Didascalie sbiadite accompagnano
le tele, gli scorsi, l' immagine;
la vita che siamo si ferma
in spots che la mente non teme.
Finali imprevisti disdegnano
i visi scontati, le feste, le pagine;
ciò che non siamo si afferma
in attimi che il cuore si geme.
Le vie, i sentieri dipanano
discorsi, frasi, compagine
che sembra stantia, conferma
che sembra stantia, conferma
assurda che schiaccia, che preme.
Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate
didascalìa
sostantivo femminile
[dal gr. διδασκαλία «istruzione», der. di διδάσκαλος «maestro», da διδάσκω «insegnare»].
- TRECCANI -
- 1. In origine, l’istruzione dell’antico coro lirico greco per opera del «didascalo»; poi la rappresentazione drammatica, di cui il coro costituiva la parte essenziale, compreso anche l’apparato scenico; quindi, l’insieme di tragedie o di commedie che ogni poeta avesse presentato negli agoni drammatici, e anche la lista cronologica delle rappresentazioni drammatiche.
- 2. - a. Nel testo di un’opera drammatica o nella sceneggiatura di un film, ciascuna delle indicazioni dell’autore o dello sceneggiatore, relativamente alla recitazione e alla scenografia (per es., la descrizione della scena all’inizio di ogni atto o di ogni quadro, le notazioni per l’entrata o l’uscita dei personaggi a ogni scena, il tono con cui va detta una battuta, ecc.).
- b. Nei film muti o parlati in lingua diversa da quella del pubblico per il quale sono proiettati, scritta impressa su una sequenza di fotogrammi e riprodotta perciò sullo schermo, come commento dell’immagine o come trascrizione o traduzione del dialogo (con questa accezione è oggi più com. sottotitolo); in partic., d. iniziali (o titoli di testa), quelle che compaiono all’inizio di un film, e che comprendono il titolo dell’opera e i nomi di coloro che vi hanno preso parte. c. In libri, giornali, riviste e sim., scritta esplicativa di un’illustrazione, situata di solito al disotto della figura. d. Per estens., scritta esplicativa, generalm. iscritta su cartiglio, usata in miniature e in dipinti o rilievi di grandi dimensioni.
- 3. Con il sign. originario (di insegnamento, istruzione), ciascuno degli interventi con cui, secondo le disposizioni conciliari, il sacerdote o un ministro laico introduce e spiega ai fedeli i riti, le letture e le preghiere della messa o di altra celebrazione liturgica.
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