Non nascondete le cicatrici
Nella distilleria dove si spilla il sangue
ho sentito un odore
famigliare di narcotici
Non nascondete le cicatrici
Il nostro comune rizoma di carne quando
lo si calpesta dentro la terra si attrezza contro
la morte e tutto bardato si lancia in direzione
del sole se non altro per il timore di scoprire
che il guscio è vuoto e che lo stelo degli ultimi
germogli affonda in un nulla di contraffazioni
Non strappate la pelle della terra
per coprire i tagli della pelle del tamburo
Non nascondetevi sotto una crosta
trasformando il dolore nel lamento
a mezza bocca di un pagliaccio con le bende
dipinte sulla maschera e la gola secca
per mancanza di bile, un cuore
di pezza e il ghigno di un teschio
che cerca di aggirare la severità
dell’esorcismo.
trasformando il dolore nel lamento
a mezza bocca di un pagliaccio con le bende
dipinte sulla maschera e la gola secca
per mancanza di bile, un cuore
di pezza e il ghigno di un teschio
che cerca di aggirare la severità
dell’esorcismo.
Le pitture non durano. E voi lasciate
che a seguire un cuore che pulsa
come un pezzo di legno siano quelli
che vanno dietro all’ultima onda.
Wole Solyinka
Traduzione di Luigi Sampietro
La furia del dio del ferro
Eté 1944, en Haute-Provence. Antoine et Julien, élevés par leur oncle depuis que leur mère se prostitue à Lyon, fuient à travers la campagne après avoir annoncé, par erreur, l'arrivée des Américains alors qu'il s'agissait des Allemands. Ce malentendu a provoqué la mort du maire. Ils rencontrent un soldat allemand d'origine alsacienne, parlant français, paralysé par une sciatique. Ils comprennent qu'il est déserteur, sympathisent avec lui, le conduisent chez une «rebouteuse» qui le remet d'aplomb, et font route en sa compagnie. Las de la guerre, déjà vétéran de la première, écorché, solitaire, c'est un pacifiste sous ses apparences bourrues (dalla rete).
ancora ci prendiamo a sassate,
solo che i sassi uccidono di più,
ancora stupidi e stupiti
perdiamo il senso del vivere...
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