Avrei voluto infilarti in uno schema,
cucirti di parole, renderti bello
per opera mia. Sentirmi intelligente
nel definirti. Mi sarebbe piaciuto
rendermi indipendente dal tuo nome
oltre il pronunciamento.
Sigillarti in un concetto, un pensiero aperto
che sembrasse dialogante.
La vita – a pensarci – non ha nulla di notevole:
me la coltivo, come un piccolo orto discreto.
– Illuminazioni nel dire lo renderanno –
mi ripetevo – unico.
Ma il tuo nome ritorna in altri nomi
quando meno ti aspetto. Darti voce
è incrociarti nelle cose. Evocarti
è il tuo sangue che ancora circola in me.
Hilde Kuhn
Il termine Schema, dal greco σχημα, si riferisce ad una struttura o contesto organizzativo che aiuta a creare ordine in un insieme complesso di stimoli o esperienze. Lo schema risponde al bisogno che abbiamo di dare significato a quello che ci sta succedendo e di poterlo prevedere per adattarci al meglio. Attraverso gli schemi, infatti, riusciamo a mettere ordine, dare senso e prevedere situazioni spesso minacciose e questo ci rassicura. Il senso di sicurezza provato ci fa considerare gli schemi attendibili, anche quando il contenuto anticipato, spesso, non corrisponde alla realtà dei fatti. Non sottoposto a verifica, poiché considerato attendibile, il contenuto dello schema, continua ad essere utilizzato per ordinare, dare senso e prevedere, anche altre esperienze. Questo è il motivo per cui il contenuto di uno schema, originatosi nell’infanzia continua ad essere utilizzato per ordinare, dare senso e prevedere, anche le esperienze dell’età adulta (dalla rete).
Nessun commento:
Posta un commento