...........................................................................................................................................

L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


...........................................................................................................................................

sabato 27 settembre 2025

Amico che dorme

Immaginate di essere in apprensione per un amico che sta vivendo un periodo difficile e di volergli stare accanto, comunicandogli un senso di protezione per concedergli un momento di riposo, in cui il nostro amico può abbassare la guardia senza sentirsi minacciato dagli eventi.
Se si cercanoe le parole giuste da rivolgergli, la poesia “L’amico che dorme” di Cesare Pavese è assolutamente indicata e adatta.

L’amico che dorme

Che diremo stanotte all’amico che dorme?
La parola piú tenue ci sale alle labbra
dalla pena piú atroce. Guarderemo l’amico,
le sue inutili labbra che non dicono nulla,
parleremo sommesso.

La notte avrà il volto
dell’antico dolore che riemerge ogni sera
impassibile e vivo. Il remoto silenzio
soffrirà come un’anima, muto, nel buio.
Parleremo alla notte che fiata sommessa.

Udiremo gli istanti stillare nel buio
al di là delle cose, nell’ansia dell’alba,
che verrà d’improvviso incidendo le cose
contro il morto silenzio.
 L’inutile luce

svelerà il volto assorto del giorno. Gli istanti
taceranno. E le cose parleranno sommesso.
[20 ottobre 1937]  

Cesare Pavese

Quando la notte finisce
il buio oltremodo scema;
rimane quel senso di sonno,
ancora i cuori al presente...

Le parole di Cesare Pavese tratte dalla poesia "L’amico che dorme", scritta nell'anno 1937, così struggenti e malinconiche, comunicano la volontà di aver cura del proprio amico, vegliando su di lui nei momenti in cui è più vulnerabile.
I versi richiamano ad eventi autobiografici del poeta, che rimase scosso dalla morte del padre e di tre fratelli.
Il momento del sonno dell’amico rievoca l'ancestrale e comune a tutti paura della morte, il timore di perdere una persona cara, l’apprensione nel vederlo fragile e vulnerabile (e la conseguente voglia irrefrenabile di tentare di proteggerlo ed accudirlo).
(dalla rete)

Nessun commento:

Posta un commento