Giovanni Segantini "Ritorno al paese natio" olio su tela, 1895 Berlino, Staatliche Museen Nationalgalerie |
il senso dei ritorni,
quelli voluti, desiderati,
quelli imposti,
il senso dei ritorni
col capo alto,
o a testa china...
Sull'opera: "Ritorno al paese natio" o "L'ultimo viaggio" è un dipinto autografo di Giovanni Segantini realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1895 , misura 161 x 299 cm. ed è custodito negli Staatliche Museen Nationalgalerie di Berlino.
La composizione è firmata e datata con la scritta "G. Segantini 1895" posta in basso a sinistra.
Si trova nella sede odierna dal 1901. Lo stesso Segantini, in una lettera indirizzata a Bice e priva di data – spedita da Milano – mentre l'opera stava per essere inviata a Venezia, dichiarò l'intento di conferire una caratteristica simbolica e letteraria alla figurazione, con una forte carica suggestiva: "Qui a Milano al disimballaggio del quadro ricevetti la sensazione di aver fatto opera brutta, brutale, orribile. Ma poi, portato fuori in corte, il quadro ritornò quello che noi conosciamo. Quel fascino che vado cercando di trasfondere nell'opera, trascinando coll'occhio la mente del riguardante, a non pensare più a se stesso e alle cose sue, ma a rimanere assorbito, pensoso nell'idealità, credo si trovi qui, più che in ogni mia opera precedente, perché osservai, in chi lo vide, lo sforzo fatto per staccarne gli occhi".
In un'altra lettera, indirizzata a Giuseppe Pellizza (Maloja, 23.5.1895), lo stesso Segantini scriveva: "Torno da Venezia, dove potei osservare il brutto scherzo giocateci colle nostre chiavi di rosso e d'azzurro, ed il collocamento unico nell'esposizione, per la sua luce radente al dipinto e la mancanza di spazio per vedere". Nonostante tutto, il dipinto vinse il premio internazionale del Governo e fu subito comprato dal berlinese Felix Koenigs, un noto e stimato gallerista.
L'opera fu esposta nel 1895 a Venezia all'Esposizione internazionale d'arte; nel 1926 a Venezia; nel 1935 a Basilea; nel 1960 a Salisburgo alla Die Alpen (dalla rete).
L'opera fu esposta nel 1895 a Venezia all'Esposizione internazionale d'arte; nel 1926 a Venezia; nel 1935 a Basilea; nel 1960 a Salisburgo alla Die Alpen (dalla rete).
27
Nessun albero e nessun cielo
ti consolerà,
neanche il mulino
dietro il rumore del legno d'abete,
nessun uccello morente,
dietro il rumore del legno d'abete,
nessun uccello morente,
neanche il gufo e neanche la starna veloce,
è lunga la via del ritorno,
ormai nessun arbusto ti proteggerà
da fredde stelle
e da rami macchiati di sangue,
nessun albero e nessun cielo
ti consolerà,
nelle corone di inverni in frantumi
cresce la tua morte,
con rigide dita
lontano da erba e da lande selvagge,
da fredde stelle
e da rami macchiati di sangue,
nessun albero e nessun cielo
ti consolerà,
nelle corone di inverni in frantumi
cresce la tua morte,
con rigide dita
lontano da erba e da lande selvagge,
nei detti della neve or ora caduta.
Thomas Bernhard
Sotto il ferro della luna
traduzione di Samir Thabet
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