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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 5 ottobre 2015

Il risveglio tra poesia ed arte

Federico Zandomeneghi,
"A letto"
Il risveglio
 
Entra la luce e affioro lentamente
dai sogni all'altro sogno condiviso
in cui le cose riprendono il posto
loro fissato, mentre nel presente
converge vasto e schiacciante il confuso
ieri: le secolari migrazioni
degli uccelli e dell'uomo, le legioni
che il ferro decimò, Roma e Cartagine.
E ritorna la quotidiana storia:

la voce e il volto miei, timore e sorte.
Ah se quell'altro destarmi, la morte,
recasse un tempo senza più memoria
del mio nome e di quanto sono stato!
 Se mi portasse l'oblio quel mattino!

Jorge Luis Borges
Le più belle poesie
Traduzione di Francesco Tentori Montalto
 

Federico Zandomeneghi,
"Donna che si asciuga"

nel buio mattutino si pensa,
il silenzio del risveglio domina
pensieri per il giorno a venire
quando ancora il mondo dorme...
 

Versione elegante e “vestita” della donna che si stira, che Zandomeneghi aveva trattato in modo più brusco in due versioni degli anni Ottanta, dove le modelle in piedi (Fondazione Piceni 121,122,124) o sedute sul letto (Fondazione Piceni 147) si stiravano senza veli addosso. In quelle opere, caratterizzate da una stesura secca e magra della materia e da un un contorno quasi sgraziato, prevaleva infatti un'intonazione più vicina alle asprezze degli “intransigéants” anti-accademici, tanto che, è risaputo, Una donna che si stira apparteneva a Paul Gauguin.
In questo pastello invece la scena si compone come un borghese ed elegante interno di boudoir, con la protagonista che, seduta in poltrona volta le spalle a chi guarda. Anche Degas sin dalla suite dei nudi esposta all'ultima mostra degli impressionisti del 1886, aveva inserito in alcune scene la figura della cameriera e negli anni Novanta come ad esempio in Donna che si asciuga la gamba sinistra e domestica con tazza (1894 c., Lemoine 1150) il rapporto tra le due figure si fa più articolato. In questo caso, come nel pastello zandomeneghiano, la presenza della cameriera sposta l'accento sul microcosmo sociale della scena, quasi allontanandolo dallo studio e dall'analisi delle posizioni del corpo femminile tipico del nudo, che resta l'obiettivo principale dell'artista francese. Forse perché, così confessava Degas, le sue donne sono come osservate “dal buco della serratura” lo spazio nei suoi nudi è sempre serrato e ristretto, mentre questa creazione di Zandomeneghi sembra rubata alla scena teatrale. 
Messo sotto contratto da Durand-Ruel, il Veneziano può quindi comporre in modo più ambizioso,  approdando ad  una delle opere di maggior respiro della sua produzione, dettagliata tanto nel soggetto che nella tecnica. La stesura vibrante del colore, in larghe superfici dai contorni forti utilizzata da Degas negli stessi anni è molto differente dalla maniera di Zandomeneghi, che al contrario, stende con accuratezza più strati di filamenti colorati con ricche sovrapposizioni che cesellano figure e particolari. “Per conservare la freschezza e la brillantezza del colore Zandomeneghi posava con cura o tratti del pastello, accostandoli in maniera tale da creare armonie cromatiche e usando pastelli di diversa durezza per evitare di intaccare i sottostanti strati di pimento”, così puntalizza Anne Maheux che considera Il risveglio (Donna che si stira) come il culmine della ricerca tecnica di Zandomeneghi sulla “pittura a secco” (Maheux 2003, pp. 165-66). Tulliola Sparagni, Maggio 2009 (dalla rete).
 
Federico Zandomeneghi,
"Il risveglio" (Donna che si stira), 1895,  60x72 cm - Pastello su carta su cartoncino pressato su compensato

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