Il dunque
rive franose incombono
sulle mie didascaliche brame,
ecco che parte dal nulla
un suadente richiamo, una voce,
si perde nel verde, nel sole;
schiacciato dal dunque ripiego
le frasi disposte a ogni cosa
e riprovo scodato dolore.
Anonimo del XX° secolo
poesie ritrovate
dunque particella congiuntiva con cui si trae conseguenza o conclusione.
cong. testuale
- 1 Con valore più strettamente deduttivo, perciò, di conseguenza, per questo motivo SIN quindi: hai perso la causa, d. devi lasciare l'appartamento; anche dopo pausa forte o all'inizio di una battuta dialogica di risposta: “Mi so vestir da me.” “Dunque vestitevi subito” (Manzoni) || e dunque?, come battuta isolata in un dialogo, per sollecitare una deduzione, “e con ciò?”, “che facciamo?”, “che intendi fare?”
- 2 Con valore più propriamente riassuntivo o di ripresa di quanto già detto (per chiudere una digressione o riprendere il filo del discorso dopo un'interruzione: spesso all'inizio di una partizione del testo, di una lezione e sim.): “Dunque dico che ora questa prima parte si divide in due” (Dante); posta nella prima frase di un testo, rinvia a temi o situazioni noti o accettati: “Ma ci fu dunque un giorno/su questa terra il sole?” (Carducci)
- 3 Con valore più semplicemente di esplicazione o commento di un elemento o di un'informazione precedente: possiede alcuni beni pignorati, dunque non disponibili || dunque, dunque, avvio di discorso col quale il parlante, rivolgendosi a se stesso, riordina le proprie idee
- 4 Come segnale discorsivo, di puro appoggio a un'esortazione, un invito e sim., di solito posposta, dopo pausa: che aspetti, d.?; vieni, d.!
- • s.m. (solo sing.) Il nocciolo di una questione, il momento decisivo in una situazione, spec. in espressioni come veniamo al d. (dalla rete).
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