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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 11 agosto 2019

St Denis



Elegia esagonale

Uscendo da St Denis ridotta a museo

 

Dio non abita più qui, né forse sotto
questo cielo grigio-ateo, né una scaglia
d’uomo è in questi sepolcri vuoti, stipati
per l’eterno da una dinastia ostinata,
tranciata a macchina in bagliori di sangue
da un’età più libera, fraterna, eguale.

Quale, dolomitiche voi cattedrali,
memoria impietrita vi sostiene in piedi?
Stalagmiti su cui gocciolò la Grazia,
le vostre cuspidi gridano assetate,
scheletri angelici i vostri contrafforti
puntellano il sacro fossile ai turisti.

Gl’inni derisi da sofismi in parrucca,
la croce scomposta in assi cartesiani,
le basiliche fatte cave di pietra…
È finita così la vera tua gloria,
o antica Francia, con la boria imperiale
che ingrassa i vermi di tombe illacrimate?

Nemmeno la nostalgia è quella di un tempo
per questi vecchi celti, parà in pensione
che vanno impettiti sul filo del Niente
per la via brulicante dei discendenti
di chi scampò a Poitiers, che sguardi di pece
volgono attoniti al vacuo alveo del cielo.


  Le lacrime reprimo per te che il cuore
di popolano avevi della tua Jeanne,

per te che all’assalto, in testa ai tuoi soldati,
sulla Marna cadesti poeta e cristiano,
bocconi ti ritrovarono in un campo
di barbabietole, la stigmate in fronte.

 

Beato chi muore come te nella fede,
beato chi muore bisbigliando un tuo verso,
e perciò è disprezzato… Per te mi segno,
mio Charles, e come in una conchiglia il mare
si fantasma, tra queste mura annerite,
scarnificate, trema un’eco di Dio.

 
Marco Cipollini
da "Carmi ulteriori"
 
 
Vedere cose, posti, volti nuovi
sembra così semplice, facile;
viaggiare per conoscere o per vivere?
domanda difficile, non so rispondere...
 
A Nord di Parigi, la Basilica che segna il passaggio tra lo stile romanico e quello che poi si affermerà del tutto a Notre Dame e a Chartres. Un capolavoro fuori dai grandi tour. Uno splendido, incompiuto, slancio, fisico e spirituale, verso il cielo e l'infinito. Indimenticabile nella sua mirabile imperfezione. E' la Basilica (un tempo Abbazia) di Saint Denis Terza in ordine di fama - e per distacco - tra le chiese gotiche di Parigi, dopo Notre Dame e la Sainte Chapelle, la Cattedrale della Banlieue è la prima in ordine anagrafico. Ma sarebbe riduttivo parlare di semplice primato, perché si è di fronte a una pietra miliare dell'architettura, al luogo dell'esordio assoluto dello stile gotico, che da Saint Denis emigrerà, via via, in tutta l'area circostante, da Parigi stessa a Chartres, da Reims a Amiens, da Rouen a Strasburgo, e successivamente in tutto il mondo medievale cristiano. E' proprio lo status di magnifica incompiuta, stilisticamente parlando, a rendere questa magnifica chiesa un unicum.
Non può essere definita gotica, anche se mostra, in modo eclatante, i primi segni inconfondibili dello stile che dominerà l'Europa nei 2 secoli successivi alla sua nascita: la verticalità della navata, le grandi vetrate dipinte, il coro, l'arco a sesto acuto.
Ma se all'interno, lo slancio verticale del nuovo che avanza è evidente, fuori, è tutto un gioco di cerchi e rettangoli, romanico se non addirittura carolingio.   C'è però quell'altissima torre campanaria (una sola, la destra per chi guarda: ennesima, magica asimmetria da cause di forza maggiore di cui l'architettura religiosa medievale pullula), a confondere le acque, a superare con un grande balzo lo stile che dominava l'Europa quando la nuova chiesa prendeva corpo dalle fondamenta dell'abbazia benedettina costruita lì cinque secoli addietro.  Una storia, quella del gotico francese, che viene bene illustrata anche nei contributi infografici che si trovano durante la visita della cattedrale (orario 10-17, domenica 12.15-17, ultimi ingressi a mezz'ora dalla chiusura, prezzo intero 7 euro, ma ingresso libero per tutti gli under 26 residenti Ue), dove si ripercorre l'epopea di una delle stagioni architettoniche più affascinanti dell'umanità (da Repubblica).

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