Prati fumanti e letame, il cielo terso di Novembre: saliva la nebbia, si posava la bruma, sferzava un vento carico di inverno. Ora un freddo sole dardeggia raggi che più non scaldano,
gialle foglie del noce salutano, resta una cincia a guardare il nitore. Novembre non piace, si ricordano i morti, il mese percorre il preludio ai geli, a possibili nevi. Novembre mi ricorda il silenzio.
Questo è il mese cupo
triste di Novembre:
la nebbia sale
dai campi arati
di zinco come le conche
che la massaia provvida
metteva sotto la gronda,
Il sole pallido e stanco
fora la grigia cortina
e, felice si posa sul rosso frondoso.
E' un tripudio vermiglio
qual rubino raro orientale
splendido e intrigante
tra il caldo oro
dei pioppi tremuli.
Così sei venuto a me
mio dolce paese dell'età più bella
e ancor hai fatto palpitar il cuore:
tu così silenzioso e deserto
nella torpida mattina
di tardo autunno
mi hai riportato, tu così nuovo
tu all'ombra di eliche bianche
sussurranti voci e lamenti
delle montagne e colline inghirlandate, E ritorna la memoria
persa dietro a un tornante e già
torna un altro novembre
l'odore del mosto nei tini
il fumo acre che anneriva le case
e l'odor di legna accatastata
per l'inverno; l'incudine battuta dal maglio
e il cielo privo di voli.
Rosa Staffiere
Non sempre è cupo Novembre, non sempre, le strade intrise di freddo induriscono al gelo che incombe, al freddo; vorrei stare in un sole accecante...
Sferza, fischiando, il vento
gli alberi nudi, ch’alzan verso il cielo
gli scheletrici rami
e tutto, intorno, dice
che presto arriverà la neve, il gelo.
Non più frutti negli orti,
non c’è quasi più un fiore nei giardini,
è questa la stagione
del crisantemo, il triste fior dei morti.
A mazzi, od in corone,
tra i salici ed i neri
cipressi dei solinghi cimiteri
or tutte se ne infiorano le tombe,
perchè nella lor casa ultima e mesta
abbiano pur gli estinti
un pio giorno di festa.
Ugo Ghiron
La stagione autunnale è tra le più colorate, con le foglie degli alberi che da verdi diventano gialle, arancioni, rosse e addirittura grigie, dando vita a uno spettacolo della natura; il mese di Novembre segna il momento finale di questo meraviglioso spettacolo.
un mese di passaggio, come altri, autunno pieno preludio al freddo; Qualche foglia rimane, ciondola triste poiu cade, nel terreno avvizzito, nel fango...
Al contadino, nel novembre, piace la terra che riposa contemplare in pace. Al contadino, nel novembre, piace pensare alla semente che nei solchi giace. Al contadino, nel novembre, piace pei campi lavorati camminare in pace.
Vittorio Masselli
una volta quando veniva usato l'aggettivo "novembrino" (tipico del mese di Novembre) era automatico spontaneo associarlo alle sottili piogge e impalpabili nebbie tipiche del mese di Novembre; oggi non è più così, i cambiamenti climatici hanno cambiato le prospettive e la pianura padana ha perso un fascino che viene a volte riproposto in sporadiche giornate piene di silenzio, di passato e di indelebili e vividi ricordi.
Ercole Magrotti "Paesaggio novembrino"
da bimbi Novembre era un mese di brume i cimiteri ammantati di nebbie ed umori, prime avvisaglie del freddo e del gelo; si aspettava la neve per un bianco Natale..
Stempererò questo stare in silenzio sulla tavolozza dei pensieri racchiusi, colori tenui, come pastello di obli.
Tonalità che diano sereni costanti. recuperate dai fondi dell'anima, riposte, in un sorriso, anche solo accennato.
Anonimo del XX° Secolo poesie ritrovate
La tavolozza è uno strumento utilizzato in pittura
per preparare e mescolare i colori prima della loro stesura sul
supporto pittorico. Può avere varie forme e dimensioni, ma solitamente è
una piccola asse o tavoletta (di legno o di plastica, di forma ovale o
rettangolare), dotata di un foro che permette di sorreggerla infilandovi
il pollice e facendo aderire l'oggetto al braccio (da wikipedia).
Tanto più gaudiose innanzi agli occhi, tristi tuttor, m'apparvero le Amate, in tal figura d'anime beate ch'io me n'estasiai, muta, a ginocchi.
– Questo fervor ch'è in noi sembra trabocchi, ne accenda, quasi lucciole d'estate. Più non risplendon torcie in sacre arcate che i nostri cuori da tal fiamma tocchi.
Ed erano i lor detti luminosi, e i sorrisi e le fronti e gli occhi loro sì, ch'io parlando il volto mi nascosi.
– Cantate tutti i canti verginali – dissi. – Già scende Amor con ali d'oro a celebrar con voi i suoi sponsali.
Amalia Guglielminetti
si fa di tutto per amore, per la passione, quella che lega due corpi, li ammalia e seduce; ricordi di allora si mescolano ancora oggi, rivedo istanti vividi e momenti accesi...
Per amore mio
Ragazza noi siamo bugie del tempo Appesi come foglie al vento di Mistral Non eri ancora nata e già ti avevo dentro Come stanotte in questa casa di Alcazar
Ma più bello di averti è quando ti disegno Niente ha più realtà del sogno Il mondo non esiste Il mondo non è vero E ho sognato di me
Per amore, solo per amore Dei miei occhi, delle mie parole Con la frutta marcia fra le mani Con la donna che non c'è domani
Per amore, solo per amore Del bambino perso sulle scale Per tenermi se le gambe tremano E vedere dove gli altri guardano No, Sancio non muore
Ho combattuto il cuore dei mulini a vento Insieme a un vecchio pazzo che si crede me Ho amato Dulcinea insieme ad altri cento Ho cantato per lei, ma perché?
In un paese d'ombre fra la terra e il cielo Ora sogno di te
Per…
Per amore, solo per amore Di quel viso che non può tornare Della stella che non può cadere giù La tua mano che non sa tenermi più
Per amore, solo per amore mio Ho giocato sempre a strabiliare Per amore, solo per amore mio Dietro un velo che non puoi arrivarci tu
Nel fondo di questa notte
la tenebra mi potrebbe soffocare
se accanto a me non ci fosse lui -
finestra aperta, illuminata
da cui prendere il respiro.
Blaga Dimitrova
La felicità è lo stato d'animo (sentimento) positivo di chi ritiene soddisfatti i propri desideri.L'etimologia fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, "felice", la cui radice "fe-" significa abbondanza, ricchezza, prosperità. La nozione di felicità intesa come condizione (più o meno stabile) di soddisfazione totale, occupa un posto di rilievo nelle dottrine morali dell'antichità classica, tanto è vero che si usa
indicarle come dottrine etiche eudemonistiche (dal greco eudaimonìa) solitamente tradotto come "felicità". Il termine non solo indica gioia ma l'accettazione del diverso e la tranquillità con gli altri.Tale concezione varia, naturalmente, col variare della visione-concezione del mondo (Weltanschauung) e della vita su di esso. (da wikipedia)
qualcuno al tuo fianco, nel tempo, prima passione, desiderio, poi affetto; stare insieme è anche questo, non solo l'amore, uniti per percorrere insieme la vita che resta...
di nuovo preda del sogno, dell'incubo sla tempesta sembra in parte rientrata eppure, nel silenzio di anguste alcove ritengo doveroso pensare, in un riflesso di sfumature e significati. si vede lontona a guardare nel nitido mattitno, si sentono i più piccoli suoni, rumori contigui. Sarò in attesa del buio, stasera...
Gujil
Johann Heinrich Füssli "The Nightmare", 1781
Johann Heinrich Füssli
Nel 1781 fa il suo debutto su suolo londinese
tramite la Royal Academy di Londra, presso la quale viene esposto The Nightmare.
Si pensi a cosa poté suscitare la vista di un quadro simile nella
Londra di fine Settecento. Pathos, angoscia, grottesco, il senso di
inquietudine e di oppressione invade subito lo spettatore. Inizialmente
l’opera suscitò nel pubblico una serie di sentimenti contrastanti per
poi essere consacrato come un capolavoro dell’arte moderna. È senz’altro
una scena mai vista in precedenza che di primo impatto potrebbe essere
risolta con la spiegazione più spontanea: rappresenta la pesantezza e il
disagio provato durante un incubo.In realtà come in molti quadri, e questo
è il bello della storia dell’arte, l’opera del pittore svizzero
rappresenta un enigma da risolvere, una realtà da svelare.Una
giovane fanciulla viene ritratta svenuta sul letto, proprio sul ciglio,
con le braccia e la testa che cadono a peso morto. Sembra quasi che la
giovane sia morta e che i demoni le abbiano prosciugato la vita. Accanto
a lei un tavolino sul quale ci sono alcuni oggetti: una fialetta, uno
specchio e un libro. Poco più su il muso di un cavallo, con gli occhi
sbarrati, che sbuca da una tenda. La scelta di questo animale trova le
sue origini nelle tradizioni popolari della Germania, che Füssli aveva
accuratamente studiato, scoprendo leggende di streghe e demoni che
possedevano chi dormiva da solo: gli uomini venivano raggiunti da
cavalli o streghe, le donne credevano di avere un rapporto con il
demonio.Un’altra figura è presente
nel quadro: il demone che si poggia sopra la fanciulla. Bisogna
ricordare che originariamente il termine nightmare veniva
utilizzato per indicare un’esperienza terrificante, una sorta di
paralisi del sonno caratterizzata dalla sensazione di avere un peso sul
petto. L’immagine del già citato demone sembra descrivere questa
esperienza alla perfezione.L’incubo di Füssli non è un quadro unitario,
bensì l’insieme di immagini che concorrono alla definizione di incubo.
Un altro dato estremamente interessante è il richiamo all’arte antica,
base e musa ispiratrice dell’artista. Ci sono rimandi a Il sogno di Ecuba di Giulio Romano e all’Arianna addormentata vaticana (dalla rete).
L'epifonema è una figura retorica di pensiero che consiste nel
riassumere un discorso con una frase enfatica e solenne, posta
generalmente alla fine. Ha generalmente valore didattico. Di solito
viene espresso in forma esclamativa, ma può anche essere in forma
interrogativa (da wikipedia).
Epifonema
Degno d’invidia e virtuoso e saggio Chi dalla morte fu strozzato in cuna, E sprofondò nel nulla, e insiem l’oltraggio E il favore cessò della fortuna;
Né seppe di che triboli s’impruna Ai vivi questo inutile viaggio, Né contò le miserie una per una Che van del sole maturando al raggio.
Non patì, non peccò; vana baldanza Non chiuse in cor, né seguitò con vani Passi il vano baglior della speranza;
Né conobbe, maggior d’ogni dolore Che affatichi ed affranga i petti umani, Il disperato spasimo d’amore.
Arturo Graf
spesso usato negli scritti di molti, di troppi, esagerare, enfatizzare, creare false dimensioni; siamo fatti così, spesso estremizziamola vita a volte è la vita che si espande in noi...
Senza di te un albero
non sarebbe più un albero.
Nulla senza di te
sarebbe quello che è.
Giorgio Caproni
parlare per stati d'animo, per sentimenti, le sensazioni forti ci sommergono; siamo strane cose nel mondo perfetto, anomalie distruttive che si credono uomini...
Tempio consacrato, con fervore un grande tabernacolo io ti pingo, dove t'ho chiuso l' ostia del mio cuore, olocausto docile e solingo.
Su la porta di seta, nel bagliore , di un immenso topazio camarlingo, t'ho scolpita tra gigli e bianche suore, a guisa de l' Angelico fiammingo.
La veste che tu indossi l' ho tessuta di smeraldi, rubini e puro argento, su fili di moerri e di lampassi ;
e l'immagine tua, riflettuta ne l'oro de l'eletto pavimento, l'ho incrostata di mille crisoprassi.
Corrado Govoni
gemme di sogno orpellano corpi ritenuti possesso, amati e lasciati; l'amore è un istinto brutale velato da romanticherie insulse, leggere...
penso che la poesia si riferisca ad una pietra semipreziosa, il crisoprasio, crisopraso o crisopazio è una varietà di calcedonio che contiene piccole
quantità di nichel. Il suo colore è tipicamente verde-mela, ma può
prendere varie tonalità anche più scure. È considerata una pietra dura e
viene utilizzata come gemma e per scopi ornamentali (da wikipedia).