Scellerate azioni proiettano visioni
in un loop continuo e fastidioso
errori si sommano a sbagli
delicate imprecisioni di insani gesti
-5-
Anche tacere nasconde trame indistinte.
In un viavai di pensieri la testa perde capacità
cognitive, si torna bambini a guardare le nuvole dell’anima, si cerca ragione
là dove ragione non c’è.
Mi ritrovo spesso ad urlare il sole, il vento, la
pioggia, come il giorno che crebbi, senza accorgermi crebbi ed il sorriso
accennato si spense ma rimase il sarcasmo, l’ironia della sorte e la vita
contigua.
Stridono i poeti incassati tra assi di legno, in quei
libri ho da sempre cercato risposte alle mille domande, qualcuna l’ho trovata
ma il rifugio è sempre stato potente, sicuro, intimo e ancora lo sento.
Riassetto come posso la complicata geografia del cuore
in un intento fallito di chiarezza interiore, la pace si stende sul labirinto
dei pensieri, si calma il respiro.
Non paga il silenzio quando serve il rumore, gli errori
si assommano alle mosse sbagliate e danno somme pesanti, che gravano e
costringono il petto nei respiri che cercano sfogo ma sfogo non hanno.
E' tempo di lunghi pensieri e riflessi allo specchio; è tempo di alcuni bilanci rimandati da troppo.
Si assottiglia il percorso che quasi si vede la fine in lontananza.
Le mani rovinate dagli anni ancora si muovono a creare momentanee
magie segnate da fervide immaginarie mentali, come disegni e arabeschi colorano
i sogni… o sono i sogni a colorare i disegni?
Linee impercettibili si arroccano a confine
invalicabile, marcano sentieri imprecisi di impavide voglie, si stagliano
vivide incastonate tra vette di monti immobili; le vie si intersecano e
confondono in un intrigo di sentieri da sempre percorsi, ormai segnati e
risaputi.
Un dignitoso silenzio mi pervade ancora.
Età dell’oro e innocenti richiami si stingono nell’umido
abbraccio delle mie sensazioni di quando non riesco a capire, un senile gesto
di affetto mi cinge le spalle di questo cammino.
Riavvolgo ancora gli ultimi istanti.
Non basta, ancora non riesco a capire.
Fuori la notte cede spazio alle ore del giorno ma è
ancora crepuscolo mattutino e fatico a scorgere risapute sagome, a dare la forma
reale e incastonarle nel posto che loro spetta nel mondo fuori dagli occhi miei.
La leggerezza non è mai stata il mio forte ma si deve imparare, rientrare nei ranghi per farsi capire, per essere compreso e non solamente frainteso nelle cose che sono e che appaio.
Vorrei prolungare di un niente il mio sonno.
Claude Monet "Impressioni, levar del sole" |
Stupendo! Brava!
RispondiEliminaGrazie,
RispondiEliminastai con me.
Gujil