Due navi da guerra utilizzate per attività di formazione, erano state per molti giorni al largo per esercitarsi in manovre in condizioni difficili. Io prestavo servizio sulla nave di comando ed ero di guardia notturna, sul ponte. La visibilità era scarsa, con banchi di nebbia, e così il capitano rimase con noi sorvegliando le varie attività dell’equipaggio. Poco dopo l’imbrunire l’uomo di vedetta gridò: “Luce a tribordo!”. “Ferma o in allontanamento?” gridò il capitano. “Ferma capitano”, rispose la vedetta. Questo significava che eravamo su una pericolosa rotta di collisione con quella nave. Allora il capitano ordinò al segnalatore: “Segnala a quella nave: siamo in rotta di collisione, vi consiglio di correggere la rotta di 20 gradi”. Giunse di rimando questa segnalazione: “È opportuno che siate voi a correggere la rotta di 20 gradi”. Il capitano disse: “Trasmetti: io sono un capitano, correggete la rotta di 20 gradi”. “Io sono un marinaio di seconda classe”, fu la risposta. “Fareste meglio a correggere la rotta di 20 gradi”. Il capitano era furente. “Trasmetti”, ringhiò “sono una nave da guerra: correggete la rotta di 20 gradi”. Rispose la luce lampeggiante: “Io sono un faro”. Cambiammo rotta. – (dalla rete: Frank Koch in Proceedings la rivista del Naval Institute)
Quando un dì
vedremo
Quando un dì vedremo
le nostre cose riaffiorare al sole,
ci lasceremo dietro il peso,
questa spoglia che va deperendo.
Quando un dì vedremo
la luce bella come non mai
ci lasceremo intorno pianti
e qualche sospiro di sollievo.
il nostro essere intero
saremo noi, con noi, con loro
ed un attimo sarà il tutto, sempre.
Anonimo
del XIX° Secolo
poesie ritrovate
e frammenti
e frammenti
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