Porteremo i nostri corpi nel cielo
saliremo con gli alberi,
le cattedrali di vetro e di roccia.
Mi dirai, dove siamo?
vestiti dallo sguardo delle antiche stelle
che leggeremo diversamente, diversamente
perduti nella terra e cielo, nella terra e cielo
uniti dalle lacrime
verranno padri buoni, madri semplici
con i mazzi di prezzemolo e i fiori degli orti.
Che cos'erano le estati, sai
mano nella mano,
che cos'erano queste nostre mani, dita strette
baciami ancora
baciami dopo i baci, dove vai
dove vai gambe come le mie, pelle.
saliremo con gli alberi,
le cattedrali di vetro e di roccia.
Mi dirai, dove siamo?
vestiti dallo sguardo delle antiche stelle
che leggeremo diversamente, diversamente
perduti nella terra e cielo, nella terra e cielo
uniti dalle lacrime
verranno padri buoni, madri semplici
con i mazzi di prezzemolo e i fiori degli orti.
Che cos'erano le estati, sai
mano nella mano,
che cos'erano queste nostre mani, dita strette
baciami ancora
baciami dopo i baci, dove vai
dove vai gambe come le mie, pelle.
Che cos'era parlarci, stanze
le strade e tanti uomini senza che nessuno sapesse
quella musica, quell'arte,
le nostre parole dopo le nostre
viso senza preghiere dormi, sei stanco.
Nel respiro dopo il respiro
ti tengo senza abbracciarti, materia dolce
nel dormiveglia dei vivi
noi andiamo via, noi andiamo via.
Mario Benedetti
il volo antico, desiderio,
ricerca di spazi, di pace e luce;
i suoni rarefatti, le poche voci...
la mente... vaga... sempre...
Gujil
io e lei, insieme, ancora,
tempo passa, dolori, rimorsi,
le poche gioie a corollario
eppure così intense...
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