Sembra facile scrivere di boschi, di campi, di paesaggi.
Non è così, il rischio di essere retorici, ridondanti, pieni di inutili e sonanti aggettivi è molto grande, ci si cade spesso.
Molti autori si fanno prendere la mano, esagerano.
Il bosco e la steppa in realtà è frutto di una reale condizione che si vuole raggiungere, la descrizione di un posto dove tutto sia chiaro ed univoco che culmina nella poderosa ricerca incompiuta dello stesso, ecco, "là vorrei stare"
Gujil
...E a poco a poco si sentì chiamato
indietro: in campagna, nel giardino oscuro
dove i tigli sono così ombrosi e immensi,
e i mughetti hanno un profumo così virgineo,
dove i tondi salici in fila
dall’argine s'inchinano sull'acqua,
ove la florida quercia cresce dalla terra fertile,,
dove odora di canapa e d’ ortica...
Laggiù, laggiù nei campi sconfinati
dove la terra, nereggia simile a velluto,
dove la segale, ovunque poggiate l’occhio,
oscilla dolcemente, in onde tranquille.
E cade un pesante raggio dorato,
di là dalle bianche, tondeggiante nuvole diafane;
la si sta bene...
Tratto da un poema dato alle fiamme.
Ivan Sergeevič Turgenev
un piccolo insetto acquatico che assomiglia alla libellula,
dura solo un’ora e mezza.
Durante questo breve intervallo di tempo
non fa altro che cercare partner con cui accoppiarsi.
le difficili salite, le discese affrettate,
si oscilla tra sbuffi improvvisi di vento;
il progressivo salire dell'anima è scomposto
come effimere che volano insieme...
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