domenica 9 agosto 2015

Contadini


Il contadino parla a Dio
 
La mia falce ha mietuto le Tue messi,
il mio sudore ha bagnato le Tue viti,
è sera, accendi le luci delle stelle.
Il mio silenzio ha onorato l'uva e l'erba,
le falci, le botti, la mucca e la cantina,
i miei occhi a Te son ora rivolti.
Il mio aratro ha arato i Tuoi campi,
il Tuo dito ha arato il mio volto,
al mio desco c'è ora un posto che T'attende.
Siedi e dividi la mia cena,
poi riscuoti quel che Ti debbo.
E sia fatta la Tua volontà.
 
Alojz Gradnik 
 Traduzione
di Fedora Ferluga-Petronio



 
Dio?
forse si distrae spesso,
forse ascolta spesso...

 
1. s. m. (f. -a)
a. Propr., chi sta in contado (opposto a cittadino); più com., chi lavora la terra, per conto di un padrone o per conto proprio: fare il c.; il malcontento dei contadini.
b. spreg. Persona di modi rozzi e goffi o villani: sei proprio un c.; parla, si muove, si comporta come un contadino o una contadina.
2. agg.
a. Che vive nel contado o si dedica a lavorare la terra: è di famiglia contadina.
b. Proprio di chi vive nel contado, contadinesco: maniere c.; abitudini c.; le c. vivande (Boccaccio).
Locuz. avv. alla contadina, al modo, alla foggia dei contadini o del contado: vestire alla contadina.
◆ Dim. e vezz. contadinèllo, contadinétto; spreg. contadinùccio; accr. contadinóne, tra dim. e accr. contadinòtto; pegg. contadinàccio (tutti come sost. e con il relativo femm. in -a).
- TRECCANI - 
 

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