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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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giovedì 20 novembre 2014

Antonio Maria Marini

Antonio Maria Marini (1668-1725), "Straordinaria tempesta"
  
Antonio Marini, nato a Venezia nel 1668 e attivo fra la città lagunare, Padova e Bologna principalmente, assume un ruolo di primaria importanza nel rinnovamento e nella diffusione in area veneta di quella pittura legata ai temi di rappresentazione di paesaggi, burrasche e battaglie. [...] Prendendo le mosse dalle visioni fantastiche e pittoresche di Salvator Rosa e sulla scia delle premesse teorico-letterarie preromantiche, Antonio Marini elaborerà una sintassi espressiva originalissima, che contribuirà non poco, in concerto con le esperienze di altri artisti innovatori, quali Antonio Francesco Peruzzini, Sebastiano Ricci e Alessandro Magnasco, alla svolta del linguaggio pittorico avvenuta fra Sei e Settecento. (cit. “Antonio Marini” di L.Muti e D.De Sarno Prignano).
Questo meraviglioso olio su tela, che rappresenta un veliero nella tempesta, con naufraghi in primo piano e un frate che scongiura i marosi, è di una qualità e di una forza tali da lasciare senza fiato. L’uso sapiente dei toni chiari, nelle pennellate potentemente materiche, crea un’illusione veramente sconvolgente di flutti trascinati a frangersi contro le rocce. I naufraghi e il frate, ritratti vicino all’osservatore nella parte bassa del dipinto, sono vividi nelle espressioni di terrore, sfinimento e finanche di fede. Anche il veliero, che si allontana dalla costa cercando scampo in acque più aperte, è ricco di dettagli e di vigore; la forza del vento si percepisce nelle vele impazzite e rigonfie, nei vessilli sferzati sugli alberi della nave, e nella impressionante inclinazione dello scafo sulle onde. La vertiginosa profondità della scena è resa proprio attraverso il gioco di sovrapposizione dei diversi piani prospettici; l’orizzonte, il veliero con le rocce e le ondate violentissime, ed i sopravvissuti, delineati appena con rapide pennellate, in uno stile personalissimo che il Marini amava utilizzare, precursore e genio della sua epoca. Questo dipinto fu senza alcun dubbio noto anche a Francesco Guardi, che in una Burrasca dipinta verso la metà del Settecento si ispira in modo diretto al naufrago di quest’opera, riprendendone la stessa posizione di fuga e terrore (cfr. terz’ultima foto allegata all’articolo – Altre Foto- con figure prese da “Burrasca” di Francesco Guardi). L’opera, a cui è stato effettuato un restauro conservativo, è stata rintelata ed è in buonissimo stato di conservazione. Le misure sono 123 x 72 cm e di 140 x 88 cm con cornice (in stile). (dalla rete)

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Antonio Maria Marini (1668-1725,
"Straordinaria tempesta"
dettaglio

 
Allegria di naufragi
Versa il 14 febbraio 1917
 
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare.
 

Giuseppe Ungaretti
 
 
naufràgio s. m. [dal lat. naufragium, comp. di navis «nave» e tema di frangĕre «rompere»]. – TRECCANI.

1. Sommersione o perdita totale di una nave per grave avaria del suo scafo, dovuta all’azione degli elementi naturali, a urto contro un ostacolo o a collisione con altra nave, a incendio o altra causa di forza maggiore (se conseguente ad azione bellica, si parla più comunem. di affondamento): fare n.; subire, evitare un n.; solo pochi superstiti scamparono al terribile n.; relitto di (o del) n., lo scafo o i resti dello scafo abbandonati dai naufraghi; carta di n. (o carta di localizzazione dei naufraghi), carta sulla quale i soccorritori delimitano la zona di probabile esistenza dei superstiti, tenuto conto della posizione della nave naufragata e dei dati relativi al vento e alle correnti che possono aver determinato la deriva e lo scarroccio delle imbarcazioni di salvataggio; diritto di n. (lat. ius naufragii), diritto, invalso nel medioevo e non più vigente, di occupazione sulle cose dei naufraghi. Per analogia, è detto n. (o n. aereo) il sinistro aereo, quando l’aeromobile perduto cada in mare.
2. fig. Rovina totale, fallimento di un’impresa, attività e sim.: n. di una riforma, di una politica, di un piano di sviluppo economico; gli ultimi avvenimenti segnarono il n. di tutti i suoi progetti.
3. Nel linguaggio filos., termine con cui talora si rende in italiano il ted. Scheitern (tradotto anche con scacco), con cui lo psicologo e filosofo ted. K. Jaspers (1883-1969) esprime l’esperienza dell’impossibilità per l’uomo di superare le «situazioni-limite» (per es., non poter vivere senza lotta e dolore, essere destinato alla morte, ecc.).

relitti nel tempo
alcuni pensieri vagano
nel nostro mare segreto
delle mille inquietudini...
 

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