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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 3 luglio 2015

Periferia

Periferia dell’alba
a Gérard Noiret
 
 I treni di pena tirano fuori dal letto
 paesi grondanti e stravolti
 fatti di piccoli mattini chiusi di lunghi
 vagheggiamenti d’erbe e isole
 dove in procinto di raggiungere la zona
delle turbolenze
 le lavoratrici vanno a gettare
 il figlio del loro sonno
 Il cielo non esiste è
 la cifra degli occhi caduti nella cenere
 come se l’anima non avesse più i mezzi
 per rilanciare sotto la palpebra
 l’impossibile navetta del bene

Guy Goffette
“Dubitare che la terra esista”
 
 
visioni periferiche assillano
anche il mio pensare,
le strade si riducono,
assottiglio gli appigli...

 
periferìa
sostantivo femmnile
[dal latino tardo peripherīa «circonferenza»,
greco περιϕέρεια,
derivato di περιϕέρω
«portare intorno, girare»].
–  TRECCANI -
 
1. non comune. Contorno, bordo, orlo circolare: i raggi dai vari punti della periferia di una ruota vanno tutti a riunirsi nel di lei centro (Giacomo Leopardi). 
 
2. estens.
a. La parte estrema e più marginale, contrapposta al centro, di uno spazio fisico o di un territorio più o meno ampio: la p. di un continente, di una regione, di un’isola, di una catena montuosa; disporre i tavoli, le sedie, alla p. del salone; la p. del circo, di un’arena, di un anfiteatro.
b. In partic., e di uso più com., l’insieme dei quartieri di una città più lontani dal centro: il progressivo ampliamento dell’area urbana verso la p.; una zona di p.; le case, le strade, i negozî della p.; la p. di Milano, di Vienna, di New York; abitare in p.; recarsi in p.; trasferirsi in p.; con sign. più ristretto, un quartiere periferico: la p. operaia; la p. residenziale; è una p. mal collegata con il centro. Frequente la locuz. agg. di periferia, che oltre a indicare la collocazione nel tessuto urbano, aggiunge spesso una connotazione riduttiva, di squallore e desolazione: una stazioncina di p.; le solite case di p.; un cinema di periferia.

Georges-Pierre Seurat, 1881-82
Periferia
olio su tela, 32,4×40,5 cm -
Musée d'Art Moderne, Troyes
c. Con riferimento al corpo umano, o a un organismo vivente in genere, anche vegetale, la parte superficiale, più vicina all’esterno: il sangue affluisce dal cuore alla periferia del corpo; stimoli che dalla periferia convergono ai centri nervosi (accezioni e usi più precisi ha l’aggettivo periferico).
d. Per metonimia, specie nel linguaggio sociale, politico, sindacale, il complesso degli abitanti che vivono in zone periferiche, soprattutto in quanto iscritti a un partito, a una corrente: i voti, gli umori della periferia; o anche, in usi figurato, l’insieme delle strutture e delle istituzioni locali nella compagine di uno stato, oppure degli organi provinciali, in contrapposizione al vertice, di un partito, di un sindacato.

 
Periferia (Banlieue)
è un dipinto a olio su tela (32,4x40,5 cm) realizzato tra il 1881 ed il 1882 dal pittore impressionista francese Georges-Pierre Seurat.
Il quadro è conservato nel Musée d'Art Moderne di Troyes in Francia.
La tela indaga sulla scarna periferia di una città in tutto il suo degradante e squallido aspetto.
Per rendere al meglio al sensazione di alienazione dell'uomo nei confronti di una simile realtà, Georges-Pierre Seurat utilizza un impasto cromatico che, seppur tendente ai colori caldi come l'arancio ed il rosa, si risolve in una confusa bruma che sembra avvolgere le nude case e la fumante, minacciosa ciminiera sulla sinistra (da Wikipedia).

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