onda
[ón-da] s.f.
- 1 Oscillazione di una massa d'acqua che si alza e si abbassa al di sopra e al di sotto del livello di quiete per azione di agenti esterni, soprattutto del vento: o. alta, lunga; essere in balia delle o. || la cresta dell'o., la parte più alta di essa ~fig. il punto di maggior successo, di maggiore notorietà || fig. o. lunga, fenomeno di lunga durata
- 2 lett. Mare; acque fluviali o lacustri: la prua solcava l'o.
- 3 fig. Grande quantità che si muove, che irrompe anche nell'intimo: un'o. di gioia; slancio, spec. positivo: sull'o. del successo
- 4 estens. Movimento o aspetto simile a quello di un'onda o di una superficie mossa dalle onde; la cosa che ha tale aspetto: capelli a o.
- 5 fis. Movimento oscillatorio o vibratorio che si propaga in un mezzo, senza trasporto del mezzo stesso: o. sonore || o. elettromagnetiche, oscillazione di campi elettrici e magnetici che si propaga nel vuoto alla velocità della luce | o. corte, medie, lunghe, onde hertziane di varia lunghezza usate nelle radiocomunicazioni | o. sismica, onda elastica che si irradia dall'epicentro di un sisma | o. d'urto, onda caratterizzata da una forte e rapida compressione del mezzo, come p.e. quella generata da un'esplosione | andare, mettere, mandare in o., essere trasmesso, trasmettere via radio o televisione (dalla rete).
La luna e l’onda
Mentre la prima luna s’alza in trono
occhi sui vivi, col pallore e lo scherno
d’una vecchia pastiglia consumata,
il passeraccio solo e imbalonato
dall’egra tamerice guarda al mare
– azul y azul, immenso azul redondo –
guarda al di là di dune e di barene
con un occhio soltanto l’altro in sonno,
trepidante per prendere la mira,
dell’onda definita e trionfante
che nessun colpo potrà mai fermare
sul confine del sogno che viviamo.
Quell’onda che avanzando ci costringe
e senza requie ci fa domandare
perché io, io chi, io quando
ed io per quanto ancora?
Ma la luna procede verso il cielo
che livido s’imbruna
testimone impassibile e solenne
sull’affanno del nulla.
Lucio Mariani
Canti di Ripa Grande (2010-2013)
Mentre la prima luna s’alza in trono
occhi sui vivi, col pallore e lo scherno
d’una vecchia pastiglia consumata,
il passeraccio solo e imbalonato
dall’egra tamerice guarda al mare
– azul y azul, immenso azul redondo –
guarda al di là di dune e di barene
con un occhio soltanto l’altro in sonno,
trepidante per prendere la mira,
dell’onda definita e trionfante
che nessun colpo potrà mai fermare
sul confine del sogno che viviamo.
Quell’onda che avanzando ci costringe
e senza requie ci fa domandare
perché io, io chi, io quando
ed io per quanto ancora?
Ma la luna procede verso il cielo
che livido s’imbruna
testimone impassibile e solenne
sull’affanno del nulla.
Lucio Mariani
Canti di Ripa Grande (2010-2013)
moto perpetuo,
crinali scoscesi
e il mio dare e dire
come un consumato paesaggio
mi copro di luna
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