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Emilio Longoni "Bambino con trombetta e cavallino"
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Emilio Longoni
(Barlassina 1859 – Milano 1932)
uno tra i grandi
esponenti del Divisionismo, la cui esperienza artistica è stata
fortemente caratterizzata dall’amicizia e collaborazione con Giovanni
Segantini.
La trombettina
Ecco che cosa resta
di tutta la magia della fiera :
quella trombettina,
di latta azzurra e verde,
che suona una bambina
camminando, scalza, per i campi.
Ma, in quella nota sforzata,
ci son dentro i pagliacci bianchi e rossi,
e' è la banda d' oro rumoroso,
la giostra coi cavalli, 1' organo, i lumini.
Come, nel sgocciolare della gronda,
e' è tutto lo spavento della bufera,
la bellezza dei lampi e dell' arcobaleno ;
neir umido cerino d' una lucciola
che si sfa su una foglia di brughiera,
tutta la meraviglia della primavera.
Corrado Govoni
un suono per rompere il silenzio,
gioco di bimbi assolati e vividi;
ricordo di infanzia, allora fuggivo
il senso della vita, dell'esistere...
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"Ritratto alla bambola"
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Nato a Barlassina nel 1859, Emilio Longoni frequenta l’Accademia di
Brera dove conosce il celebre pittore Giovanni Segantini e con il quale
instaura un forte legame artistico ma soprattutto personale, tanto da
essere presentato nel 1882 ai fratelli Grubicy e da soggiornare insieme
per due anni (1882-1884) in Brianza per un periodo di intenso lavoro
comune: entrambi futuri esponenti del Divisionismo, seppur divisi dalla
varietà dei loro soggetti, fondono la loro arte su una nuova percezione
del colore, sperimentando la tecnica divisionista e l’espressione della
luce. Nel 1885 Longoni si trasferisce sul Lago Maggiore ma l’anno
successivo rientra a Milano adibendo il suo appartamento a studio e
cominciando a dedicarsi alla realizzazione di ritratti e dettagliate
rappresentazioni di nature morte, come “Angurie” che torna
eccezionalmente esposta a Milano dopo la sua prima volta alla mostra
annuale della Permanente nel 1890, o come “Ortensie” del 1890, in cui
esprime un intenso attaccamento alla realtà e una grande capacità di
incontrare il gusto della borghesia milanese; la sua attività procede
con opere a carattere sociale, tra le più celebri e conosciute
dell’artista, in particolare “L’oratore dello sciopero” presentato nel
1891 alla Prima Triennale di Brera insieme allo straordinario quadro “Le
due madri” di Segantini. L’ultimo decennio dell’Ottocento è
caratterizzato da un interessante e sentito tema, dedicato alla sfera
infantile, come “Ritratto alla bambola” o “Bambino con trombetta e
cavallino” in cui viene indagata la miseria dei bambini tramutata in
grande dignità dalle dolci pennellate dei loro piccoli sorrisi. Con l’inizio del Novecento il suo avvicinamento alla spiritualità
buddhista lo porta a ricercare la pace nella natura incontaminata d’alta
montagna, soggiornando per alcuni mesi soprattutto nella zona del
Bernina, che, già alla fine dell’Ottocento, aveva ispirato l’arte di
Giovanni Segantini; indimenticabile e di grande rilevanza la serie di
raffigurazioni di laghetti alpini: un’intera sezione permetterà di
ammirare queste stupende opere, alcune esposte per la prima volta e
altre ripresentate al pubblico dopo la grande esposizione commemorativa
tenutasi a Milano nel 1935. |
"Laghetto del Bernina"
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Il maestoso e incontaminato paesaggio alpino costituisce dunque uno
dei soggetti prediletti delle tele del Longoni, che raffigurerà con
fedeltà e piena adesione in altri dipinti come “Eriofori” e “Primavera
alpina”. Sempre nei primi anni del Novecento Longoni si lascia
trasportare da una vena simbolista che sfocia in alcune bellissime
opere, come “Vallata alpina”, in cui le atmosfere evanescenti e i colori
tenui e sfumati regnano incontrastati e dove il lento procedere della
figura ritratta non può che accompagnarci verso un sentimento
d’infinito. Costretto infine a rinunciare ai soggiorni d’alta quota per
l’avanzare dell’età, Longoni trascorrerà gli ultimi anni della sua
carriera tra le Prealpi Bergamasche, l’Alta Brianza e i laghi di Como e
di Garda dando vita a opere quali “Serina”, “Paese”, “Sul Garda” e
“Lago di Garda, Monte Baldo”. Certamente influenzato dal grande pittore divisionista per eccellenza
Giovanni Segantini, negli anni sviluppa tuttavia, da grande artista, un
divisionismo personale e una interpretazione unica che gli permettono
di partecipare tra il 1900 ed il 1932 alle maggiori esposizioni
nazionali e internazionali.
Muore a Milano il 29 Novembre del 1932 (Gallerie Maspes - dalla rete). |
"Ortensie" |
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