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Francesco Hayez
"Il bacio" 1859
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Il bacio.
Episodio della giovinezza.
Costumi del secolo XIV,
meglio noto
come Il bacio, è un dipinto a olio su tela (112×88 cm) del pittore
italiano Francesco Hayez, realizzato nel 1859 e conservato alla
Pinacoteca di Brera.
Collocato in un contesto medievale, raffigura due giovani innamorati che
si stanno baciando con grande passionalità. Per la travolgente carica
emotiva, la raffinata scenografia ed il forte valore civile (la tela è
infatti pregna di pulsioni risorgimentali, a simboleggiare l'amore della
patria e la lotta allo straniero), l'opera è considerata il manifesto
dell'arte romantica italiana; per questo motivo riscosse un grande
successo popolare, tanto che Hayez la riprodusse in altre due versioni,
con piccole modifiche fra l'una e l'altra.
(da wikipedia).
Io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà
Erich Fried
Sapori decisi e saluti, attimi
come preda di passioni e dolori;
scambio di umidi sogni rimane
un contesto unico e solo...
L'ultima e terza copia, infine, si discosta da quella originale per il
drappo bianco steso sui gradini ed il verde e acceso del manto dell'uomo. La terza versione è l'unica ad esser stata trasposta su un acquerello su
carta, di formato ovoidale; realizzata nel 1859 (dunque coeva a quella
di Brera), fu donata da Hayez alla sorella della giovane amante Carolina
Zucchi, ed è oggi esposta alla Pinacoteca Ambrosiana, a Milano.
L’acquerello, firmato a destra al centro “Hayez Fran.co”, va identificato non come uno studio preparatorio, ma un d’aprèsc da un dipinto particolarmente apprezzato, secondo una pratica frequente di Hayez.
Si tratta del celeberrimo
Il bacio.
Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV
(Milano, Pinacoteca di Brera)
presentato nel 1859 all’esposizione
annuale dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
L’acquerello è piuttosto
fedele all’originale, tranne per il fondo semplificato.
Si tratta di un omaggio dell’artista a una persona particolarmente cara,
in questo caso l’amica Giuseppina Negroni Prati Morosini.
L’opera viene
segnalata per la prima volta nella raccolta degli eredi Vincenzo
Negroni Prati Morosini nel 1962 e nello stesso anno entra nelle
collezioni dell’Ambrosiana, insieme a quattro ritratti della famiglia
stessa eseguiti dallo stesso Hayez, tra cui quello di Giuseppina Negroni
Prati Morosini.
(dalla rete)
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