La campana
Sotto un ciel di dïaspro, e nel profondo
Silenzio che sui campi ermi si spiana,
Rangola trafelato e gemebondo
Il lontano clamor d’una campana.
Ebbra d’angoscia, scaturir dal fondo
Sembra del ciel l’esile voce arcana,
E voce par d’un altro e ignoto mondo,
Tanto è fioca e sottil, tanto è lontana.
Tramonta il sole e nell’aer silente,
D’onde vanisce a poco a poco il lume,
Piange la stanca voce e implora e freme.
E chiama a lungo, disperatamente,
E chiama in vano il dileguato nume,
La morta fede, e la tradita speme.
Arturo Graf
v. tr. e intr. [der. di rangola] (io ràngolo, ecc.; come intr., aus. avere), ant. -TRECCANI -
Parlare con voce affannosa: «che fate voi, traditori! Io non sono pazzo!» potette rangolare. (Lasca).
rintocchi che qui si sentono appena,
piove su questo silente inizio;
rangolando mi chiedo ragione,
sussulto nel vasto di un'emozione...
piove su questo silente inizio;
rangolando mi chiedo ragione,
sussulto nel vasto di un'emozione...
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