S'udivano stagioni aeree passare
Ambiguo riso tagliava la tua bocca
a darmi pieno soffrire,
un'eco di mature angosce
rinverdiva a toccar segni
alla carne oscuri di gioia.
S'udivano stagioni aeree passare,
nudità di mattini,
labili raggi urtarsi.
Altro sole, da cui venne
questo peso di parlarmi tacito.
a darmi pieno soffrire,
un'eco di mature angosce
rinverdiva a toccar segni
alla carne oscuri di gioia.
S'udivano stagioni aeree passare,
nudità di mattini,
labili raggi urtarsi.
Altro sole, da cui venne
questo peso di parlarmi tacito.
Salvatore Quasimodo
Grava il silenzio denso di cose
inespresse, ritenute in noi;
monotoni cortei di persone tristi...
La frase "S'udivano stagioni aeree passare"
è un verso della poesia "Acque e terre" di Salvatore Quasimodo.
Il verso è un'espressione simbolica che fa parte della raccolta "Ed è subito sera", e il suo significato è legato all'immaginazione e al dolore metafisico del poeta.
In generale, la poesia di Quasimodo, specialmente quella di questo periodo, si concentra sul dialogo interiore e sull'immaginazione piuttosto che sulla realtà concreta.
(dalla rete)
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