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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 31 agosto 2020

Poesia, riflesso e cammino

Il cammino fino a te

Fu lungo il mio cammino fino a te,
la vita intera quasi ti cercai
per serpeggianti avidi incontri
con altri, e tu non venivi.

E fino a dove s'apriva il tuo sguardo,
ombre attraversai e rumori sordi,
ma trapelava da me soltanto
purezza di suoni - per amor tuo.

Ogni tua carezza io piansi,
Prima che fosse nata la difesi,
e il nostro futuro incontro custodivo
con pazienza nel mio petto.

Fu lungo il mio cammino fino a te,
immensamente lungo, e quando tu davvero
finalmente davanti a me sei apparso,
ho riconosciuto te, ma me stessa a stento.

Immensi spazi avevo in me raccolto,
sconfinati aromi, timbri e desideri,
e abbracciavo ormai uno spazio così vasto
che accanto a me dovevi fermarti.

Fu lungo il mio cammino fino a te,
e ci ha unito per un incontro breve.
Sapendolo... di nuovo sceglierei
questo lungo cammino fino a te.

Blaga Dimitrova, 1961

Cammino è
l'atto del camminare e, per estensione,
il tragitto stesso da compiere o percorso
"Da Roma a Santiago c'è da fare un lungo cammino ''
(senso figurato) percorso spirituale (dalla rete)

Anche il nostro trovarsi non fu semplice,

un angolo, un caffè, un anello scomparso;
passano ere di solitarie riflessioni, rabbia,
tu ancora con me riprovi il sapore di ieri?

domenica 30 agosto 2020

Ponte Carlo



Il ponte Carlo (inceco Karlův most) è uno storico ponte in pietra sulla Moldava, situato nella città di Praga, e collega la Città Vecchia al quartiere di Malá Strana: è (forse) il più famoso monumento della capitale della Repubblica Ceca.
Il ponte Carlo (in Misura 515 metri di lunghezza e 20 metri di larghezza.
Il ponte è una delle più grandi attrazioni turistiche della città, ed è molto frequentato dagli artisti di strada, dai musicisti e dai venditori di "souvenir" durante tutto l'anno
(da Wikipedia).

ricordo ponte Carlo e la Moldava,
Praga, centro dell'est, la bruma;
ragazzo vagavo in Boemia tra cristalli
e musica mai ancora ascoltata...





Poesia scritta a Praga
 
Mi piacerebbe essere sepolto
a Mala Strana
in uno di questi silenziosi giardini
dove viene a svernare la cincia oltremontana
 
Che mi giacesse accanto
mia moglie innamorata di ponte Carlo
Il ponte è a pochi passi anche se solo
nel giorno del Giudizio potremo attraversarlo
 
Verrebbe a farmi visita
l’ombra di Halas quando muore il giorno
Abitava qui attorno, m’insegnerebbe
Il nome della prima stella
 
Ma Azneciv città che ha i suoi corvi
e i suoi golem pretende le mie ossa
Ci sarà qualcuno che si ricordi
di Bandini? Che sopra la sua fossa
 
rechi i fiori che amo (aquilegie, asfodeli)
e si fermi un poco a parlare con me?
Perché il mio cuore era di re
ma non avevo un regno né fedeli

Fernando Bandini




sabato 29 agosto 2020

Aforisma

Fai di me un prato. Con tanta luce.
E poi aggiungici un cielo, come vuoi tu.
E’ lì che io ti aspetterò.

Fabrizio Caramagna

immagine idilliaca, di serena arroganza,
infatti non possiamo decidere ni;
siamo preda del fato dicevano gli avi,
siamo preda di tutti gli eventi, le cose...

venerdì 28 agosto 2020

Stentore (a Giuseppe Tornaghi)


stentorea la voce che udii, mi prese,
cultura e parole d'arte, i quadri e le imprese;
non ho potuto salutarlo, amico di struttura,
ieri il mio cuore è pesato, per lui, per altri...

Anonimo
del XX°Secolo
"frammenti"




Stentore
(greco: Στέντωρ)
 
era l'araldo dei guerrieri greci,
descritti da Omero durante la guerra di Troia nell'Iliade.
Tra gli antichi greci l'araldo aveva il compito di rendere pubblici gli atti e disposizioni delle autorità civili e religiose e talvolta di mantenere le relazioni con popoli stranieri o nemici.
La dea Era prese le sue sembianze quando volle incoraggiare le truppe greche al combattimento. Morì in un duello vocale (a chi faceva la voce più grossa) con il dio Ermes che in quanto tale non avrebbe potuto perdere.
Stentore aveva la caratteristica di possedere una voce pari a quella di cinquanta uomini, tanto potente da sentirsi a miglia di distanza.
Dopo la presa della città di Troia da parte dell'esercito greco fece ritorno in patria, lì, forte delle sue imprese a squarciagola, volle sfidare follemente Ermes in una gara a chi urlava più forte: prevalse ovviamente il dio, che subito dopo punì l'arroganza di Stentore uccidendolo.
Dal suo nome è scaturito l'aggettivo stentoreo, con riferimento a una voce potente: voce stentorea.
(da Wikipedia)

giovedì 27 agosto 2020

Protocollo cittadino #31 e mozzicone di candela

mozzicóne
s. m. [der. di mozzicare, mozzico].
-TRECCANI-

La parte che resta di una cosa arsa, tagliata, spezzata, consumata, e sim., in gran parte della sua lunghezza: un m. di candela, di ramo; un m. di bastone; un m. di matita; un m. di sigaretta, di sigaro (anche assol.: c’è un m. per terra; m. acceso, spento; raccogliere i mozziconi).

Protocollo cittadino #31

sfiancato dall'inadeguatezza riprovo,
le cose, i dolori, la vita quotidiana;
sono perduto nell'ansia del tempo,
candela finita rischiaro il mio buio...


mercoledì 26 agosto 2020

Api e rose

C’è un’ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.

Trilussa

tra la serie di piante che particolarmente attirano le api (in quanto particolarmente ricche di polline) non so se ci siano anche le rose, di sicuro però ci vanno.
le api probabilmente non sono in grado di vedere il rosso definito “scarlatto” è un rosso molto acceso, composto da una piccolissima percentuale di giallo ed un’assenza totale di blu. Come accennato qualche riga fa le api apprezzano, o meglio vedono, il porpora, il vermiglione, il corallo, il bordeaux ed un’infinita tonalità di rossi: tutti tranne lo scarlatto.


le piccole cose della natura,
ci sono, ci circondano senza clamore;
siamo parte di un tutto eppure per noi
quel tutto è spesso solo relativo...


martedì 25 agosto 2020

Tacere




Colei che tace


Allora io vidi alcuna alzare il dito
al labbro ed implorar con occhi mesti.
Onde: – Sorella, – io l'ammonii, – con questi
miei detti io forse un duolo oscuro irrito.

Ma non ti turbi s'anche paia ardito
il mio parlar. Ben più te ne dorresti
s'io mascherassi sotto gaie vesti
l'aspro mal ch'ogni gioia ci ha rapito.

La voce mia la persuase a un riso
lievissimo d'assenso. La sua diaccia
mano mi porse reclinando il viso.

– Sorella, – disse, – d'uopo è pur celarla
questa ferita. È ben che occulta io giaccia:
ma tu, per quel ch'io tacqui e piansi, parla.

Amalia Guglielminetti

Tacere è  fare silenzio, cessando di fare chiacchiere inopportune o fastidiose; spec. all'imperativo: voi due, t. e seguite la lezione!; t., non sai quello che stai dicendo; anche, con fare causativo: fai t. i ragazzi, sto lavorando!; prov. chi tace acconsente, se non si esprime esplicitamente il proprio rifiuto a qualcosa, vuol dire che lo si accetta (dalla rete).

tacere, un pregio al giorno d'oggi,
tutti parliamo di tutto, siamo esperti;
dovremmo riacquistare il silenzio,
l'arte di tacere e cercare di capire...

lunedì 24 agosto 2020

"Spes, ultima dea"



Spes ultima dea
... ùltima ...
 (lat. «la Speranza ultima dea»).
- TRECCANI - 

Frase latina spesso usata per significare che la speranza non viene mai meno o che si può sperare fino all’ultimo, con riferimento al mito greco della dea Speranza che resta tra gli uomini, a consolarli, anche quando tutti gli altri dèi abbandonano la terra per l’Olimpo.


Cfr. il detto popolare la speranza è l’ultima a morire, e v. anche il verso dei Sepolcri citato nella voce speme.







Speranza
 
Il gigantesco rovere abbattuto
l'intero inverno giacque sulla zolla,
mostrando in cerchi, nelle sue midolla
i centonovant'anni che ha vissuto.
 
Ma poi che Primavera ogni corolla
dischiuse con le mani di velluto,
dai monchi nodi qua e là rampolla
e sogna ancora d'essere fronzuto.
 
Rampolla e sogna - immemore di scuri -
l'eterna volta cerula e serena
e gli ospiti canori e i frutti e l'ire
 
aquilonari e i secoli futuri...
Non so perché mi faccia tanta pena
quel moribondo che non vuol morire!
 
Guido Gozzano
da "La via del rifugio"


"spes" ultima dea per l'uomo,
nei ricordi, nei momenti, in tutto;
disperazione e dolore ripongono in lei,
la gioia, serena sorella, in disparte