La Corte di Cassazione,
sez. III Penale, con la sentenza 9 giugno – 2
agosto 2017, n. 38646 ha emesso una Sentenza dal tono un po’
particolare: condannato un uomo reo di aver stretto con eccessiva forza
i seni dell’amante, provocandole una «sensazione dolorosa protrattasi per un paio di giorni».
L’integrazione infatti della fattispecie criminosa di violenza sessuale non richiede che l’atto sessuale sia finalizzato al soddisfacimento del piacere erotico, essendo
necessario e sufficiente, a fronte del dolo generico del reato, che
l’agente abbia la coscienza e volontà di realizzare gli elementi
costitutivi del medesimo (in specie, appunto, si trattava di
palpeggiamento dei glutei e toccamento del seno della persona offesa
posti in essere al fine di intimorire ed umiliare la stessa).
(dalla rete)
Spingendo dolcemente
Spingendo dolcemente
ho schiuso quella porta
che chiamiamo mistero.
Mammelle turgide
strette nelle mani.
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