L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.
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giovedì 23 novembre 2023
Ancora fato
giovedì 28 settembre 2023
Il giardiniere dei sogni
lunedì 26 giugno 2023
Poesia e riflesso
sette lunghe miglia
io faccio ad ogni passo.
Dietro il bosco ed il colle
aspetta il mio cavallo rosso.
Vieni con me! Afferro le redini –
vieni con me nel mio castello rosso.
Lì crescono alberi blu
con mele d’oro,
là sogniamo sogni d’argento,
che nessun altro può sognare.
Là dormono rari piaceri,
che nessuno finora ha assaggiato,
sotto gli allori baci purpurei –
Vieni con me per boschi e colli!
tienti forte! Affero le redini,
e tremando il mio cavallo ti rapisce.
Hermann Hesse
domenica 11 giugno 2023
Ti dono il mio cuore, libro
giovedì 8 luglio 2021
Nel mio cuore tra riflesso e libro
Il mio cuore
Il mio cuore è una rossa
macchia di sangue dove
io bagno senza possa
la penna, a dolci prove
eternamente mossa.
E la penna si muove
e la carta s’arrossa
sempre a passioni nove.
Giorno verrà: lo so
che questo sangue ardente
a un tratto mancherà,
che la mia penna avrà
uno schianto stridente...
... e allora morirò.
Sergio Corazzini
il cuore mio non batte
che per inutili sogni;
la fragranza di una spezia induce
pensieri proibiti, carnali riscontri...
martedì 15 dicembre 2020
La piccola fiammiferaia
Nel divenir mi accendo
come fiamma, di freddo e gelo,
ricordo un attimo e ancor riprendo
nel proseguir cammino e anelo.
Parea vibrare il senso delle cose
insito in me il pensiero assente
a riviver tempi andati, spose
di dei sconfitti dal presente silente.
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
La piccola fiammiferaia
C'era una volta una bambina che non aveva né padre
né madre e viveva nel bosco oscuro. Un villaggio sorgeva al limitare del bosco,
e lei aveva imparato che là poteva comprare fiammiferi per mezzo penny e poteva
rivenderli per la strada a un penny intero. Se ne vendeva abbastanza, riusciva
a comprarsi un pezzetto di pane raffermo; tornava allora al suo povero rifugio
nel bosco e dormiva tenendosi addosso tutti gli abiti che possedeva.
Arrivò l'inverno, e faceva molto freddo. Non possedeva scarpe, e il cappotto
era talmente liso da essere trasparente. Aveva i piedi blu, con le dita tutte
bianche; altrettanto bianche erano le dita delle mani e la punta del naso.
Vagava per le strade e pregava i passanti di comprarle qualche fiammifero, ma
nessuno si fermava e nessuno si curava di lei. Così una sera si mise a sedere e
disse tra sé: "Ho dei fiammiferi. Posso accendere un fuoco e
scaldarmi". Ma non aveva legnetti né ciocchi. Decise comunque di accendere
i fiammiferi. E così, seduta con le gambe tese, strofinò il primo fiammifero. E
subito parve che freddo e neve fossero svaniti come per incanto. Invece dei
fiocchi di neve volteggianti nell'aria,vide una bella stanza con una stufa di
ceramica verde scuro, con lo sportello di ferro ornato di volute. La stufa emanava tanto calore da far ondeggiare
l'aria. Si rannicchiò vicino alla stufa e le parve di essere in paradiso.Ma
d'improvviso la stufa svanì e lei si ritrovò seduta nella neve, tutta tremante,
e per il freddo batteva i denti. E allora strofinò il secondo fiammifero e la
luce cadde sul muro della casa accanto e potè improvvisamente vedere dentro.
Nella stanza c'era una tovaglia candida come la neve che ricopriva una tavola,
e sulla tavola c'erano stoviglie di porcellana del bianco più puro, e su un
grande piatto c'era un'anatra appena sfornata, e proprio mentre stava per
mettersi a mangiare la visione svanì. Era di nuovo nella neve. Ma ora le ginocchia e i fianchi non le dolevano più.
Ora il freddo pungeva e bruciava lungo le braccia e nel petto, sicchè accese il
terzo fiammifero. E nella luce del fiammifero vide uno splendido albero di
natale, mirabilmente decorato con candeline bianche ornate di pizzo alla base,
e belle palle di vetro, e migliaia e migliaia di puntini luminosi che non
riusciva a capire che cosa fossero. E sollevò lo sguardo sull'albero enorme, e
quello si sollevava sempre più in alto, finchè divenne le stelle del cielo
sulla sua testa, e una stella attraversò sfavillando il cielo, e lei ricordò che
la mamma le aveva detto che quando un'anima muore, cade una stella. E d'improvviso dal nulla apparve la sua nonna, tanto gentile e affettuosa, e la
bimba fu così felice di vederla. La nonna sollevò il grembiule e l'avvolse
intorno alla bambina, se la strinse tra le braccia e la bambina provò felicità. Ma la nonna prese a dissolversi. E la bambina accese un fiammifero dopo l'altro
per riavere la nonna accanto a sé…un fiammifero dopo l'altro…e insieme presero
a salire in cielo dove non faceva freddo, non si provava fame né dolore. La
mattina dopo, lì tra le case, la bambina fu ritrovata immobile. Era andata via
per sempre (dalla rete).
domenica 5 luglio 2020
Poesia, libro e riflesso
quella che io amo è grande quanto il mondo:
mettimene nel petto un altro
che sia grande quanto il mondo.
Nizar Qabbani
domenica 25 agosto 2019
Protocollo marino #7 con mostri marini

E dunque, esaminiamo cinque figure di mostro marino che, nella letteratura di tutti i tempi, hanno fatto molto parlare di sé.
(dalla rete)
2. Il calamaro gigante: Forse il più classico fra i mostri marini3. Il serpente marino: Il mostro per eccellenza della mitologia
4. Lo squalo: Un pesce assassino che ha ispirato numerose pellicole cinematografiche
5. Moby Dick: Una balena bianca (un capodoglio) simile ad un fantasma
domenica 14 luglio 2019
Fiaba, non favola
Le parole
La verità delle fiabe
In pericolo son quelli che si amano.
Il personale è rimasto lo stesso,
se si trova un'anima, una bocca,
che racconta delle fiabe come se
fosse stata presente, dato che re mendicanti,
anni più lunghi, alberi intoccabili,
uccelli onniscienti,
spiriti e genietti erano con noi,
le bestie parlavano la nostra lingua
sopra e sotto terra,
apertamente, trascinate nel crepitare
del tempo che consuma ricordi e oblio –
In pericolo son quelli che si amano.
traduzione di Nino Muzzi

Per fiaba s’intende un racconto, quasi sempre in prosa, che narra una serie di vicende, spesso fantastiche, in cui il protagonista deve superare un certo numero di ostacoli per ottenere un premio.
I protagonisti sono solitamente degli esseri umani, particolarmente ragazzi e ragazze, impegnati a dover superare varie difficoltà e sono in questo spesso aiutati o contrastati da forze magiche.
venerdì 28 dicembre 2018
C'era una volta...
Di notte si sente l’eco dei grandi giorni gloriosi,
case, foreste e navi incendiate,
cavalieri galoppavano sui campanili, scendevano giù
in pianura,
altri raccoglievano i morti, levavano bandiere,
altri disegnavano mezzelune rosse sui muri. Ora
un calesse senza vetturino passa sulla litoranea
e il cane randagio nero guarda il fiume
come se conoscesse già quello che noi ci rifiutiamo
di vedere.
Karlòvasi, 30.VI.87
Ghiannis Ritsos
traduzione di Nicola Crocetti
Nella letterature europee, è attestata da Apuleio, che apre la favola di Amore e Psiche nelle Metamorfosi con "Erant in quadam civitate rex et regina..."

giovedì 10 maggio 2018
Immagine fiabesca

Immagine fiabesca
Quel giorno blu d’autunno sbrigliato
l’aria un nuovo mare di cristallo,
e sul suo fondo i boschi e i campi,
appena mossi dal vento e inondati di luce.
Ma nel bosco di querce dov’era l’ombra
e le foglie cadevano come monete che
nessuno osa toccare,
allora apparvero a briglia sciolta tre cavalieri.
Della loro meta nulla possiamo dirvi.
Lars Gustafsson
Sulla ricchezza dei mondi abitati
- TRECCANI -
Anche sostantivo maschile. (sottintendendosi elemento, carattere e sim.): il fiabesco nella pittura di
domenica 1 aprile 2018
Fiaba di Pasqua
domenica 25 marzo 2018
Passerotti
che tornano dall'aldilà
a confondersi con un cielo
che mai più potrò recuperare.
le ore giovani che ho dato
e dal mare giunge un fantasma
fatto di cose che amai e persi.
come perdemmo gli uccelli ed il mare,
un sogno breve e antico come il tempo
che gli specchi non possono riflettere.
e quell'altra e tutte eri tu;
infine riuscii a capire quando un addio è un addio,
la solitudine mi divorò e fummo due.
che volano ciechi sul mare,
la notte è uno specchio
che mi ridà la tua solitudine.
che torna dall'aldilà
a confondersi con un cielo
che mai più potrò recuperare.

Dettero loro la caccia. Parte ne ammazzarono, parte ne fecero prigionieri.
Ma la fame si faceva sentire sempre più forte. O morire o rinunciare al bel vestito di piume colorate.
(dalla rete)
giovedì 18 febbraio 2016
Corvo
Del ciel la nebbia boreal si pigia:
Sotto la nube grigia
Appare il corvo come un punto nero.
Sovra il piano deserto
Stende la neve un gran lenzuolo bianco:
Un pellegrino stanco
Trascina alla ventura il passo incerto.
Qualche sfrondata macchia
Lugubremente impruna la pianura;
Avido di pastura
Sotto la nube il negro corvo gracchia.
Irretito dal gelo,
Vinto dalla stanchezza e dall’ambascia,
Il pellegrin s’accascia;
Il corvo sopra lui tresca pel cielo.
messaggi contrastanti,