Muore il giorno. In un gran ravvolgimento
D’incendïate nuvole profonde,
Il sol, come un perduto astro cruento,
Nell’alto abisso traboccò dell’onde.
Di caligini un vel tacito, lento,
Sale di plaga in plaga e si diffonde:
In un vortice d’ombra e di spavento
Si sommerge ogni aspetto e si confonde.
Ma per l’etra immortal, per le incorrotte
Solitudini tue, florido cielo,
Sboccian le stelle tremole e raggianti.
E dall’anima mia, cui già la notte
Ultima ingombra d’immutabil velo,
Salgon, vibrando, a te gli ultimi canti.
Arturo Graf
ètra
sostantivo maschile.
[dal lat. aethra, s. f., gr. αἴϑρα, affine a αἰϑήρ «etere»],
poet. – L’aria, il cielo: trame Raggianti, adamantine,
al par de l’etra (Foscolo); Quando per l’etra liquido si volve ... il flutto Polveroso de’ Noti (Leopardi).
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