non raccontatemi di quei grandi poeti
di quei malati disperati
dei folli e degli ubriachi misteriosi
dei drogati bucati
reietti e dimenticati
inutili e staccati da queto mondo
di quei malati disperati
dei folli e degli ubriachi misteriosi
dei drogati bucati
reietti e dimenticati
inutili e staccati da queto mondo
come se fossimo incagliati nella sabbia
qui non è valaam* ma il nostro deserto
e qui ci attendono
qui e ora
ci occorre qualcosa di nuovo e grande.
*Antico monastero sopra San Pietroburgo
qui non è valaam* ma il nostro deserto
e qui ci attendono
qui e ora
ci occorre qualcosa di nuovo e grande.
*Antico monastero sopra San Pietroburgo
Igor' Bobyrev
Nella pupilla dell'albero
Traduzione di Paolo Galvagni
poesia, poetare, il cuore,
quasi sempre il cuore;
a volte i volti, l'anima, le cose,
spesso lacrime e preghiere...
Le origini del Monastero di Valaam risalgono al periodo in cui il Cristianesimo iniziò a diffondersi tra le popolazioni che vivevano nelle terre russe. Il Monastero è conosciuto con il nome dell’omonimo arcipelago di cinquanta isolette che occupano complessivamente trentasei chilometri quadrati del lago Ladoga. Il luogo di culto è dedicato alla Santa Trasfigurazione del nostro Salvatore, ma dalla gente è sempre stato denominato Monastero di Valaam. Nelle altre isole ci sono vari luoghi di preghiera e di meditazione claustrali, che vengono definiti skete, il più noto di questi luoghi di preghiera è lo Skete di Sant’Avraam, è nell’isola di Yemeljanov. Sant’ Avraam nacque quando la fede cristiana in Russia cominciava ad entrare nei cuori della gente. In giovanissima età fu colpito da una grave malattia, ed avendo sentito un mercante parlare con grande entusiasmo del Santo Monastero della Trasfigurazione, vi si recò in pellegrinaggio. Guarì prodigiosamente, poiché in quel periodo al Monastero di Valaam c’erano parecchi monaci, Avraam preferì l’eremitaggio in un’altra isoletta dell’arcipelago. Nel XIX secolo, a gloria di Dio, l’abate Damaskin ampliò l’umile piccolo monastero in legno, che aveva ospitato Sant’Avraam, il luogo di preghiera fu consacrato nel 1873. Prima di recarsi in un’altra isola, Sant’Avraam sostò nel Monastero dove avvenne la sua guarigione, questa sua permanena a Valaam è riportata nelle cronache dell’epoca, ed è proprio questa la fonte più attendibile, quella che ci consente di affermare che il Monastero di Valaam risale all’XI secolo. Parecchie fonti storiche indicano il XIV secolo per quanto concerne il periodo di fondazione del luogo di preghiera e di meditazione. Possiamo affermare che tutte le fonti hanno un buon margine di verità.
Probabilmente la vita claustrale delle origini (XI secolo) sarà stata interrotta e riprese nel XIV secolo. Secondo alcune tradizioni e detti popolari relativi a Valaam, sarebbe stato proprio l’apostolo Andrea a predire l’esistenza di un Monastero in quella terra. In tale luogo Sant’Andrea eresse una Croce in pietra.
Sempre secondo alcune fonti che risalgono alle storie antiche, che tradizionalmente venivano portate alla conoscenza della gente e tramandate, il Monastero fu fondato da due monaci greci: i santi Sergio ed Ermanno, che giunsero nelle terre di Novgorod nel X secolo, assieme ai primi missionari ortodossi. Purtroppo molte informazioni importanti sul Monastero furono distrutte dalle invasioni che si succedettero. Per fortuna le cronache popolari tramandano con grande zelo fatti e accadimenti riguardanti Valaam. I Santi Sergio ed Ermanno riuscirono a portare alla fede cristiana le tibù di Karel, con fervore rafforzarono la fede cristiana ortodossa soprattutto nelle terre russe del nord. Le antiche cronache ci tramandano delle preziose informazioni sulle reliquie dei due Santi, che durante l’invasione svedese furono trasferite a Novgorod, a quell’epoca era Joannes l’arcivescovo di Novgorod. Nel 1182, dopo quasi vent’anni, passato ogni pericolo, le reliquie dei santi padri ritornarono a Valaam. Temendo che le reliquie venissero danneggiate, i monaci le portarono in un posto sicuro, furono sepolte in profondità, tra le rocce, dove si trovano tuttora. In ricordo del ritorno delle reliquie dei Santi Sergio ed Ermanno a Valaam, la chiesa russa organizza annualmente, dall’11 al 24 settembre, delle cerimonie religiose. Le cronache ci fanno conoscere anche numerose storie di miracoli riconducibili ai due Santi.
Durante i lunghi e tenebrosi settant’anni di dominio sovietico il Monastero di Valaam, come tutti i luoghi di culto e di preghiera in Russia, fu espropriato della sua dignità e identità, pur rimanendo sempre un faro per la popolazione russa, un punto di riferimento importante. La misericordia di Dio è infinita: il 14 dicembre 1989 sei monaci ripresero a vivere nell’antichissimo Monastero e da allora è iniziato nuovamente un felice percorso religioso per il Monastero di Valaam.
Osservando le immagini attuali del Monastero, non possiamo non pensare che certi posti, per la bellezza del paesaggio, per lo straordinario abbraccio tra terra e mare, sembrano predestinati ad essere zone di silenzio, di preghiera, di contemplazione, ed è ben noto che la preghiera è azione.
E’ sempre stato molto sentito e compreso il significato della vita monastica in Russia. Ad alcuni questa vita può sembrare oscura, certo è che i Monasteri sono i veri parafulmini che proteggono la nostra società tendenzialmente materialista ed egoista.
Alessio II fu il patriarca, che dopo settant’anni di rifiuto violento nei confronti della spiritualità, per grazia di Dio ebbe l’incarico di riportare la Russia alla devozione cristiana.
E’ molto intenso il ricordo che il Patriarca aveva di Valaam. Vi si recò assieme ai suoi genitori quando aveva solo nove anni, il bambino, che sarebbe divenuto un uomo di Dio, fu molto colpito da quel luogo.
Il Patriarca Alessio soleva dire che la vocazione al monachesimo deve essere profonda. Il monaco, pregando, non pensa solo alla sua salvezza, ma deve aiutare le anime di tutti a salvare il mondo. Quindi la grande preghiera – azione per la salvezza del mondo, in questi luoghi di culto, è un evento quotidiano che trasmette speranza a tutti noi.
Ricordiamo che il Patriarca Alessio è ritornato alla Casa del Padre il 5 dicembre 2008, vigilia del giorno dedicato a San Nicola, Santo patrono della Russia. Dal 27 gennaio 2009, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, è questa la definizione risalente ad antica data, è Kirill, a lui il compito di rafforzare la fede cristiana in Russia, a lui e a tutti gli uomini di buona volontà. Kirill è stato intronizzato nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Significativa la presenza alla cerimonia del presidente russo Dmitri Medvedev e del premier Vladimir Putin. La cerimonia viene denominata ‘Intronisazia’, vocabolo russo, durante la cerimonia i 4.000 dignitari ortodossi hanno esclamato:’Axios, axios, axios’. ‘Axios’, che in greco significa ‘è degno’. Kirill è molto noto in Russia, prima di essere eletto Patriarca era il ministro degli esteri della chiesa ortodossa russa. Daniela Asaro Romanoff (dalla rete)
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