caprìccio
- TRECCANI -
1. - a.- Voglia improvvisa e bizzarra, spesso ostinata anche se di breve durata: venire, saltare un capriccio (con il dativo della persona: gli vengono tutti i capricci; le è venuto il capriccio di un orologio molto costoso; ma che capriccio ti salta, ora?); levare, cavare un capriccio, soddisfarlo; fare passare i capricci; essere pieno di capricci; avere più capricci che capelli in testa; modo proverbiale, ogni riccio un capriccio, di bambino assai capriccioso
fare i capricci, spec. di bambini, fare le bizze. Riferito a cose, non funzionare bene: la mia vecchia macchina stamattina ha fatto i capricci e mi ha lasciato per strada; oggi il computer ha fatto i capricci.
b.- Amore superficiale e instabile, passioncella amorosa: non era vera passione, ma un capriccio giovanile.
(ma anche riferito talora, scherzosamente, a donne);
fare, agire a capriccio, seguendo i proprî impulsi improvvisi,
senza una ragione plausibile;
b.- Amore superficiale e instabile, passioncella amorosa: non era vera passione, ma un capriccio giovanile.
2. - Fenomeno strano, anomalo, bizzarria: un capriccio del caso, della natura; i capricci della sorte, della fortuna.
3. -. a.- Componimento strumentale (meno spesso vocale) di forma varia e libera e di carattere fantasioso, quasi improvvisatorio.
b.- modo di dire "A capriccio", locuzione avverbiale, rara, che affida l’esecuzione di un passo alla libera interpretazione dell’artista, sinonimo di ad libitum (vedi).
b.- modo di dire "A capriccio", locuzione avverbiale, rara, che affida l’esecuzione di un passo alla libera interpretazione dell’artista, sinonimo di ad libitum (vedi).
4. - Nelle arti figurative, composizione, trovata, modo di esecuzione inconsueti, immaginosi, bizzarri.
5. - Nell’arredamento, tipo di mantovana drappeggiata in tessuto pesante, spesso ricadente in due bande ai lati della finestra.
6. - anticamente: Raccapriccio, brivido, ribrezzo: un gran capriccio di paura (Firenzuola).
◆ Diminutivo: capriccétto;
Peggiorativo: capricciàccio.
Il capriccio
E tu, Capriccio, genïetto rosa
che svolazzi con ali di farfalla
e un riso su la bocca desiosa,
talvolta io ti sentii su la mia spalla
lieve posare e un'avida parola
colsi, al riparo dell'aluccia gialla.
Fu qualche sera, quando d'una sola
fiamma bruciano i nostri occhi e le stelle,
e ci trema la voce, arida, in gola.
le labbra che si porgono e così
molle l'odor delle rose novelle,
ch'è duopo susurrare un dolce: – sì!
Amalia Guglielminetti
voglie, capricci, uzzoli,
tutte cose che la vita ci ha chiesto,
qualcosa di superficiale ed inutile
si chiude in noi il desiderio
quando vogliamo...
quando vogliamo...
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