-2. (fig., lett.) [al plur., rito matrimoniale] ≈ [→ IMENE].
Epitalamio
Serenata che gli antichi Greci cantavano presso la stanza nuziale la sera delle nozze. I primi epitalamio letterari si trovano in Saffo; in età ellenistica ne composero Callimaco, Eratostene, Partenio, ma l’unico epitalamio greco giunto intero è l’idillio 18 di Teocrito per le nozze di Menelao ed Elena
Ultimo canto nuziale
Ma se infine vieni, spoglia
dei tuoi fiori nuziali, nell’ora
in cui tutto il mondo si disfiora
e lo sguardo di cenere si copre;
se allora, con la bocca gelata
dal tramonto postumo che divora
ogni illusione e fatalmente incorona,
se mi dici all’orecchio: sono il nulla,
ti dirò grazie di lasciarti vedere
e abbracciarti nuda, d’essere mia
seppure nell’istante che ti perdo;
e dormirò nel letto che il mio cuore
ha fatto, sognando che la morte
è il tuo ultimo velo, poesia.
Ma se infine vieni, spoglia
dei tuoi fiori nuziali, nell’ora
in cui tutto il mondo si disfiora
e lo sguardo di cenere si copre;
se allora, con la bocca gelata
dal tramonto postumo che divora
ogni illusione e fatalmente incorona,
se mi dici all’orecchio: sono il nulla,
ti dirò grazie di lasciarti vedere
e abbracciarti nuda, d’essere mia
seppure nell’istante che ti perdo;
e dormirò nel letto che il mio cuore
ha fatto, sognando che la morte
è il tuo ultimo velo, poesia.
Cintio Vitier
La sposa poesia
Traduzione di Nicola Licciardello
e convolammo insieme,
felicità raggiunta? soddisfazione?
ora si vive nel mondo, per mano,
semplicemente per mano...
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