T’adoro al pari della volta notturna,
o vaso si tristezza, o grande taciturna!
E tanto più t’amo quanto più mi sfuggi,
o bella, e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare la distanza
che separa le mie braccia dalle azzurrità infinite.
Mi porto all’attacco, m’arrampico all’assalto
Come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo,
fiera implacabile e crudele, sino la freddezza
che ti fa più bella ai miei occhi.
o vaso si tristezza, o grande taciturna!
E tanto più t’amo quanto più mi sfuggi,
o bella, e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare la distanza
che separa le mie braccia dalle azzurrità infinite.
Mi porto all’attacco, m’arrampico all’assalto
Come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo,
fiera implacabile e crudele, sino la freddezza
che ti fa più bella ai miei occhi.
Charles Baudelaire
a-do-rà-bi-le -
Degno di adorazione; amabile, dal latino: ad rafforzativo, a orare pregare.
A sua volta pare derivare da os bocca, e quindi l'etimo successivo risulta ben orientato ma confuso nella moltitudine di gesti di adorazione che prevedono il bacio, la pronuncia di formule, l'assunzione di libagioni sacre.
Degno di adorazione; amabile, dal latino: ad rafforzativo, a orare pregare.
A sua volta pare derivare da os bocca, e quindi l'etimo successivo risulta ben orientato ma confuso nella moltitudine di gesti di adorazione che prevedono il bacio, la pronuncia di formule, l'assunzione di libagioni sacre.
Ciò che è adorabile dovrebbe essere qualcosa di elevato, di sacro, di sublime, meritevole di preghiere, da contemplare.
Così il Mosè di Michelangelo è adorabile, è adorabile il Simposio di Platone, è adorabile la luna piena nel cielo notturno spazzato dal vento.
Così il Mosè di Michelangelo è adorabile, è adorabile il Simposio di Platone, è adorabile la luna piena nel cielo notturno spazzato dal vento.
Ciononostante, la piega che ha preso questa parola è decisamente orientata verso una diversa denotazione, più affine a tenero, carino.
Quindi sarà adorabile un cucciolo, un abitino bellino, una lettera scritta dall'amico o dal figlioletto.
Senza dubbio questo corrisponde ad un impoverimento del carattere ieratico di ciò che ci sembra essere adorabile, ma qui possiamo fare una riflessione importante: il senso originale dell'etimologia è intatto.
Infatti anche l'adorabile carino e tenero è qualcosa che coinvolge la bocca, pur se fuor di rito, in smorfiette dolci e sbaciucchiamenti.
Senza dubbio questo corrisponde ad un impoverimento del carattere ieratico di ciò che ci sembra essere adorabile, ma qui possiamo fare una riflessione importante: il senso originale dell'etimologia è intatto.
Infatti anche l'adorabile carino e tenero è qualcosa che coinvolge la bocca, pur se fuor di rito, in smorfiette dolci e sbaciucchiamenti.
Per evitare il sacrificio di uno dei due significati - che convivono in un sol corpo e hanno la medesima radice - non resta che evidenzare quello che si vuole intendere col contesto o col tono della voce.
(dalla rete).
amori
fuori e dentro di me,
a volte incombono,
spesso ridono
ed è gioia;
ed è gioia;
quando ripenso, ritrovo, rivivo,
mi accelera il battito
in petto...
in petto...
Io adoro te...
RispondiEliminaChe dire... Grazie!
RispondiEliminaGujil