Il canto
fulminante
spicca
dal coro delle malìe superstiti
muta in un grido nitido
questa fame d'amore
inesaurita
fulminante
spicca
dal coro delle malìe superstiti
muta in un grido nitido
questa fame d'amore
inesaurita
Lucio Mariani
Bestie segrete
po-e-sì-a
dal greco: poiein fare.
Si dice che l'uomo prima di parlare abbia cantato, che prima di scriver prosa abbia fatto poesia.
Fuor di immaginazione, il fare della poesia rappresenta non un complesso e contorto canale artistico proprio delle personalità più enigmatiche, scure, sibilline e al contempo fascinose - al contrario, la saggezza dell'etimo, sedimentatosi attraverso i secoli, ci suggerisce un rapporto molto naturale, fra l'uomo e la poesia, che per sua struttura non può essere (solo) un'espressione rotta e trasognata, ma deve necessariamente rappresentare (anche) una comunicazione efficace.
Se la poesia iniziasse ad essere vista come un modus vivendi, come un comunicare normale e non eccezionale, come un camminare nel mondo in punta di piedi e con occhi grandi, senza calcare rumorosamente i tacchi con discorsi e pensieri e giorni prosaici, certo il mondo sarebbe un luogo più bello. Magari anche se ci fossero poeti meno boriosi e più bravi e che non siano convinti che la poesia -il fare- è loro esclusivo appannaggio per diritto di nascita
(dalla rete).
canti di lode, di gioia,
canti spensierati,
cori di amici e suoni,
poi anni di buio...
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