, teologi, scrittori e poeti, i quali hanno cercato di dare risposta a questi fondamentali e drammatici interrogativi.
Ultimamente, sono state le neuroscienze a fornirci indicazioni più probanti sulla natura del male.

Il male

S'appiatta, a guisa d'aspide che dorme,
dentro il più tortuoso penetrale
del cuore, questo immedicabil male,
lo soffoca talor, incubo enorme.

V'imprime gravi e oscure le sue orme,
sigle roventi del dolor vitale,
che il calmo orgoglio del voler non vale
a cancellar con le sue fredde norme.

Se lo lambisce con insidiosa
lingua, v'incita l'anelare muto
che invan dissimulato arde e non posa.

Ma, se lo morde, il cuor ch'è solo grida
ad invocar perdutamente aiuto,
perchè il mal violento non lo uccida.

Amalia Guglielminetti

Nel cuore il male scaglia
i sassi all'anima candida;
diventare grandi, il rito,
passaggi, vite a scapito... 
 
E’ con l’uomo- scrive Edoardo Boncinelli nel suo nuovo libro “Il male. Storia naturale e sociale della sofferenza”  - che compare il male
Il male “nasce con l’uomo” 
 (Il Saggiatore, Milano)
Il male è ciò che è contrario al bene,
all’onestà, alla giustizia. 
E’ dolore, sofferenza psichica, morale e fisica. 
E’ malvagità, violenza, aggressività, malattia, avversità, sventura, danno, svantaggio (dalla rete).

 

giovedì 11 aprile 2024

Adamantina

Adamantina luna

Adamantina luna, a che dall’erto
Colmo de’ cieli ove solinga giri,
Questo d’acque dormenti sconfinato deserto
A che sì attenta e curiosa miri?

Come un liquido vetro a tondo a tondo
Lo sconfinato pelago si spiana,
Immobil come il cielo, e, come il ciel, profondo,
E spaventoso in sua quïete arcana.

Pari a nitida lampa onde s’inalba
Nel silenzio la sacra ombra de’ templi,
Tu negli spazii, o luna, ardi tranquilla e scialba,
E la deserta immensità contempli.

E i vagabondi nugoli non curi,
Che lievi, a guisa di volanti prore,
Corron dinanzi al vento, silenzïosi e scuri,
E via dileguan pel sereno albore.

Speri tu riveder, lieto portento,
Frammezzo a cori di Nereidi bionde,
Galatea viva e nuda, nella conca d’argento,
Su pel lucido errar specchio dell’onde?

O spii tu forse con geloso affetto,
Luna, gli amori di vezzosa ondina,
Che con ignoto amante, sovra purpureo letto,
Giace, fra’ gorghi di cristal, supina? 

Arturo Graf

Riflessi adamantini contornano
la silhouette di un volto che ascolta;
rimane la perplessità di un nulla
a colmare il senso di vuoto attorno...
  
Al giorno d'oggi il termine "adamantino" significa "di diamante" 
o più in genere, visto che letteralmente di diamante sono fatte ben poche cose,
che ha le proprietà del diamante
E quali sono le proprietà del diamante? 
Giusto l’essere saldissimo, durissimo, splendente, trasparente, eterno.