pavése
la vicinanza di qualcuno, aiuta,
(ant. palvése)
sostantivo maschile
[etimo incerto].
- TRECCANI -
1.- a. Nella milizia medievale, spec. francese e inglese, grande scudo (detto anche targone, tavola, tavolaccio), generalmente di legno ricoperto di pelle o di pergamena variamente dipinta, e più tardi anche di metallo, di forma rettangolare, con una grossa costolatura longitudinale al centro che spesso alloggiava all’interno un’asta che, divaricata, lo faceva reggere in piedi costituendo così un riparo per l’arciere o il balestriere.
b. Per estens., letter., scudo in genere: Enea via più feroce Infurïando, sotto al gran pavese Si tenea ricoverto (Caro).
2. - Nel linguaggio marinaresco medievale, denominazione degli scudi disposti lungo le murate a difesa dell’equipaggio durante il combattimento; in seguito, per analogia, denominazione delle strisce di panno variamente colorate con cui venivano ornate le navi, del modo stesso di ornarle, e infine delle bandierine disposte in segno di festa sugli alberi e sugli stragli.
Oggi, con sign. collettivo, lo stesso che gala, sia di bandiere (gran p., piccolo p.) sia di lampadine (p. elettrico o luminoso).
La vita sbaglia i tempi, i modi...
La vita sbaglia i tempi, i modi, perde
gli appuntamenti e ride
pazza sotto la benda. Il vento asciutto
di marzo spegne i richiami, la sua
logica regge solo il filo d'erba,
la nube in cielo, il futile incresparsi
dell'onda, ma l'informe anima ignora.
gli appuntamenti e ride
pazza sotto la benda. Il vento asciutto
di marzo spegne i richiami, la sua
logica regge solo il filo d'erba,
la nube in cielo, il futile incresparsi
dell'onda, ma l'informe anima ignora.
Pure, a filo d'orizzonte, oggi è perfetta
la lieve sfera del mattino, bolla
felice d'aria, il tempo è in alto asceso,
più non stride l'antica
macchina di dolore, oggi che un pigro
aeroplano ronza a fior del prato,
riposa nel bicchiere sulla pietra
un vino troppo dorato e svanito,
a me giunto stavolta inaspettato,
spirito vagabondo, quando il sauro
è balzato, salpata
la bella nave dai pavesi alzati
per entro la brumosa lontananza,
come in un soffio, tu mi sei vicino.
la lieve sfera del mattino, bolla
felice d'aria, il tempo è in alto asceso,
più non stride l'antica
macchina di dolore, oggi che un pigro
aeroplano ronza a fior del prato,
riposa nel bicchiere sulla pietra
un vino troppo dorato e svanito,
a me giunto stavolta inaspettato,
spirito vagabondo, quando il sauro
è balzato, salpata
la bella nave dai pavesi alzati
per entro la brumosa lontananza,
come in un soffio, tu mi sei vicino.
Sergio Solmi
la vicinanza di qualcuno, aiuta,
a volte è un peso infinito;
quando vuoi e quando si può,
passa un aereo nel cielo silenzioso...
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