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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 19 novembre 2018

Rifiuti

A ciascuno di noi nella vita è capitato e capiterà di essere scaricati.
Si tratta di un momento davvero difficile da superare ma bisogna saper affrontare il dolore con un poco di razionalità in modo da poter andare avanti e tornare a vivere.
E’ questo che cerca di spiegare il noto scrittore e filosofo Alain de Botton  “Non collegate il rifiuto a tutto ciò che odiate in voi, non pensate che la fine di una relazione sia una dolorosa tragedia: l’unico rapporto che vale la pena rimpiangere è quello a cui vogliono appartenere disperatamente due persone” (dalla rete)
 
quanti rifiuti! tanti, assai,
ne ricordo qualcuno... chissà...
eppure la vita ha portato altro,
percorsi intrecciati ed avvinti...


L'onesto rifiuto
 
Un mio gioco di sillabe t'illuse.
Tu verrai nella mia casa deserta:
lo stuolo accrescerai delle deluse.
So che sei bella e folle nell'offerta
di te. Te stessa, bella preda certa,
già quasi m'offri nelle palme schiuse.
 
Ma prima di conoscerti, con gesto
franco t'arresto sulle soglie, amica,
e ti rifiuto come una mendica.
Non sono lui, non sono lui! Sì, questo
voglio gridarti nel rifiuto onesto,
perché più tardi tu non maledica.
 
Non sono lui! Non quello che t'appaio,
quello che sogni spirito fraterno!
Sotto il verso che sai, tenero e gaio,
arido è il cuore, stridulo di scherno
come siliqua stridula d'inverno,
vôta di semi, pendula al rovaio...
 
Per te serbare immune da pensieri
bassi, la coscienza ti congeda
onestamente, in versi più sinceri...
Ma (tu sei bella) fa ch'io non ti veda:
il desiderio della bella preda
mentirebbe l'amore che tu speri.
 
Non posso amare, Illusa! Non ho amato
mai! Questa è la sciagura che nascondo.
Triste cercai l'amore per il mondo,
triste pellegrinai pel mio passato,
vizioso fanciullo viziato,
sull'orme del piacere vagabondo...
 
Ah! Non volgere i tuoi piccoli piedi
verso l'anima buia di chi tace!
Non mi tentare, pallida seguace!...
Pel tuo sogno, pel sogno che ti diedi,
non son colui, non son colui che credi!
 
Curiosa di me, lasciami in pace!
 
Guido Gozzano
da "I colloqui", 1911
 

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