Non conto ormai gli anni
che scorrono in un calendario
con tutti i nomi dei santi:
mastico appena a morsi lenti
le giornate da un mare di basalto
senza aspettare navi nuove
né altre tangibili concretezze.
Misuro a volte il mio tempo
a stagioni: quelle del sole
e quelle delle tristi piogge,
per le notti sempre m'affido
alla fedeltà delle querce
e alle metafore della luna.
Della vita faccio un rosario
d'istanti, fiati che sgranano
piano e ad ogni grano una voce
che dice tra poco saremo felici.
Di questa mia conquista finale
ne faresti motivo d'orgoglio
e sarebbe già una buona cosa
nel deserto dei ragionamenti.
Remo Rapino
Cominciamo dai salici
gli anni,
ora i mesi
guardo,
le ansie notturne,
i giorni,
speranze contigue
e vaghe,
poi,
qualche volta,
il sonno...
qualche volta,
il sonno...
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