(in francese ['fɛ̃ də'sjɛkl] che significa "fine di un secolo")
è stato un movimento culturale, diffuso in particolare nell'Europa centrale, che si può collocare, storicamente, fra il 1880 e l'inizio della prima guerra mondiale.
Questo periodo è noto nei paesi di lingua tedesca con l'espressione Jahrhundertwende.
Esso corrisponde a un periodo avvertito dai suoi protagonisti come l'espressione del crollo di un sistema di valori e di un modello di vita, e, allo stesso tempo, come l'alba di una nuova epoca.
L'origine del termine "fin de siècle" è francese, perché i francesi - basti pensare a Paul Verlaine e al suo sonetto "Languore", o comunque, agli altri simbolisti - sono stati i primi artisti ad aver raggiunto una sensibilità tale da avvertire questi profondi mutamenti, caratteristica fondamentale di quell'Europa che stava pian piano procedendo verso una nuova realtà storica: il Novecento e le sue avanguardie.
Il movimento culturale proprio della fin de siècle ebbe varie espressioni anche nell'estetismo, nel decadentismo e in altre correnti culturali più limitate, e nell'insieme preparò la nascita del modernismo.
I
Oh signora come sei argentea
con questo vestito chiaro brilli come una stella
e sulle spalle hai una stola come una nube
e sotto la nube scintilla una perla.
con questo vestito chiaro brilli come una stella
e sulle spalle hai una stola come una nube
e sotto la nube scintilla una perla.
Oh signora come sei dorata
quando la sera in piedi alla luce di una candela
con un gesto leggero come la carezza del vento
aggiusti davanti allo specchio i tuoi capelli rossi.
quando la sera in piedi alla luce di una candela
con un gesto leggero come la carezza del vento
aggiusti davanti allo specchio i tuoi capelli rossi.
Oh signora come sei nuda
quando giacendo in questo letto rosa
i indichi con un gesto che è giunto il momento
per me di entrare nel tuo giardino.
quando giacendo in questo letto rosa
i indichi con un gesto che è giunto il momento
per me di entrare nel tuo giardino.
Ryszard Kapuściński
da “Taccuino d’appunti”, 2004
da “Taccuino d’appunti”, 2004
mi sono sempre sentito un po' antiquato,
forse antico e vecchio nei pensieri;
eppure amo ancora, crepuscolare dentro,
le "buone cose di pessimo gusto"...
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