Gli altri ridono che sempre sul pozzo
Mi inginocchiassi contro luce, mai
Vedendo più a fondo di dove l’acqua
Mi rimandava in un limpido quadro me
Me stesso nel cielo estivo, divino,
Sporto in un serto di felci e di cirri.
Una volta, puntando il mento sul bordo,
Distinsi – mi parve – al di là dell’immagine,
Sotto l’immagine, un biancore, incerto,
Una più fonda profondità – e lo persi.
L’acqua rinnegò la sua trasparenza.
Gocciò la felce ed ecco un’onda
Scosse la cosa posata sul fondo,
La confuse, la cancellò. Quel bianco che cos’era?
La verità? Un quarzo? Qualcosa, per una volta.
Mi inginocchiassi contro luce, mai
Vedendo più a fondo di dove l’acqua
Mi rimandava in un limpido quadro me
Me stesso nel cielo estivo, divino,
Sporto in un serto di felci e di cirri.
Una volta, puntando il mento sul bordo,
Distinsi – mi parve – al di là dell’immagine,
Sotto l’immagine, un biancore, incerto,
Una più fonda profondità – e lo persi.
L’acqua rinnegò la sua trasparenza.
Gocciò la felce ed ecco un’onda
Scosse la cosa posata sul fondo,
La confuse, la cancellò. Quel bianco che cos’era?
La verità? Un quarzo? Qualcosa, per una volta.
Robert Frost
da "La musica della solitudine" - traduzione di Nicola Gardini
si può vivere nel passato?
non lo so, eppure,
a chi non piacerebbe
tornare indietro?
almeno una volta...
Gujil
una volta, olim, tempo fa,
sempre a pensare, a credre;
le discussioni infinite, qualcosa,
una volta, qualcosa, una volta...
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