Sentirsi soli infatti è particolarmente collegato al fatto di non sentirsi capiti, o comunque diversi e poco considerati.
L’esperienza clinica dimostra costantemente che “essere soli” è una condizione oggettiva meno invalidante del “sentirsi soli”, che invece è una percezione soggettiva; la solitudine può essere considerata il fondamento dell’autonomia e dell’autostima; saperla affrontare in caso sia dolorosa e gestire in caso sia positiva, ci permette di vivere in equilibrio.
Nel primo caso, per evitare di cadere nel baratro dell’angoscia inconsolabile, nel secondo per evitare di scegliere l’isolamento come unica soluzione esistenziale (dalla rete).
Da bambino non ero come gli altri,
non vedevo come gli altri vedevano,
né le mie passioni scaturivano
da una fonte comune, e le mie pene
non avevano la stessa sorgente.
Il mio cuore, poi, non si destava
alla gioia in armonia con gli altri.
Io, tutto ciò che amai, l’amai da solo.
Allora, nell’infanzia, nell’aurora
d’una vita tempestosa, trassi
il mistero che ancora m’imprigiona
da ogni abisso del bene e del male,
e dal torrente o dalla sorgente,
dalla roccia rossa della montagna,
dal sole che tutto m’avvolgeva
nel suo autunno colorato d’oro,
dal fulmine del cielo che improvviso
mi sfiorava, scoppiava accanto a me,
dal tuono, dalla furia della pioggia,
e dalla nube che prendeva forma
di un dèmone ai miei occhi,
mentre il resto del cielo era sereno.
Edgar Allan Poe
sul cuore, schiaccia e percuote l'anima;
un raggio di sole basta, lo facciamo bastare,
la luce è uno squarcio nel buio che siamo...
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