Con la tristezza
si può andare lontano
se uno va da solo.
si può andare lontano
se uno va da solo.
Mario Benedetti
Essere tristi etimologicamente deriva da termini latini o sanscriti che rimandano ai significati di “ruvido”, “torbido”, “scuro”...
L’emozione della tristezza, dunque, sembra rimandare, nel suo significato più essenziale, ad un vissuto piuttosto sgradevole, “scomodo” e, al tempo stesso, piuttosto oscuro, confuso, difficile da decifrare e comprendere.
La tristezza rappresenta d’altra parte una delle emozioni primarie, quelle emozioni, cioè, che rappresentano risposte innate agli stimoli e che tutti noi esprimiamo, anche se in forme molto primitive, fin dalla nascita. La sua funzione è essenzialmente quella di indurci ad un ritiro dal mondo esterno e dall’oggetto-stimolo che la ha provocata, un ritiro a scopo, naturalmente, difensivo e protettivo (dalla rete).
La tristezza rappresenta d’altra parte una delle emozioni primarie, quelle emozioni, cioè, che rappresentano risposte innate agli stimoli e che tutti noi esprimiamo, anche se in forme molto primitive, fin dalla nascita. La sua funzione è essenzialmente quella di indurci ad un ritiro dal mondo esterno e dall’oggetto-stimolo che la ha provocata, un ritiro a scopo, naturalmente, difensivo e protettivo (dalla rete).
da soli, quante volte, spesso,
in un mare di persone uno;
stare soli non è come sentirsi tali
è una tristezza che può durare una vita...
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