Barche amorrate
Le vele le vele le vele
Che schioccano e frustano al vento
Che gonfia di vane sequele
Le vele le vele le vele!
Che tesson e tesson: lamento
Volubil che l'onda che ammorza
Ne l'onda volubile smorza...
Ne l'ultimo schianto crudele...
Le vele le vele le vele
Dino Campana
lo sciabordio del mare
incastona barche ormeggiate
in un porto qualunque di vita
mentre il forte contesto di vento
crea scompiglio ai capelli...
.
Barche amorrate è il titolo di un breve componimento poetico di Dino Campana. Fa parte della sezione "Varie e frammenti" dei "Canti orfici" che compare nell'edizione pubblicata nel 1914.
Il poeta evoca, nel testo, in versi che si inseguono con musicalità data dalla reiterazione delle parole adoperate, il movimento delle vele che schioccano e frustano al vento, talvolta producendo un lamento volubile quale un'onda che si infranga nella risacca, fino a giungere ad un ultimo schianto crudele.
Il termine amorrate del titolo (non ricorre infatti nel testo) fu mutato, già dalla seconda edizione di pubblicazione (effettuata da Vallecchi del 1928), in amarrate cioè ormeggiate. Tale dizione fu seguita anche nelle successive edizioni curate da Enrico Falqui; lo stesso Falqui però segnala l'esistenza di amurra, che in genovese significa arenare (da wikipedia).
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