Il contadino parla a Dio
La mia falce ha mietuto le Tue messi,
il mio sudore ha bagnato le Tue viti,
è sera, accendi le luci delle stelle.
il mio sudore ha bagnato le Tue viti,
è sera, accendi le luci delle stelle.
Il mio silenzio ha onorato l'uva e l'erba,
le falci, le botti, la mucca e la cantina,
i miei occhi a Te son ora rivolti.
le falci, le botti, la mucca e la cantina,
i miei occhi a Te son ora rivolti.
Il mio aratro ha arato i Tuoi campi,
il Tuo dito ha arato il mio volto,
al mio desco c'è ora un posto che T'attende.
il Tuo dito ha arato il mio volto,
al mio desco c'è ora un posto che T'attende.
Siedi e dividi la mia cena,
poi riscuoti quel che Ti debbo.
E sia fatta la Tua volontà.
poi riscuoti quel che Ti debbo.
E sia fatta la Tua volontà.
Alojz Gradnik
Traduzione
di Fedora Ferluga-Petronio
di Fedora Ferluga-Petronio
Dio?
forse si distrae spesso,
forse ascolta spesso...
a. Propr., chi sta in contado (opposto a cittadino); più com., chi lavora la terra, per conto di un padrone o per conto proprio: fare il c.; il malcontento dei contadini.
b. spreg. Persona di modi rozzi e goffi o villani: sei proprio un c.; parla, si muove, si comporta come un contadino o una contadina.
2. agg.
a. Che vive nel contado o si dedica a lavorare la terra: è di famiglia contadina.
b. Proprio di chi vive nel contado, contadinesco: maniere c.; abitudini c.; le c. vivande (Boccaccio).
Locuz. avv. alla contadina, al modo, alla foggia dei contadini o del contado: vestire alla contadina.
◆ Dim. e vezz. contadinèllo, contadinétto; spreg. contadinùccio; accr. contadinóne, tra dim. e accr. contadinòtto; pegg. contadinàccio (tutti come sost. e con il relativo femm. in -a).
- TRECCANI -
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