Frutti tardivi
Entrare in una vita non tua, quasi
sconosciuta, come se in quei misteri
quieto dimorasse Amore, o i sentieri
di vicine perdite e ombra invasi
fossero d’incomprensibile basica
luce: cosí, con nuova audacia ai neri
confini di un giorno morto, disperi
solo del tuo frutto tardivo, spasimo
di insorte dimenticate parole
a fermare i passi sopra affocati
tappeti, dietro finestre tremende –
sai che tutto, tutto si forma e splende
nell’aperto, nell’alto, o per stipati
piccoli inizi si consuma un sole.
Entrare in una vita non tua, quasi
sconosciuta, come se in quei misteri
quieto dimorasse Amore, o i sentieri
di vicine perdite e ombra invasi
fossero d’incomprensibile basica
luce: cosí, con nuova audacia ai neri
confini di un giorno morto, disperi
solo del tuo frutto tardivo, spasimo
di insorte dimenticate parole
a fermare i passi sopra affocati
tappeti, dietro finestre tremende –
sai che tutto, tutto si forma e splende
nell’aperto, nell’alto, o per stipati
piccoli inizi si consuma un sole.
Roberto Rossi Precerutti
La legge delle nubi
La legge delle nubi
tardivo
(ant. tardìo)
agg. [lat. *tardivus]
- TRECCANI -
- 1. Che viene o avviene tardi, soprattutto con riferimento a fatti stagionali, a cicli di sviluppo e di produzione: semine t., frutti t., fioritura t.; legno t., il legno che si forma verso la fine del periodo vegetativo (sinon. di estivo); sviluppo psichico t., ritardato (quindi, bambini t., un ragazzo t., e sim.). In partic., in ostetricia, parto t., quello che si verifica oltre il termine della gestazione; nell’industria casearia, formaggio t., formaggio grana parmigiano-reggiano fabbricato nel mese di ottobre e nella prima decade di novembre, cioè nel periodo ultimo del ciclo produttivo.
- 2. Che viene troppo tardi per essere efficace: un provvedimento t.; scuse tardive; la seconda maturità è un frutto amaro e t., a volte tossico, ricco di acidi che hanno il potere di trasformare una fotografia a colori in una radiografia (
◆ Avv. tardivaménte, con tardività, troppo tardi: pentirsi tardivamente.
nella luce, nel chiarore,
camminare sicuri, lenti, continui;
io per me amo ancora
il suono delle gocce di rugiada...
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