...........................................................................................................................................

L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


...........................................................................................................................................

giovedì 31 marzo 2016

Dardo


I dardi
 
 Una fanciulla in un giardino
 Due donne in un vaso di fiori
 Tre fanciulle nel mio cuore
 Senza limiti senza condizioni.

 Una palma di mano su un vetro
 Una palma di mano su un seno
 Un bottone che si sbottona
 Una mammella che si scopre
 Mentre
il Sagittario con i dardi
 Brilla lassù in cielo
 Senza limiti senza condizioni.

  Andreas Embirikos
La liberazione dell'amore
Traduzione di Massimo Cazzulo
 
 

 dardo
sostantivo maschile [dal francese dard, di origine francone] 
TRECCANI
 
 - 1. [arma costituita da un'asta di legno con la punta di ferro] ≈ freccia, (poet.) quadrella, saetta, (lett.) strale.
- 2. (fig.) dardo
a.- [scarica elettrica tra due nubi o tra le nubi e il suolo: Giove saettava i suoi dardi.] ≈ folgore, fulmine, saetta.
b.- [emanazione cocente del sole] ≈ raggio. c. (poet.) [atto della donna amata, che trafigge il cuore] ≈ strale (amoroso).
 
 
frecce nei cuori,
la mia faretra vuota mi guarda,
quante scagliate lontano,
troppo lontano...

mercoledì 30 marzo 2016

Recessi primaverili


ho lasciato vuoti,
alcuni nascosti recessi,
le mille voglie represse,
le cose passate
e quelle a venire...

Gujil


 
recesso
[re-cès-so] sostantivo maschile
- Sabatini Coletti -
 
1.- lett. Luogo nascosto, appartato
2.- fig. (al pl.) La parte più intima, più segreta della sfera interiore: gli oscuri recessi dell'anima
3.- anat. Cavità ossea o di altro tipo a fondo cieco: r. duodenale
4.- dir. Atto con cui il soggetto di un negozio giuridico rinuncia a prendervi parte: r. dal processo
 
 

martedì 29 marzo 2016

Cerca

In mitologia e in letteratura una cerca è un viaggio verso un obiettivo che serve come strumento della trama e spesso come simbolo. Le cerche compaiono nel folclore di ogni popolo e compaiono anche preminentemente in culture non nazionali.
Nella letteratura l'obiettivo della cerca richiede un grande sforzo da parte dell'eroe per essere ottenuto, compreso il superamento di molti ostacoli, tipicamente lunghi viaggi.
L'aspetto del viaggio permette al narratore di mostrare luoghi e culture esotiche (un obiettivo del narratore, non del personaggio).
Nei giochi di ruolo viene chiamata Quest.  
 

Io ti cerco

 Io ti cerco, tu cerchi un altro,
 e infine si perde il nostro desiderio
 nella distanza nelle giornate grigie
 e non vede una via verso la stessa meta.

 Oh, tu ed io, che non ci siamo mai incontrati,
 il mio cuore è stanco di cos’era ed è.
 Tu non mi desideri, e mi hai avuto per caso,
 io non ho potuto averti, e ti ho persa.
 
Stein Stenarr
Traduzione di Silvia Cosimini 
 

cercare, scovare, sempre,
una ricerca continua, silente;
poi l'urlo, la gioia e il pianto,
nel tempo le risposte...

Normalmente lo scopo della cerca è per l'eroe l'ottenimento di qualcosa o qualcuno e con questo oggetto tornare a casa.
L'oggetto può essere qualcosa di nuovo, che soddisfa una mancanza nella sua vita o qualcosa che gli è stato rubato a lui o a qualcuno con l'autorità di inviarlo in missione.
“Sir Galahad alla cerca del Graal”
di Arthur Hughes - (1832-1915)
 
A volte l'eroe non desidera ritornare.
L'obiettivo della cerca di ser Galahad per il Graal è di trovarlo, non di tornare con esso.

Un ritorno può a volte essere impossibile: Enea cerca una nuova terra in cui insediarsi, dopo aver perso Troia all'inizio dell'Eneide di Virgilio e alla fine si insedia in Italia per diventare un antenato dei Romani.
Se l'eroe ritorna dopo il culmine della ricerca può dover affrontare un falso eroe che tenta di farsi passare per lui o la sua risposta iniziale può essere un rifiuto del suo ritorno, come descritto da Joseph Campbell nella sua analisi critica della cerca in L'eroe dai mille volti (The Hero With a Thousand Faces).
Se qualcuno invia l'eroe a una cerca, la ragione evidente può essere falsa, e il vero scopo può essere la speranza che l'eroe muoia nel tentativo o che si allontani per un certo periodo tempo, ma solitamente l'impostore viene alla fine smascherato e punito.
Le storie di cerche con falsi obiettivi includono le leggende di Giasone e Perseo, e la storia di Beren e Lúthien narrata nel Il Silmarillion di J. R. R. Tolkien.
In effetti l'obiettivo della cerca può essere in realtà solo una conveniente ragione per giustificare il viaggio dell'eroe, in sostanza un MacGuffin.
La cerca nella forma del viaggio dell'eroe gioca un ruolo centrale nel monomito descritto da Joseph Campbell: l'eroe lascia il mondo comune e si imbarca in un viaggio in una terra di avventure, prove e ricompense magiche (da Wikipedia).

lunedì 28 marzo 2016

Pasquetta


Il lunedì dell'Angelo
(detto anche lunedì di Pasqua, lunedì in Albis oppure Pasquetta)
è il giorno dopo la Pasqua.
Prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l'incontro dell'angelo con le donne giunte al sepolcro.
Popolarmente si usa maggiormente il termine Pasquetta.
 
Il Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salome andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamare il corpo di Gesù.
Vi trovarono il grande masso che chiudeva l'accesso alla tomba spostato; le tre donne erano smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un angelo che disse:
“Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso.
Non è qui! è risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto” (Mt 28,5-6).
E aggiunse: “Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli”, e si precipitarono a raccontare l'accaduto agli altri.
 
in attesa del mattino
bevo un caffè, caldo e fumante;
le cince cinguettano coi merli,
l'arrivo di questa primavera...
 
 
Il lunedì dell'Angelo, in Italia, è un giorno di festa che generalmente si trascorre insieme a parenti o amici con una tradizionale gita o scampagnata, pic-nic sull'erba e attività all'aperto.
Una interpretazione di questa tradizione potrebbe essere che si voglia ricordare i discepoli diretti ad Emmaus.
Infatti, lo stesso giorno della Resurrezione, Gesù appare a due discepoli in cammino verso Emmaus a pochi chilometri da Gerusalemme: per ricordare quel viaggio dei due discepoli si trascorrerebbe, dunque, il giorno di Pasquetta facendo una passeggiata o una scampagnata “fuori le mura” o “fuori porta”.
(dalla rete)
 

domenica 27 marzo 2016

Libertà


La libertà
 
Dono di gelo, libertà, che vali?
Io vago, tratta da tue aeree dita,
per tante strade, e tosto oblio per quali.

Vado, e non so che strana ansia m'incita
di luogo in luogo, sì che giunta a pena
già mi sospinge a nuova dipartita.

Nuova lusinga all'anima balena,
l'attira con la sua dolce menzogna
ov'è d'oro o di ferro la catena.

Chi t'ha perduta, o libertà, ti agogna.
Chi ti possiede non t'apprezza più.
D'averti, alata scorta, si rampogna,

e t'adopra a cercar la schiavitù.
 
Amalia
Guglielminetti

 
li-ber-tà
Assenza di costrizioni
dal latino: libertas l'essere libero
(dalla rete)
 
Le parole archetipiche sono spesso le più comuni e le più difficili - difficile scovarne gli etimi più profondi, trarne i significati più puri e completi.
La libertà, forse, si avvicina etimologicamente al piacere: libare, libidine; e anche alla fratellanza, alla famiglia: in latino i "liberi" sono i figli, e ancora oggi le liberalità sono i doni incondizionati.
Anche in altre lingue è forse così: pensiamo al "freedom" inglese, così affine al "friend", all'amico, e al "Freiheit" tedesco, così affine alla "Friede", alla pace.  
Quel che risulta trasparente, circa questo stato, è che la libertà è ben lontana dal pirata, dall'artista viaggiatore: non è un'erranza capricciosa e irresponsabile.
La libertà sta in una trama complessa che involve interiorità e realtà esterna (ci son più vincoli in ognuno di noi che in cento dittature), pensiero, istruzione, espressione, l'ampiezza delle proprie possibilità e la stabilità della propria posizione, in un'asserzione, insomma, fluida, ma sempre rivolta al bene, al valore: niente ci fa sentire il cuore libero quanto la danza di una ballerina talentuosa, e i suoi movimenti liberi, liberi, non sono arbitrari o casuali, ma al contrario equilibrati, studiati e limatissimi.
Questo è ciò che ci racconta la Liberazione, il 25 aprile, che la libertà sono delle redini da tenere salde e da riprendersi, se ci scappano di mano o se i cattivi ce le tolgono, che la libertà sono delle statuizioni forti e precise che non tollerano deroghe (in alto la Costituzione), non lassismi indifferenti, che non c'è libertà fuori dalla libertà civile e che la libertà è uno stato di sforzo - come la vita -, uno sforzo titanico, fatale che tutti siamo chiamati ad esercitare per piacere nostro, per amore di chi ci è vicino, ma soprattutto perché è giusto e buono.
Dopotutto, quale è l'opposto della libertà? La cattiveria.
 
liberi e contenti;
mah! chissà?
eppure si respira,
si sente nell'aria...

sabato 26 marzo 2016

Invito

Invito
 
Lungo la strada bianca e solitaria
Sfilano gli olmi rabbuffati e torvi;
Sotto la luna turbina nell’aria
Un negro cerchio di stridenti corvi.
O pellegrin, fermate in cortesia:
Dite, gli è ver che siete stanco morto?
Deh, non istate andare all’osteria,
Ché poco l’oste vi può dar conforto.
Badate a me, guardate: ecco una fossa:
Non vi par fatta come si conviene?
Provate solo a porci dentro l’ossa,
Vedrete come ci si dorme bene.
Per dio se ci si dorme, e non canzona!
Chi v’entra non ne vuole uscir più fuora:
Provate a porci dentro la persona,
Provatevici un poco alla malora!
 
Arturo Graf
 
invito
[in-vì-to] sostantivo maschile
- Sabatini Coletti -
 
1.- Garbata offerta (fatta o ricevuta) di ospitalità, di partecipazione a qlco.: accettare, declinare un i.; estens. biglietto su cui è scritta tale richiesta || fig. i. a nozze, proposta molto gradita che non comporta la minima difficoltà
2.- Sollecitazione, esortazione: un pressante i. a mettere fine al conflitto
3.- Richiamo, tentazione: non saper resistere all'i. della buona tavola
4.- sport. Nella scherma, il movimento che scopre il bersaglio per indurre l'avversario a colpire; nel pugilato, accorgimento con cui si lascia scoperta la parte in cui si è preparati a neutralizzare il colpo, colpendo a propria volta d'incontro
5.- Nel gioco del poker, la posta fissata ogni giro dal giocatore che apre il gioco
6.- mecc., tecn. Conformazione di un pezzo tale da rendere più agevole l'ingresso o l'inserzione di un altro pezzo
7.- edil. Primo o primi gradini di una scala che si allargano oltre la ringhiera
  
 
discese sconfinate,
cali di umore e sentimento,
invitare qualcuno, una cura,
sensazione che lascia sapore...

venerdì 25 marzo 2016

Profondo

Elena Tutik,
"Sonno profondo"

Profondo
 
Nel cuore, giù, in fondo,
ho deposto le cose più mie,
profondo, giù, di più;
consuetudine e rimasugli,
il riarmo, la prora, le onde;
finisce in scia il passaggio.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate

giovedì 24 marzo 2016

Elegia

Elegia
 
 Non l’oblio eterno, e nemmeno il ricordo,
 la nebbia sui monti o il chiasso cittadino
 quietano il mondo. Dopo anni di guerre
 sulla croce o la pietra un uccello canta
 come già sopra le rovine di Troia.
 Compagno l’amore, compagni il cibo e il bere,
 ma l’occhio lungimirante non si volse.
 Un lume feroce brucia appesantite
 palpebre piene di sonno, e silenzioso

 ci ammonisce il tempo, prima di passare
 oltre la carne. Dolci animali fedeli,
 creature fuggevoli tormentano
 inutili mani nell’estasi rapprese.
 Ed una voce sorge dalla terra:
 nostra progenie, ombra! dunque passammo
 nell’invocarti tanto tempo invano?
Parigi 1935

Czeslaw Milosz
Traduzione di Valeria Rossella
  


 Bernhard Gillessen
Elegia pittorica sovra il Ponte d'Augusto a Narni
 
elegia
[e-le-gì-a]
sostantivo femminile
- Sabatini Coletti -
 
1.- Nella letteratura classica, componimento lirico in distici (detti elegiaci) esprimente pensieri e sentimenti personali di tono malinconico

2.- Componimento musicale di carattere sentimentale


bucoliche visioni sono rotte,
dai fatti di oggi, di ieri,
le mie elegie sfornano
solo tristi suoni di cetra...

mercoledì 23 marzo 2016

Lutto

 
 
momento catartico,
quello che è successo
mi blocca,
sono profondamente prostrato
e triste...
 
Gujl

martedì 22 marzo 2016

Salvezza


 Salvezza
 
 Fugge l'isola
 E la fanciulla torna a scalare il vento
 e a scoprire la morte dell'uccello profeta
 Adesso
 è il fuoco sottomesso
 Adesso
 è la carne
 la foglia
 la pietra
 perduti nella fonte del tormento
 come il navigante nell'orrore della civiltà
 che purifica la caduta della notte
 Adesso
 la fanciulla trova la maschera dell'infinito
 e abbatte il muro della poesia.

Alejandra Pizarnik
La figlia dell'insonnia
traduzione di Claudio Cinti
 
 
salvezza
[sal-véz-za] sostantivo femminile - Sabatini Coletti
 
1.- Il sottrarre o il sottrarsi a un grave danno o pericolo SIN scampo: cercare s. nella fuga; anche in senso spirituale o religioso SIN redenzione: desiderare la s. dell'anima
2.- sport. Nei tornei organizzati con classifica e punteggi, il piazzamento che consente di evitare la retrocessione nella serie inferiore: partita della s.
3.- Persona o cosa che salva || ancora di s., nel l. marinaresco, l'ultima ancora di riserva, usata in casi di emergenza ~fig. ultima possibilità di scampo, di aiuto

 salvo su un sasso,
il fiume contorna
salvo su un ramo,
nel cielo la pioggia...

lunedì 21 marzo 2016

Ancora Marzo


50
 
 Le sillabe in questo marzo piovoso
 distruggono la casa dei miei padri
 e fanno vorticare neve in mani piegate
 e serrano gli occhi
 di una donna folle dietro il sagrato.
 Le sillabe in questo marzo piovoso
 rinfrancano una pecora dimenticata
 e fanno ristagnare il latte dei sogni
 in sette paesi, dai monti
 che sono di cenere.
 Le sillabe in questo marzo piovoso
 crollano sull'acqua del fiume
 e, in lunghe notti, si rintanano
 in egri crani e bianche lacrime,
 crepitando sopra le verdi cime
 di una notte esiliata di primavera.

Thomas Bernhard
Sotto il ferro della luna
traduzione di Samir Thabet
 
 
"Quando marzo non marzeggia, sarà april che lo pareggia."
(proverbio popolare)

 
marzo, oggi è primavera,
non piove fuori,
solo un po' dentro di me,
aspetto l'arrivo del sole...

domenica 20 marzo 2016

...sole...




...sole nei cuori,
sole, albe dorate;
sole, insieme, calore,
sole, sole, sole...
 
Anonimo
del XX° Secolo
frammenti ritrovati

sabato 19 marzo 2016

Festa del papà

La festa del papà o festa del babbo è una ricorrenza  diffusa in tutto il mondo. In molti Paesi la ricorrenza è fissata per la terza domenica di giugno, ma volendo si può festeggiare anche l'ultima domenica di luglio.
In molti Paesi di tradizione religiosa cattolica la festa è invece celebrata il 19 marzo, giorno associato dalla Chiesa a San Giuseppe padre putativo di Gesù Cristo.
Il dolce tipico della festa ha varianti regionali ma per lo più a base di creme, con impasto simile a quelle dei bignè.
E' tipico il dolce napoletano, che prende il nome di San Giuseppe.

Secondo la tradizione, infatti, dopo la fuga in Egitto, con Maria e Gesù, San Giuseppe dovette vendere frittelle per poter mantenere la famiglia in terra straniera.
Sono realizzate con pasta simile ai bignè, di forma schiacciata, e possono essere fritte o al forno; al di sopra viene posta di norma crema pasticcera e marmellata di amarene.
Nell'Italia del nord, invece, dolce tipico della festività è la Raviola
 - La festa del papà diventa anche momento di dialettica politica e sociale e scoppia un caso: La scuola materna del quartiere Isola di Milano. Lo scorso anno avevano portato a casa un disegno con i colori della varie squadre di calcio e al centro la foto del loro papà. Come tutti i loro coetanei anche i bambini della scuola erano stati impegnati per settimane a completare il loro lavoretto per la festa del Papà.
Ma quest'anno la programmazione è cambiata: il lavoretto non sarà legato alla ricorrenza del 19 marzo, ma all'origine delle varie etnie.  Secondo alcuni genitori, e diversi politici, la decisione è stata presa perchè in quella scuola ci sarebbero bambini che vivono con due mamme o due papà. "Il collegio insegnanti ha deciso quest'anno di non fare il tradizionale lavoretto per la festa del papà, ma di far realizzare ai bambini un biglietto per l'occasione, con una missiva - ha replicato in consiglio comunale l'assessore all'Educazione del Comune di Milano, Francesco Cappelli - Tutto il resto è solo una montatura" (dalla rete, Ansa cronaca).

mio padre mi aspetta
e io aspetto di andare da lui;
ora è l'ultima cosa,
l'ultima prima del vuoto;
poi sarò io...
 

Autoritratto
A mio Padre
 
L’uomo che torna solo
 A tarda sera dalla vigna
 Scuote le rape nella vasca

 Sbuca dal viottolo con la paglia
 Macchiata di verderame.
 
L’uomo che porta così fresco
 Terriccio sulle scarpe, odore
 Di fresca sera nei vestiti
 Si ferma a una fonte, parla
 Con un ortolano che sradica i finocchi.

 
 È un uomo, un piccolo uomo
 Ch’io guardo di lontano.
 È un punto vivo all’orizzonte.
 Forse la sua pupilla
 Si accende questa sera
 Accanto alla peschiera
 Dove si asciuga la fronte.
 
Leonardo Sinisgalli
 
 

venerdì 18 marzo 2016

Giardino fiorito


Dal giardino
 
 Vieni, mio amato,
 contempla i gigli.
 Abbiamo poca fede.
 Parliamo troppo.
 Metti via il tuo scioglilingua di parole
 e vieni con me a osservare
 i gigli dischiusi nel campo,
 che crescono come yacht,
 che lentamente allungano i petali
 senza infermiere o orologi.
 Contempliamo la vista:
 una casa dove nubi bianche
 ornano le pareti fangose.
 Oh, metti via le tue buone
 e cattive parole. Sputa fuori
 le tue parole come pietre!
 Vieni qui! Vieni qui!
 Vieni a gustare i miei dolci frutti.

  Anne Sexton
La zavorra dell'eterno
Traduzione di Cristina Gamberi
 
Keukenhof, Olanda, il più grande parco di fiori al mondo.
Keukenhof: sembra il suono di uno starnuto e invece è il nome di un parco botanico olandese che si trova nei pressi della città di Lisse, nell’Olanda Meridionale, circa 35 km a sud-ovest di Amsterdam.
Questo luogo incantevole, fondato nel 1949 dall’allora sindaco di Lisse,  è per ovvie ragioni coloratissimo in primavera, quando si tiene uno dei più grandi eventi floreali del mondo.
Il giardino botanico di Keukenhof infatti, è una delle principali attrazioni dei Paesi Bassi, nonchè il più grande parco di fiori a bulbo del mondo, ufficialmente riconosciuto come uno dei luoghi più fotografati in assoluto dai visitatori.
Pensate che qui  fioriscono sette milioni di bulbi piantati a mano su una superficie di 32 ettari; attenzione però, qualora vi fosse venuta voglia di visitarlo, sappiate che il parco è aperto al pubblico soltanto per due mesi, dall’inizio della primavera alla metà di maggio.
Oltre a 4 milioni e mezzo di tulipani in 100 varietà diverse, al suo interno si possono ammirare  nascisi, giacinti e muscari,  nonchè 2500 alberi di 87 specie diverse, un lago, canali e vasche d’acqua con fontane, un mulino a vento e numerose sculture, che arricchiscono ulteriormente il paesaggio da favola di questo grande giardino fiorito.
(dalla rete)
 

un giardino, due fiori, l'erba;
basta questo, basta poco,
ci si ritrova lontano,
in un paese lontano...

giovedì 17 marzo 2016

Stocastico


Stocastico
 
Stocastiche imprecisioni sfilano
compatte, numerose e intime;
nel silenzio ravvedo contatti,
nel buio intravedo contigui.
Vorrei, vorrei, vorrei;
unico verbo imperativo presente.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate

 
stocastico
aggettivo [dal greco στοχαστικός «congetturale», propr. «che mira bene, abile nel congetturare», derivato di στοχάζομαι «mirare, congetturare» da στόχος «bersaglio, mira, congettura»] (pl. m. -ci).
- TRECCANI -
 
- 1. Nel calcolo delle probabilità, sinon. di casuale e aleatorio, con cui si caratterizzano (secondo una distinzione non accettata unanimemente) gli enti matematici collegati a eventi aleatorî (per i processi s., v. processo, n. 1 c); più in generale, gli strumenti, le teorie e i modelli stocastici sono atti a descrivere e studiare situazioni che variano in base a leggi probabilistiche (e non deterministiche), come, per es., tutti i fenomeni naturali, in quanto in essi è presente, sia per la loro stessa natura, sia per gli errori di osservazione, una componente casuale o accidentale; in partic., meccanica s., generalizzazione della meccanica classica, basata essenzialmente sulla sostituzione delle traiettorie deterministiche classiche con traiettorie aventi carattere probabilistico e connesse quindi con processi stocastici.
- 2. In lessicografia, selezione s., selezione di elementi lessicali, grammaticali, ecc., operata, negli spogli di testi compiuti con calcolatori elettronici, in base a processi stocastici.
- 3. Nell’ambito delle arti visive, il termine è stato adottato, a partire dagli anni ’50 del Novecento, per riferirsi alla implicazione di elementi di casualità o di procedimenti aleatorî nel momento della realizzazione (o della fruizione) di opere o di manifestazioni artistiche in genere.
 
◆ Avverbio: stocasticaménte, con metodo, con procedimento stocastico.
 
 


 

mercoledì 16 marzo 2016

Casalinga

Una casalinga è una "donna che attende in casa propria alle faccende domestiche e non ha altra professione".
Rispetto al lavoro svolto da una collaboratrice familiare all'attività della casalinga viene spesso riconosciuto, anche in sede giurisprudenziale, un maggiore valore in termini di cura, educazione e assistenza ai familiari (figli e/o marito).

Casalinga
 
 Certe donne sposano case.
 È un altro tipo di pelle; ha un cuore,
 una bocca, un fegato e movimenti intestinali.
 Le pareti sono stabili e rosa.
 Guarda come sta in ginocchio tutto il giorno,
 a lavarsi fedelmente.
 Gli uomini entrano con la forza, risucchiati come Giona
 nelle loro madri carnose.
 La donna è madre di se stessa.
 È questo che conta.

 Anne Sexton
La zavorra dell'eterno
Traduzione di Cristina Gamberi
 
Lo stereotipo della donna di casa è stato formulato in alcune società dove la figura della casalinga è stata o è tuttora rilevante con espressioni ormai entrate nell'uso comune.
Possono ad esempio essere citate in Germania la Casalinga sveva (Schwäbische Hausfrau, portatrice austera di un ethos di saggezza frugale e parsimoniosa) e, in Italia, la Casalinga di Voghera (che rappresenterebbe una fascia della popolazione italiana piccolo-borghese, dal basso livello di istruzione e che esercita dei lavori piuttosto semplici) .
Tali espressioni vengono usate di frequente nel dibattito politico ed economico, tanto da essere assurte alla dimensione miti collettivi.
Anche la serie televisiva statunitense Desperate Housewives (casalinghe disperate), che descrive in modo impietoso il cosiddetto american way of life, è rapidamente uscita dell'ambito del puro intrattenimento per diventare un vero e proprio fenomeno culturale (da Wikipedia).
  
e per un uomo?
cos'è l'uomo che vive di casa?
forse il connubio, la fede,
forse la contingenza...

Casalinga di Voghera è un'espressione idiomatica del lessico giornalistico, con cui si intende rappresentare uno stereotipo della fascia della popolazione italiana piccolo-borghese, dal basso livello di istruzione e che esercita un lavoro generalmente molto semplice o umile.
Questo stereotipo è tuttavia "rispettabile" per il senso pratico di stampo tradizionale di cui è portatore.
L'espressione è solo di rado utilizzata in senso dispregiativo: ad esempio, il Dizionario della memoria collettiva riferisce l'espressione a chi si abbandona passivamente alla fruizione televisiva.
Altre volte è usata come sinonimo di saggezza popolare.
Esiste un'espressione simile nell'uso politico e giornalistico tedesco, la casalinga sveva (Schwäbische Hausfrau), figura che incarna, nell'immaginario collettivo, lo stereotipo di una donna di casa della regione della Svevia, portatrice di un'ethos di saggia e austera parsimonia. 
L'espressione viene usata di frequente nel dibattito politico ed economico, in particolare nei periodo di crisi e cambiamenti economici, tanto da essere assurta alla dimensione di una sorta di mito collettivo.
Al maschile, si potrebbe tradurre con Signor Rossi.

martedì 15 marzo 2016

Vendetta

La vendetta è un sentimento che scaturisce da un desiderio di farsi giustizia generato da un impulso volitivo che segue al rancore o al risentimento.
Nella mente del soggetto che intende vendicarsi esso ha subito un torto (sia esso reale o presunto) e vuole (o ha bisogno) di "pareggiare i conti" con colui che è stato causa della sua sofferenza o fastidio (dalla rete).
 

Vendetta
 
Egli diritto, con le braccia al petto,
Di truci vampe ancor piena la cava
Orbita, livido, sopra il farsetto
Nero una croce, una catena flava

D’oro; a’ suoi piedi ella travolta, come
Fulminata, sul niveo candore
Del sen la pompa delle brune chiome
Sciolta, una lama di pugnal nel core.

L’elsa gemmata sui nitidi, caldi
Avorii sta; la fiammula tranquilla
D’una lucerna nei verdi smeraldi,
Nei rosei balasci arde e sfavilla.

Sui tondi vetri del balcon riposa
Il cheto lume della luna scema;
Giù nella via, lontano, un’amorosa
Canzon per l’aria si ravvolge e trema.
 
Arturo Graf
 
 
vendetta
[ven-dét-ta] sostantivo femminile
Sabatini Coletti
 
1.- Danno morale o materiale inferto ad altri quale ritorsione per offese o danni precedentemente subiti: giurare, meditare una vendetta; uccidere per vendetta; vendetta trasversale || nel detto la miglior vendetta è il perdono, che esalta il principio cristiano del perdono, dell'indulgenza verso i colpevoli

2.- Punizione, intesa perlopiù come giusto castigo divino: peccatore che va incontro alla vendetta di Dio || fig. gridare vendetta, di colpe e misfatti che meritano una punizione; scherz., di mancanze imperdonabili: nel compito hai fatto degli errori che gridano vendetta!


vendicarsi, perchè?
anime perse fallano
con frequenza sconcertante,
anche gli amici,
quelli che credevi tali...