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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 14 maggio 2012

Iginio Ugo Tarchetti

Iginio Ugo Tarchetti nacque a San Salvatore Monferrato, provincia di Alessandria, nel 1841.
Terminati gli studi classici intraprese la carriera militare, che poi abbandonò per dedicarsi alla scrittura.
Stabilitosi a Milano, collaborò a riviste e giornali, e qui morì, nel 1869.
Divenne ufficiale nel commissariato militare, posto che abbandonò nel 1865 dopo aver redatto degli scritti contro l'organizzazione militare ed in generale contro qualsiasi istituzione che si fondasse sull'autorità.
Divenne ben presto uno degli esponenti più tipici della Scapigliatura milanese, nell'orizzonte della quale scrisse diversi articoli su vari giornali, quali Il Gazzettino Rosa e Il Pungolo.
La sua notevole produzione letteraria si condensò in un breve arco di anni, dalla sua prima raccolta pubblicata nel 1865, al suo ultimo romanzo, ”Fosca”, che l‘autore, non poté terminare per la morte di tifo sopraggiunta nel 1869.
Nel suo intento di rinnovamento della narrativa e della poesia italiane attinse con entusiasmo, ma a volte forse con troppa ingenuità, a scrittori stranieri, senza riuscire, peraltro, a pervenire ad una teoria ed uno stile letterari propri.
Tarchetti rimane strettamente condizionato dalla formazione romantica, e proprio da essa trae gli spunti della sua polemica anticonformista.
Lo scrittore si entusiasma per il realismo macabro e sensuale tipico del movimento al quale poi si aggregherà.
Emblematica a questo proposito la poesia “Memento”, della raccolta “Disjecta”, dove il tema dell’amore viene sconvolto e rovesciato, dall’iniziale, apparente ripresa tradizionale (“labbro profumato” ,”corpo vezzoso”), all’immediato richiamo di opposti motivi macabri (”teschio”, “ossa”, “scheletro”.
Autore tra i più rappresentativi della scapigliatura milanese, sperimentatore di diversi generi letterari, animato da intenti dissacratori e da desiderio di opposizioni alle convenzioni letterarie, non scevro da realismo, sviluppò taluni motivi romantici, esaltandone l'aspetto sensuale ed erotico, ai limiti del patologico, come nel celebre romanzo Fosca , in cui riversò l'effettiva storia d'amore per una donna epilettica conosciuta ai tempi in cui esercitava il commissariato militare.


Non cantar le canzoni del passato

In queste non cantar splendide stanze
le canzoni dei nostri anni primieri;
ogni già udita nota
dei giovanili affanni, e dei piaceri
risveglieria le dolci ricordanze:
Sui dì non soffermarmi
che a lungo ancora rimembrar mi è dato:
sul festoso liuto
non cantar le canzoni del passato.
Quando la luna in mezzo al cielo splende,
e inargenta le valli e le pianore,
vieni, e alla bianca luce
cantami le canzoni dell'amore.
Ogni nota che all'anima discende
un nuovo affanno attuta:
ma quando irride a noi lo spensierato
degli apati sogghigno,
non cantar le canzoni del passato.

Iginio Ugo Tarchetti
"Il Presagio", 1868

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