l'insegnamento,
in quanto abbia un metodo, una continuità e un oggetto ben definito (arte, mestiere, materia scolastica, disciplina scientifica, ecc.): i. elementare o primario, medio o secondario, universitario o superiore; i. della filologia romanza, della geometria, della scherma, del nuoto, del catechismo, dell’informatica; impartire, ricevere un i.; materie, programmi, sistemi, metodi d’i.; i. teorico, pratico; mutuo i. (v. mutuo); i. religioso, quello che ha per oggetto i fondamenti di una religione, in partic. della religione di stato o dallo stato riconosciuta come la religione della maggioranza dei cittadini (per es., in Italia, la religione cattolica); i. laico, quello che esclude lo studio della religione, o, meglio, della religione secondo principî confessionali.
- TRECCANI -
bisognerebbe insegnare l'amore e impararlo,
d'obbligo stride il peso del condizionale;
tutti crediamo di sapere amare, voler bene,
non è così, sappiamo solo illudere...
Per mia madre lo studio
è la cosa più fine del mondo.
Non lo è.
La cosa più fine del mondo è il sentimento.
Quella sera papà faceva lo straordinario,
lei mi ha parlato:
“Poverino, fino a quest’ ora a sgobbare”.
Preparò pane e caffè, lasciò la pentola sul
fuoco.
Non mi ha parlato d’ amore.
Questa parola di lusso.
Adelia Prado
Con riferimento a chi lo riceve: approfittare di un insegnamento; insegnamento obbligatorio, facoltativo.
Con
riguardo al metodo, al modo d’insegnare, all’utilità pratica e sim.: un
insegnamento proficuo, efficace, superficiale, lacunoso, trasandato;
aver avuto un buon insegnamento, un cattivo insegnamento - TRECCANI -.
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