Il termine fiaba deriva dal latino fabula, cioè racconto, derivato a sua volta dal verbo fari, ovvero parlare. Si tratta di una narrazione medio-breve, di origine popolare e di solito in prosa, che ha per protagonisti personaggi fantastici come orchi, fate, streghe, draghi, giganti, maghi, spiriti benefici e malefici. Tramandate oralmente di generazione in generazione, le fiabe non hanno di solito un intento morale esplicito, ma hanno una finalità di intrattenimento.
Alcune caratteristiche identificano un racconto come una fiaba. Tra queste troviamo la presenza dell’elemento magico: molti degli avvenimenti narrati nella fiaba possono avvenire soltanto attraverso una magia o un prodigio. Vi è inoltre l’indeterminatezza di tempi e luoghi, che non sono quasi mai definiti: le fiabe iniziano infatti con “C’era una volta… in un paese lontano lontano…”; il periodo storico non è quindi identificabile. I personaggi e le vicende sono ricavati dalla mitologia e dalle tradizioni popolari e sono quasi sempre inverosimili o inesistenti nella realtà quotidiana. Le fiabe si presentano inoltre con un linguaggio ripetitivo, per esempio “Cammina cammina…” e “Tanto tanto tempo fa…”, come ripetitivi sono a volte alcuni episodi, che troviamo presenti anche in più fiabe.
Il bene e il male, i buoni e i cattivi, i furbi e gli stupidi, sono sempre nettamente distinti. Il lieto fine è sempre presente, tranne che nelle fiabe letterarie nelle quali il finale può essere drammatico. La morale delle fiabe è presente, non dichiarata esplicitamente ma sottintesa. Tramandate oralmente da generazioni, le fiabe propongono un linguaggio popolare, molto semplice e a volte grammaticalmente non corretto; i modi di dire sono spesso inseriti in una fiaba, come anche le formule magiche.
Il termine favola condivide con fiaba la stessa etimologia, ma si tratta di un genere narrativo diverso.
Caratteri identificativi della favola
Le favole sono brevi racconti, in prosa o in versi, che solitamente hanno come protagonisti animali antropomorfi, cioè animali che incarnano caratteristiche umane, per esempio la capacità di parlare e di ragionare.
Possono essere presenti anche esseri inanimati che interagiscono con i protagonisti.
Gli ambienti in cui si svolge il racconto nella favola sono realistici: le vicende sono quindi aderenti alla vita quotidiana.
A differenza della fiaba, nella favola è assente l’elemento magico e la morale è formulata esplicitamente di solito alla fine della narrazione, anche in forma di proverbio.
Il linguaggio della favola è più curato di quello della fiaba.
Il più antico e noto autore di favole dell’antica Grecia e del mondo occidentale è Esopo: di lui si sono conservate circa 400 narrazioni appartenenti al genere letterario della favola.
Molte di queste favole sono così celebri che hanno acquisito la funzione di proverbio, come “La volpe e l’uva”, “La cicala e la formica”, “Al lupo! Al lupo!” (dalla rete).
Possono essere presenti anche esseri inanimati che interagiscono con i protagonisti.
Gli ambienti in cui si svolge il racconto nella favola sono realistici: le vicende sono quindi aderenti alla vita quotidiana.
A differenza della fiaba, nella favola è assente l’elemento magico e la morale è formulata esplicitamente di solito alla fine della narrazione, anche in forma di proverbio.
Il linguaggio della favola è più curato di quello della fiaba.
Il più antico e noto autore di favole dell’antica Grecia e del mondo occidentale è Esopo: di lui si sono conservate circa 400 narrazioni appartenenti al genere letterario della favola.
Molte di queste favole sono così celebri che hanno acquisito la funzione di proverbio, come “La volpe e l’uva”, “La cicala e la formica”, “Al lupo! Al lupo!” (dalla rete).
Sono, prese tutte insieme, nella loro ripetuta
e sempre varia casistica di vicende umane,
una spiegazione generale della vita,
ono il catalogo dei destini
che possono darsi a un uomo e a una donna.
Le fiabe contengono una spiegazione generale del mondo, in cui c'è posto per tutto il male,
tutto il bene e ci si trova sempre la via per uscir fuori dai più terribili incantesimi....
Italo Calvino
le vie dei re, delle fate,
un mondo che si chiama da solo,
nel quale bello ed orrido convivono
senza farsi male
più di tanto
le vie dei re, delle fate,
un mondo che si chiama da solo,
nel quale bello ed orrido convivono
senza farsi male
più di tanto
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