Sono rimasto in silenzio
Sono rimasto in silenzio quando il nemico mi torturava:
con il ferro e l’acciaio, l’anima debole in agonia —
le storie degli eroi sono per i bambini che ci credono.
Io sono rimasto in silenzio perché mi dicevo:
c’è qualcuno che è entrato nella giungla e che è stato assalito dalla bestia feroce
così stupido da aprire la bocca e chiedere pietà?
con il ferro e l’acciaio, l’anima debole in agonia —
le storie degli eroi sono per i bambini che ci credono.
Io sono rimasto in silenzio perché mi dicevo:
c’è qualcuno che è entrato nella giungla e che è stato assalito dalla bestia feroce
così stupido da aprire la bocca e chiedere pietà?
1974
Nguyen Chi Thien
“Il prodigio del silenzio è giungere a parlare tacendo, a essere espressivi senza usare le parole, ad avere una vita silenziosamente eloquente.
Il silenzio è un modo diverso di comunicare e, più in profondità, un modo diverso di essere.
E di vivere”.
Così scrive Sabino Chialà, monaco della comunità di Bose, nel suo prezioso saggio “Silenzi, ombre e luci del tacere” (p. 82, edizioni Qiqajon, 8 euro). Prezioso perché non è l’inno al silenzio scritto per religiosi abituati alla pratica, ma una mappa del sottile paesaggio interiore che si apre a chiunque nel momento in cui si rinuncia a parlare (dalla rete).
quando non puoi più parlare
cala il silenzio, nella perplessità,
insieme alla disperate ricerca
di una qualsiasi cosa da poter dire...
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